Ciao a tutti, ho provato a cercare una discussione a proposito e mi pare che in questa specifica sezione non ci sia. In genere i topic riguardano i contraccolpi psicologici dell’aga, la perdita di autostima, il rifiuto della propria immagine, ecc… tutte cose comprensibilissime, ma credo che soffrire per i capelli possa comportare anche altre ripercussioni.
Mi piacerebbe parlare di problemi psicologici legati all’assunzione dei farmaci, come la paura che si presentino effetti collaterali, il senso di frustrazione nel sentirsi dipendenti, il fatto che possano anzi presentarsi proprio per l’ansia verso le medicine (credo si chiami “effetto nocebo”) e via dicendo… chiariamo subito, non voglio assolutamente sostenere che non esistano i sides o che necessariamente sia la psiche a ingrandirli: io parto dalla mia esperienza, dalla consapevolezza che in me c’è una grande paura per i farmaci e per il modo in cui possono alterare l’organismo, e mi rendo conto che spesso finiscono per condizionarmi le giornate, addirittura per farmi provare sintomi fisici che in realtà sono solo proiezioni.
A tutto questo si aggiunge la paura di rendersi dipendenti a una medicina, convivere con il pensiero che si sta meglio solo grazie a essa e senza di essa si perderà di nuovo tutto.
Ora scriverò un lungo post, perdonatemi per essere stato prolisso… Io penso che questo sia un problema vero, se ne parla ovunque in relazione a qualsiasi cura (quante dannate discussioni sono state fatte sui sides della fina ad esempio?), vorrei parlarne a parte, preso di per sé, come vera problematica psicologica…
Per me è difficile elaborare e accettare una cura, in generale, di qualsiasi tipo. Da un lato vorrei sempre poter intervenire sul mio organismo per sistemare ciò che non va, dall'altro mi spaventa proprio l’idea di farlo. A questa tensione si aggiunge quella verso i medici: da un lato le vedo come persone qualificate a cui mi rivolgo volentieri per risolvere i miei problemi, dall'altro certe volte posso farmi prendere dallo sconforto e pensare che non siano che distributori di farmaci a cui in fondo importa solo spegnere un sintomo, senza badare a tutto il resto.
Vi racconto la mia esperienza… se non vi va di leggerla perché troppo lunga, potete andare pure direttamente alle conclusioni.
Da adolescente ho sofferto molto di ansia e attacchi di panico, per aiutarmi a contenere il problema e andare a scuola ho iniziato la psicoterapia e ho iniziato una cura con un antidepressivo chiamato fevarin. La cura è andata avanti tanto, in modo non costante (certe volte ho sospeso per 3 mesi, o anche 6, forse una volta per più di 9 ma non ricordo bene) fatto sta che a 21 anni ho cambiato psicoterapista e mi sono da subito posto l’obiettivo di non avere più bisogno di alcuna medicina. Il farmaco mi aveva aiutato molto, ma in certi periodi mi sentivo meno lucido, ogni tanto avevo paura che condizionasse in modo leggero le mie facoltà cognitive. Di poco, ma le condizionasse. Chi vuole andare avanti con gli psicofarmaci tutta la vita? Non volevo sentirmi dipendente, volevo dimostrarmi di poter vivere senza. Verso i 23, dopo mie diverse insistenze, finalmente il mio terapista ha deciso di togliermi con il fevarin. Non ero pronto, ho subito ripreso a sentirmi di nuovo fragile… nel mentre quell’estate ho avuto strane reazioni: mi ritrovo la schiena piena di acne, una cosa di cui non avevo mai sofferto. Nel mentre noto il primo diradamento di capelli… la situazione precipita nei sei mesi successivi, mentre l’acne sparisce, mi escono molti peli sulla schiena e i capelli sono peggiorati a vista d’occhio.
Nel frattempo mi è toccato assumere un altro farmaco, Plaquenil, per la cura dell’artitre indifferenziata. Una cura necessaria, perché quella patologia se non trattata per tempo può evolvere in forme davvero brutte. Ricordo che il primo mese pregai di sospendere tutto perché mi faceva sentire stanchissimo, come se pesassi il triplo, e quando dormivo mi sembrava di essere stato sveglio tutta la notte. è un effetto comune, bisogna sempre aspettare un po' prima di abituarsi e va via da sé, ma mi ha comunque segnato un po'.
Quando sono iniziati i problemi a livello dermatologico e specialmente con i capelli, ho subito iniziato ad associarli con i farmaci assunti nella mia vita. Probabilmente cercavo una scusa per non accettare di avere aga, volevo credere che fosse alopecia psicogena o effluvio da farmaci… quindi mi ammazzavo di domande: se fosse perché ho avuto uno sbalzo ormonale dopo 10 anni di psicofarmaci? Se fosse un effetto di quell'altra medicina? E via così… Nel mentre mi sono anche fatto vedere, ma la superficialità di certi medici non mi ha tranquillizzato
Aggiungiamoci poi che ho iniziato una relazione con una ragazza ancora più spaventata dai farmaci di me, cresciuta in una famiglia dove si credeva nell'omeopatia, e anche questo mi ha condizionato molto
Con il tempo comunque sono migliorato abbastanza da non dover più assumere nessun antidepressivo, e anche l’artrite, grazie proprio al plaquenil, si è “spenta” tanto che la terapia è finita. Ma, nonostante questo, tutt’ora non sono venuto a capo delle mie paure.
Mi è capitato qualche mese fa di cercare spiegazioni dal mio psichiatra, perché pensavo di aver condizionato tutta la mia vita e il mio sviluppo ormonale e mentale…
Ora, tutta questa storia per far capire come io sicuramente non sia un buon candidato a cure generalmente “controverse” come quelle per i capelli, dove basta andare cinque minuti su internet per leggere qualsiasi cosa.
Ho a lungo posticipato l’inizio della terapia con l'aga, giustificandomi con motivi economici, per poi rendermi conto che, appunto, se da un lato desideravo intervenire, dall'altro ne ero spaventato.
Un dermatologo (con un fare molto superficiale, infatti d’ora in poi andrò solo da privati) mi ha prescritto un anno fa il classico fina+minox e ci ho messo sei mesi prima di trovare il coraggio per iniziare a prendere solo il minox galenico.
Alla terza applicazione già ho iniziato a sentire la pressione bassissima e una forte stanchezza. Sono andato in panico e allora via su internet a cercare tutto quello che potesse tranquilizzarmi. Il problema è che su internet ci sarà sempre chi dice una cosa e chi il contrario, e alla fine conta solo la tua reazione soggettiva… ma qual è la tua reazione soggettiva? Ho passato dieci anni soffrendo di attacchi di panico in cui ero convinto di essere in punto di morte per cause fisiche, perché sentivo certe cose nel mio corpo, ma in realtà non c’era nulla. Dove arriva la psiche, dove inizia il fisico? Ho sperimentato sensazioni fortissime e allarmanti che erano solo nella mia testa, non possono esserlo anche queste reazioni ad un farmaco? E se invece fosse tutto vero? E come posso non essere condizionato dalle mie esperienze che ho consultato on line?
Dopo pochi giorni quel senso di pressione bassa è sparito per fortuna... ma dopo due mesi ho ripreso a soffrire per il farmaco. Mi chiedevo se non stessi facendo qualcosa di artificiale, mi svegliando pensando al fatto che sì, mi stavano ricrescendo i capelli, ma ero diventato schiavo di una molecola per il resto della mia vita.
Superata quella fase, di nuovo preoccupazioni per nuovi effetti collaterali. Ho pensato che il minox mi desse una sorta di stato confusionale continuo, mi facesse sembrare i ricordi meno lucidi e più “lontani”… poi sono entrato in paranoia all'idea che potesse farmi aumentare la barba e i peli corporei, poi che potesse dare addirittura problemi alla vista… Ovviamente nel mentre finivo su internet, qui o su google, a fare lunghe ricerche per cercare di tranquillizzarmi su ogni singolo aspetto.
Per fortuna oltre a queste fasi ci sono sempre state anche quelle di serenità in cui mi godevo gli effetti della terapia senza badare tropo ai minimi dettagli sul mio corpo. Però la paura può sempre tornare, ad esempio prima di natale mi è venuta una leggera dermatite con seborrea e ho pure aperto un topic qui, in cui si capiva quanto ero terrorizzato. Rileggevo le mie parole e mi rendevo conto che ero proprio uno di quegli utenti pieni di paranoie a cui sembra non bastare mai nessuna rassicurazione. Il problema poi si è risolto da sé, ovviamente, ho continuato la cura con mia discreta soddisfazione. Da notare: una sera il bruciore era insopportabile, ero in svizzera da un mio amico ed ero al culmine dell’ansia… usavo una lozione per lenire ma non faceva nulla, preso dalla disperazione ho preso qualche goccia di xanax e puff, il bruciore è letteralmente sparito. Questo mi ha fatto riflettere non poco.
Oggi ho vissuto una situazione ancora più esemplare e infatti è per quello che ho deciso di aprire questo topic.
L’altro giorno sono stato da un urologo per via di piccoli ma persistenti problemi: sgocciolamento dopo la minzione, getto di urine e sxxxxa leggermente più debole, tutte cose che tra l’altro ho sempre associato ai presunti squilibri dati dai farmaci di cui parlavo sopra. Dopo diversi esami, anche invasivi, privi di risultato, questo nuovo urologo mi ripete la palpazione della prostata e la trova “infiammata”. Oltre alla lista di cose che possono dare quel problema, mi prescrive Recoprox, dicendomi che sono degli integratori, devo prenderli per tre mesi e poi quando voglio posso riprendere la cura anche più a lungo senza problemi. Solo a casa mi rendo conto che si tratta di serenoa repens, e in effetti sono incuriosito dal provarla. Molto probabilmente l'urologo me l'ha prescritta per via della sua azione anti-infiammatoria e decongestionante, non per inibire l'alpha5 reduttasi, però io so che si usa anche per curare l'aga.
Ora, io so da mesi che sono consapevole che, presto o tardi, se voglio mantenere i capelli, dovrò entrare nel mondo degli anti-dht… di nuovo, da un lato non vedo l’ora di iniziare e vedere i risultati, dall'altro mi spaventa pensare che potrei essere io uno di quelli che sperimentano gli effetti collaterali…
Ieri l’ho presa per la prima volta e ovviamente dopo poche ore ero già su internet a cercare “serenoa effetti collaterali”, “serenoa calo libido”, “serenoa disfunzione erettile”… e ovviamente mi sono sorbito le solite cose. Articoli su siti di salute e bellezza, consulti medici on-line (come questo http://www.andrologiaonline.it/questions.php?search_text=serenoa dove un andrologo mette sullo stesso identico piano serenoa e finasteride...), e i forum... sia questo, dove qualcuno parla di sides minimi, qualcuno di sides possibili e più evidenti, qualcuno di sides assenti, e quell’altro dedicato proprio alla vera o presunta sindrome post finasteride, dove addirittura qualcuno lamentava effetti collaterali da serenoa dopo 12 giorni, rientrati solo dopo anni dalla fine dell’assunzione!
Io stamattina mi sono svegliato e la prima cosa che ho fatto è chiedermi se avevo una erezione… Ma che davvero? Ma quando mai ho badato se avevo il durello di prima mattina! Ci saranno state migliaia di volte in cui mi sono svegliato senza una erezione, credo, e neanche ci ho fatto caso, ma se mi fosse successo stamattina sarebbe stato un dramma.
E poi ho passato la giornata sentendo:
- minore sensibilità al pene
- l’impressione di avere il pene più flaccido a riposo
- l’impressione di non avere una erezione completa, e di far più fatica a raggiungerla e a mantenerla
- una strana sensazione, quasi un dolore, al petto, dietro ai capezzoli
- torpore e senso di “pressione” ai polsi, le caviglie e i muscoli, tricipiti e quadricipiti
- la solita sensazione di leggero stato confusionale
- debolezza e astenia durante la cena
- mentre scrivo mi sembra di avere un bisogno di minzionare più urgente e meno controllabile del solito
Oggi avevo una gran voglia di aprire un nuovo topic chiedendo aiuto riguardo effetti collaterali da serenoa, poi ci ho riflettuto su: davvero tutte queste cose dopo una sola, singola pillola di serenoa, un integratore naturale, per cui non serve neanche la ricetta???
e mi sono ammesso per l’ennesima volta che al di là del fatto che siano reali o meno, io ho davvero paura di curarmi, e tutto questo mi fa diventare iper-sensibile a ogni minima variazione che altrimenti ignorerei e che potrebbe essere causata da mille altre cose.
La mia paura sono proprio i dettagli. Se le mie erezioni erano 10, non è che saranno 9? Se la mia lucidità era 10, non è che diventerà 9? Sono proprio sicuro che sono sceso da 10 a 9? E chi mi garantisce che è stato quel fattore e non un altro? E una volta capito che è così, riuscirò a tornare a 10?
è la paura di barattare una parte di me per poter sistemare qualcos'altro… gettandomi in un mondo nebbioso… il problema è che focalizzarsi sui dettagli rende difficile capire se davvero è cambiato qualcosa, rende impossibile fare paragoni certi, quindi getta ancora più nel dubbio e di conseguenza fa aumentare l’ansia… con relativo aumento di impressioni fisiche spiacevoli e via così in un loop continuo... mentre divento sempre più ossessionato sul dettaglio, sulla minima variazione, chiedendomi in me stesso in una continua osservazione.
Ho notato che spesso l’atteggiamento verso la questione è il seguente: se vuoi curarti fallo, ma se parti col la paura degli effetti collaterali allora lascia perdere perché entri in un labirinto in cui non ne verrai più a capo.
Però mi chiedo se è solo questa la soluzione… Perché la paura degli effetti collaterali deve portare alla rinuncia di qualsiasi cura? Non posso cercare di curarmi E di superare l’angoscia da effetti collaterali? La mia spiccata sensibilità corporea deve per forza essere un ostacolo insormontabile? È possibile, nel caso in cui davvero si presentino sides, affrontare la questione con equilibrio, senza viverla come un aut aut dove qualsiasi decisione (proseguire con la terapia oppure abbandonarla) sarà comunque una sconfitta?
Forse non c’è tutta questa divisione fra chi crede nelle cure e le intraprende senza timori, ottenendo risultati e pochi pensieri, e chi invece le evita, ne parla come se fossero veleno, vede il mondo della medicina come una gigantesca Xxxxxx e via dicendo…
Io credo nella medicina moderna, ma ho anche una bella paura di tutti i suoi aspetti imprevedibili.
Conosco i rischi dei medicinali, ma con il tempo ho imparato a conoscermi abbastanza da saper vedere su di me il grande effetto che ha la mente sul mio corpo, la quantità incredibili di sensazioni che può generare e che possono farmi credere di avere un problema. Vorrei saper distinguere ciò che è crea la mia testa da ciò che non lo crea, vorrei saper scendere a patti con la mia salute, senza drammi.
Ripeto, non voglio insegnare nulla… è la mia storia, voglio venirne a capo. Ho spesso l’impressione si sia sviluppato su internet un grosso circolo vizioso, dove le persone leggono molte cose prima di curarsi, si ipersensibilizzano e poi lasciano testimonianze che alimenteranno a loro volta la paura di altri. Ma appunto non voglio sminuire l’esperienza di nessuno: nella medicina gli effetti collaterali sono qualcosa di pressoché inevitabile, sono documentati con la stessa evidenza dei benefici e dovremo sempre confrontarci con loro… e il fatto che li presentino lo 0.001% di chi ha preso un farmaco significa che difficilmente può capitare, ma che c’è qualche povero cristo a cui è davvero capitato…
Se qualcuno ha avuto la pazienza di leggere e volesse parlarne, raccontare esperienze simile o darmi qualche consiglio, sono ben felice di farlo
Mi piacerebbe parlare di problemi psicologici legati all’assunzione dei farmaci, come la paura che si presentino effetti collaterali, il senso di frustrazione nel sentirsi dipendenti, il fatto che possano anzi presentarsi proprio per l’ansia verso le medicine (credo si chiami “effetto nocebo”) e via dicendo… chiariamo subito, non voglio assolutamente sostenere che non esistano i sides o che necessariamente sia la psiche a ingrandirli: io parto dalla mia esperienza, dalla consapevolezza che in me c’è una grande paura per i farmaci e per il modo in cui possono alterare l’organismo, e mi rendo conto che spesso finiscono per condizionarmi le giornate, addirittura per farmi provare sintomi fisici che in realtà sono solo proiezioni.
A tutto questo si aggiunge la paura di rendersi dipendenti a una medicina, convivere con il pensiero che si sta meglio solo grazie a essa e senza di essa si perderà di nuovo tutto.
Ora scriverò un lungo post, perdonatemi per essere stato prolisso… Io penso che questo sia un problema vero, se ne parla ovunque in relazione a qualsiasi cura (quante dannate discussioni sono state fatte sui sides della fina ad esempio?), vorrei parlarne a parte, preso di per sé, come vera problematica psicologica…
Per me è difficile elaborare e accettare una cura, in generale, di qualsiasi tipo. Da un lato vorrei sempre poter intervenire sul mio organismo per sistemare ciò che non va, dall'altro mi spaventa proprio l’idea di farlo. A questa tensione si aggiunge quella verso i medici: da un lato le vedo come persone qualificate a cui mi rivolgo volentieri per risolvere i miei problemi, dall'altro certe volte posso farmi prendere dallo sconforto e pensare che non siano che distributori di farmaci a cui in fondo importa solo spegnere un sintomo, senza badare a tutto il resto.
Vi racconto la mia esperienza… se non vi va di leggerla perché troppo lunga, potete andare pure direttamente alle conclusioni.
Da adolescente ho sofferto molto di ansia e attacchi di panico, per aiutarmi a contenere il problema e andare a scuola ho iniziato la psicoterapia e ho iniziato una cura con un antidepressivo chiamato fevarin. La cura è andata avanti tanto, in modo non costante (certe volte ho sospeso per 3 mesi, o anche 6, forse una volta per più di 9 ma non ricordo bene) fatto sta che a 21 anni ho cambiato psicoterapista e mi sono da subito posto l’obiettivo di non avere più bisogno di alcuna medicina. Il farmaco mi aveva aiutato molto, ma in certi periodi mi sentivo meno lucido, ogni tanto avevo paura che condizionasse in modo leggero le mie facoltà cognitive. Di poco, ma le condizionasse. Chi vuole andare avanti con gli psicofarmaci tutta la vita? Non volevo sentirmi dipendente, volevo dimostrarmi di poter vivere senza. Verso i 23, dopo mie diverse insistenze, finalmente il mio terapista ha deciso di togliermi con il fevarin. Non ero pronto, ho subito ripreso a sentirmi di nuovo fragile… nel mentre quell’estate ho avuto strane reazioni: mi ritrovo la schiena piena di acne, una cosa di cui non avevo mai sofferto. Nel mentre noto il primo diradamento di capelli… la situazione precipita nei sei mesi successivi, mentre l’acne sparisce, mi escono molti peli sulla schiena e i capelli sono peggiorati a vista d’occhio.
Nel frattempo mi è toccato assumere un altro farmaco, Plaquenil, per la cura dell’artitre indifferenziata. Una cura necessaria, perché quella patologia se non trattata per tempo può evolvere in forme davvero brutte. Ricordo che il primo mese pregai di sospendere tutto perché mi faceva sentire stanchissimo, come se pesassi il triplo, e quando dormivo mi sembrava di essere stato sveglio tutta la notte. è un effetto comune, bisogna sempre aspettare un po' prima di abituarsi e va via da sé, ma mi ha comunque segnato un po'.
Quando sono iniziati i problemi a livello dermatologico e specialmente con i capelli, ho subito iniziato ad associarli con i farmaci assunti nella mia vita. Probabilmente cercavo una scusa per non accettare di avere aga, volevo credere che fosse alopecia psicogena o effluvio da farmaci… quindi mi ammazzavo di domande: se fosse perché ho avuto uno sbalzo ormonale dopo 10 anni di psicofarmaci? Se fosse un effetto di quell'altra medicina? E via così… Nel mentre mi sono anche fatto vedere, ma la superficialità di certi medici non mi ha tranquillizzato
Aggiungiamoci poi che ho iniziato una relazione con una ragazza ancora più spaventata dai farmaci di me, cresciuta in una famiglia dove si credeva nell'omeopatia, e anche questo mi ha condizionato molto
Con il tempo comunque sono migliorato abbastanza da non dover più assumere nessun antidepressivo, e anche l’artrite, grazie proprio al plaquenil, si è “spenta” tanto che la terapia è finita. Ma, nonostante questo, tutt’ora non sono venuto a capo delle mie paure.
Mi è capitato qualche mese fa di cercare spiegazioni dal mio psichiatra, perché pensavo di aver condizionato tutta la mia vita e il mio sviluppo ormonale e mentale…
Ora, tutta questa storia per far capire come io sicuramente non sia un buon candidato a cure generalmente “controverse” come quelle per i capelli, dove basta andare cinque minuti su internet per leggere qualsiasi cosa.
Ho a lungo posticipato l’inizio della terapia con l'aga, giustificandomi con motivi economici, per poi rendermi conto che, appunto, se da un lato desideravo intervenire, dall'altro ne ero spaventato.
Un dermatologo (con un fare molto superficiale, infatti d’ora in poi andrò solo da privati) mi ha prescritto un anno fa il classico fina+minox e ci ho messo sei mesi prima di trovare il coraggio per iniziare a prendere solo il minox galenico.
Alla terza applicazione già ho iniziato a sentire la pressione bassissima e una forte stanchezza. Sono andato in panico e allora via su internet a cercare tutto quello che potesse tranquilizzarmi. Il problema è che su internet ci sarà sempre chi dice una cosa e chi il contrario, e alla fine conta solo la tua reazione soggettiva… ma qual è la tua reazione soggettiva? Ho passato dieci anni soffrendo di attacchi di panico in cui ero convinto di essere in punto di morte per cause fisiche, perché sentivo certe cose nel mio corpo, ma in realtà non c’era nulla. Dove arriva la psiche, dove inizia il fisico? Ho sperimentato sensazioni fortissime e allarmanti che erano solo nella mia testa, non possono esserlo anche queste reazioni ad un farmaco? E se invece fosse tutto vero? E come posso non essere condizionato dalle mie esperienze che ho consultato on line?
Dopo pochi giorni quel senso di pressione bassa è sparito per fortuna... ma dopo due mesi ho ripreso a soffrire per il farmaco. Mi chiedevo se non stessi facendo qualcosa di artificiale, mi svegliando pensando al fatto che sì, mi stavano ricrescendo i capelli, ma ero diventato schiavo di una molecola per il resto della mia vita.
Superata quella fase, di nuovo preoccupazioni per nuovi effetti collaterali. Ho pensato che il minox mi desse una sorta di stato confusionale continuo, mi facesse sembrare i ricordi meno lucidi e più “lontani”… poi sono entrato in paranoia all'idea che potesse farmi aumentare la barba e i peli corporei, poi che potesse dare addirittura problemi alla vista… Ovviamente nel mentre finivo su internet, qui o su google, a fare lunghe ricerche per cercare di tranquillizzarmi su ogni singolo aspetto.
Per fortuna oltre a queste fasi ci sono sempre state anche quelle di serenità in cui mi godevo gli effetti della terapia senza badare tropo ai minimi dettagli sul mio corpo. Però la paura può sempre tornare, ad esempio prima di natale mi è venuta una leggera dermatite con seborrea e ho pure aperto un topic qui, in cui si capiva quanto ero terrorizzato. Rileggevo le mie parole e mi rendevo conto che ero proprio uno di quegli utenti pieni di paranoie a cui sembra non bastare mai nessuna rassicurazione. Il problema poi si è risolto da sé, ovviamente, ho continuato la cura con mia discreta soddisfazione. Da notare: una sera il bruciore era insopportabile, ero in svizzera da un mio amico ed ero al culmine dell’ansia… usavo una lozione per lenire ma non faceva nulla, preso dalla disperazione ho preso qualche goccia di xanax e puff, il bruciore è letteralmente sparito. Questo mi ha fatto riflettere non poco.
Oggi ho vissuto una situazione ancora più esemplare e infatti è per quello che ho deciso di aprire questo topic.
L’altro giorno sono stato da un urologo per via di piccoli ma persistenti problemi: sgocciolamento dopo la minzione, getto di urine e sxxxxa leggermente più debole, tutte cose che tra l’altro ho sempre associato ai presunti squilibri dati dai farmaci di cui parlavo sopra. Dopo diversi esami, anche invasivi, privi di risultato, questo nuovo urologo mi ripete la palpazione della prostata e la trova “infiammata”. Oltre alla lista di cose che possono dare quel problema, mi prescrive Recoprox, dicendomi che sono degli integratori, devo prenderli per tre mesi e poi quando voglio posso riprendere la cura anche più a lungo senza problemi. Solo a casa mi rendo conto che si tratta di serenoa repens, e in effetti sono incuriosito dal provarla. Molto probabilmente l'urologo me l'ha prescritta per via della sua azione anti-infiammatoria e decongestionante, non per inibire l'alpha5 reduttasi, però io so che si usa anche per curare l'aga.
Ora, io so da mesi che sono consapevole che, presto o tardi, se voglio mantenere i capelli, dovrò entrare nel mondo degli anti-dht… di nuovo, da un lato non vedo l’ora di iniziare e vedere i risultati, dall'altro mi spaventa pensare che potrei essere io uno di quelli che sperimentano gli effetti collaterali…
Ieri l’ho presa per la prima volta e ovviamente dopo poche ore ero già su internet a cercare “serenoa effetti collaterali”, “serenoa calo libido”, “serenoa disfunzione erettile”… e ovviamente mi sono sorbito le solite cose. Articoli su siti di salute e bellezza, consulti medici on-line (come questo http://www.andrologiaonline.it/questions.php?search_text=serenoa dove un andrologo mette sullo stesso identico piano serenoa e finasteride...), e i forum... sia questo, dove qualcuno parla di sides minimi, qualcuno di sides possibili e più evidenti, qualcuno di sides assenti, e quell’altro dedicato proprio alla vera o presunta sindrome post finasteride, dove addirittura qualcuno lamentava effetti collaterali da serenoa dopo 12 giorni, rientrati solo dopo anni dalla fine dell’assunzione!
Io stamattina mi sono svegliato e la prima cosa che ho fatto è chiedermi se avevo una erezione… Ma che davvero? Ma quando mai ho badato se avevo il durello di prima mattina! Ci saranno state migliaia di volte in cui mi sono svegliato senza una erezione, credo, e neanche ci ho fatto caso, ma se mi fosse successo stamattina sarebbe stato un dramma.
E poi ho passato la giornata sentendo:
- minore sensibilità al pene
- l’impressione di avere il pene più flaccido a riposo
- l’impressione di non avere una erezione completa, e di far più fatica a raggiungerla e a mantenerla
- una strana sensazione, quasi un dolore, al petto, dietro ai capezzoli
- torpore e senso di “pressione” ai polsi, le caviglie e i muscoli, tricipiti e quadricipiti
- la solita sensazione di leggero stato confusionale
- debolezza e astenia durante la cena
- mentre scrivo mi sembra di avere un bisogno di minzionare più urgente e meno controllabile del solito
Oggi avevo una gran voglia di aprire un nuovo topic chiedendo aiuto riguardo effetti collaterali da serenoa, poi ci ho riflettuto su: davvero tutte queste cose dopo una sola, singola pillola di serenoa, un integratore naturale, per cui non serve neanche la ricetta???
e mi sono ammesso per l’ennesima volta che al di là del fatto che siano reali o meno, io ho davvero paura di curarmi, e tutto questo mi fa diventare iper-sensibile a ogni minima variazione che altrimenti ignorerei e che potrebbe essere causata da mille altre cose.
La mia paura sono proprio i dettagli. Se le mie erezioni erano 10, non è che saranno 9? Se la mia lucidità era 10, non è che diventerà 9? Sono proprio sicuro che sono sceso da 10 a 9? E chi mi garantisce che è stato quel fattore e non un altro? E una volta capito che è così, riuscirò a tornare a 10?
è la paura di barattare una parte di me per poter sistemare qualcos'altro… gettandomi in un mondo nebbioso… il problema è che focalizzarsi sui dettagli rende difficile capire se davvero è cambiato qualcosa, rende impossibile fare paragoni certi, quindi getta ancora più nel dubbio e di conseguenza fa aumentare l’ansia… con relativo aumento di impressioni fisiche spiacevoli e via così in un loop continuo... mentre divento sempre più ossessionato sul dettaglio, sulla minima variazione, chiedendomi in me stesso in una continua osservazione.
Ho notato che spesso l’atteggiamento verso la questione è il seguente: se vuoi curarti fallo, ma se parti col la paura degli effetti collaterali allora lascia perdere perché entri in un labirinto in cui non ne verrai più a capo.
Però mi chiedo se è solo questa la soluzione… Perché la paura degli effetti collaterali deve portare alla rinuncia di qualsiasi cura? Non posso cercare di curarmi E di superare l’angoscia da effetti collaterali? La mia spiccata sensibilità corporea deve per forza essere un ostacolo insormontabile? È possibile, nel caso in cui davvero si presentino sides, affrontare la questione con equilibrio, senza viverla come un aut aut dove qualsiasi decisione (proseguire con la terapia oppure abbandonarla) sarà comunque una sconfitta?
Forse non c’è tutta questa divisione fra chi crede nelle cure e le intraprende senza timori, ottenendo risultati e pochi pensieri, e chi invece le evita, ne parla come se fossero veleno, vede il mondo della medicina come una gigantesca Xxxxxx e via dicendo…
Io credo nella medicina moderna, ma ho anche una bella paura di tutti i suoi aspetti imprevedibili.
Conosco i rischi dei medicinali, ma con il tempo ho imparato a conoscermi abbastanza da saper vedere su di me il grande effetto che ha la mente sul mio corpo, la quantità incredibili di sensazioni che può generare e che possono farmi credere di avere un problema. Vorrei saper distinguere ciò che è crea la mia testa da ciò che non lo crea, vorrei saper scendere a patti con la mia salute, senza drammi.
Ripeto, non voglio insegnare nulla… è la mia storia, voglio venirne a capo. Ho spesso l’impressione si sia sviluppato su internet un grosso circolo vizioso, dove le persone leggono molte cose prima di curarsi, si ipersensibilizzano e poi lasciano testimonianze che alimenteranno a loro volta la paura di altri. Ma appunto non voglio sminuire l’esperienza di nessuno: nella medicina gli effetti collaterali sono qualcosa di pressoché inevitabile, sono documentati con la stessa evidenza dei benefici e dovremo sempre confrontarci con loro… e il fatto che li presentino lo 0.001% di chi ha preso un farmaco significa che difficilmente può capitare, ma che c’è qualche povero cristo a cui è davvero capitato…
Se qualcuno ha avuto la pazienza di leggere e volesse parlarne, raccontare esperienze simile o darmi qualche consiglio, sono ben felice di farlo