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Citazione:Una cura contro la calvizie femminile
Buoni risultati da un farmaco «maschile»
Capelli Sperimentazione a Bologna su casi di alopecia
In questo caso il Natale è citato a sproposito, visto che si fa riferimento alla festa più bella dell' anno per un' evenienza sgradita. Eppure si chiama così, il segno dell' albero di Natale, il primo indizio della calvizie femminile: un' area di diradamento dei capelli visibile alla discriminatura centrale che ha proprio la forma dell' alberello. Problema più diffuso di quanto si creda - c' è chi dice riguardi il 50% delle donne prima o poi nella vita - ed abbastanza a corto di cure. Ora Antonella Tosti, professore di clinica dermatologica all' Università di Bologna ha pubblicato sulla rivista Archives of Dermatology i risultati di una sperimentazione su 37 donne dai 19 ai 50 anni con la finasteride, farmaco che funziona abbastanza bene per la calvizie maschile. I primi tentativi di impiegarlo nella donna al dosaggio efficace nell' uomo non avevano dato risultati, ma la specialista bolognese ne ha raddoppiato le quantità (da un milligrammo, a due e mezzo) associandolo ad un contraccettivo per evitare eventuali gravidanze (il preparato provoca malformazioni nel nascituro). Dopo un anno di trattamento, 23 donne (il 62%) hanno mostrato un sensibile miglioramento: la densità dei capelli, verificata con la videodermoscopia, sistema computerizzato che utilizza un microscopio collegato ad una telecamera digitale, è aumentata in modo significativo. Tutto, senza effetti collaterali di rilievo. Particolare curioso: comune a tutte le donne del gruppo è stata la sopravvalutazione del risultato raggiunto, a conferma che per tirar su il morale basta l' idea di fare qualcosa per la propria chioma. «È evidente che il beneficio va confermato da altri studi, soprattutto in donne più anziane, già in menopausa, che potrebbero evitare l' abbinamento con il contraccettivo - commenta la specialista - e sarebbero le candidate ideali per la finasteride. In ogni modo per il futuro, anche qualora venisse confermato l' effetto anticaduta, vedo nella cura con questo farmaco una seconda scelta, qualora non funzioni l' applicazione locale del minoxidil, preparato che nella mia esperienza dà buoni risultati nella calvizie femminile». «Si tratta di uno studio interessante più sul piano sperimentale che su quello pratico - commenta Marcello Monti, docente di dermatologia all' Università di Milano e Responsabile dell' Unità di dermatologia dell' Istituto Humanitas di Milano -. Visto che la finasteride è un anti-androgeno, per la precisione blocca nei tessuti i recettori degli androgeni, il buon risultato ottenuto nella donna giovane farebbe pensare ad un meccanismo di questo tipo. Ma c' è anche l' associazione con l' estrogeno contenuto nella pillola anticoncezionale che suggerisce altri possibili effetti di tipo ormonale. In realtà brancoliamo un po' nel buio; non è chiaro, ancora, il meccanismo biologico che sta alla base della calvizie nella donna. Le possibili applicazioni future del lavoro della Tosti mi sembrano comunque abbastanza problematiche: il dosaggio è alto e nel caso di un trattamento prolungato bisogna mettere in conto possibili effetti collaterali». Se ne parla poco, ma la calvizie femminile è in aumento? «Non ho purtroppo dati precisi, - dice ancora Antonella Tosti - ma i disturbi del comportamento alimentare oggi così diffusi fra le adolescenti, con diete sbilanciate e dimagrimenti forzati, ne stanno, secondo me, favorendo una maggiore frequenza rispetto al passato». Problema forse più frequente di una volta, ma comunque sottovalutato. Lo ha messo ben in evidenza una indagine pubblicata di recente sul British Journal of Dermatology realizzata a Bologna intervistando una trentina di ragazze (età media vent' anni) con una calvizie evidente. Pochissime si erano rivolte al medico per il loro problema e molte lo minimizzavano. Più facile che fossero andate in cerca d' aiuto dal parrucchiere o dall' estetista. Per tutti i calvi, uomini e donne, è al lavoro, da anni ormai, la ricerca sulle cellule staminali del bulbo, ma nonostante le notizie sensazionali, regolarmente sconfessate, la medicina rigenerativa in questo campo non ha registrato successi che vadano al di là degli esperimenti sugli animali. Come mai? «Il topo ha una muscolatura sottocutanea molto diversa dall' uomo - risponde Mario Marazzi, Responsabile dell' Unità di terapia tissutale dell' Ospedale Niguarda di Milano. - E i bulbi sono difficili da ricostruire in laboratorio». Franca Porciani
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