Non gli AFFITTANO la casa perchè GAY

ivobernardini

Utente
20 Agosto 2006
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STILISTA (GAY?) NON PUO' PRENDERE IN AFFITTO UN APP.TO A MILANO!


Al netto dell'equazione se lei è stilista allora è gay, si è sentito dire: Ci dispiace, la casa non gliela possiamo affittare. Francesco Martini Coveri pensava di essere caduto in un tranello di Scherzi a Parte. Ha guardato stupito con un sorriso d'incredulità. Poi, quando ha capito che il tono dell'agente immobiliare era tutt'altro che ironico, il giovane stilista ha proseguito altrove la ricerca di una casa nel Quadrilatero della moda.

Di argomenti, volendo, ne avrebbe pure avuti, Coveri jr - che ha preso le redini dello zio Enrico (morto nel '90) e guida, assieme alla madre Silvana, la Maison Coveri - visto che, pur essendo stilista, non è omosessuale. Ma per fortuna non è nemmeno omofobo, ed essendo allergico ai pregiudizi ha pensato bene di girare i tacchi e andarsene.

Una roba pazzesca, ha subito commentato con la fidanzata Michela, ma siamo nel 2008 o nel medioevo...?, è sbottato. Quell'appartamento in via del Gesù, una delle strade più eleganti del centro di Milano, se lo erano già immaginato arredato. Lo stilista non aveva battuto ciglio nemmeno di fronte al canone d'affitto, ma comunque congruo, vista la zona, per un pentavani di oltre 200 metri quadrati dalle finiture eleganti. Ma tant'è. Nell'annuncio dell'agenzia - una delle più referenziate di Milano e che tratta, manco a dirlo, immobili di fascia alta - non figurava nessuna richiesta sull'orientamento sessuale del cliente (ce n'è una on line, gettonatissima, www. affitto. it che in una scheda facoltativa chiede ai privati di precisare scegliendo tra tre opzioni: eterosessuale, gay, bisessuale).

L'affare sembrava dunque avviato sulla buona strada. Sarebbe anche andato in porto - racconta Martini Coveri - ma quando ho sentito quella frase assurda non ne ho più voluto sapere. Non è importante il fatto che io non sia gay, il punto è un altro: è inspiegabile che, nel terzo millennio, nella Milano della moda, ci sia qualcuno che pone come discriminante per l'affitto di una casa i gusti sessuali di chi vuole andarci a abitare. Non è dato sapere se il veto sia stato posto dall'agenzia o, più probabilmente, dal proprietario dell'abitazione.

C'erano una volta i cartelli con su scritto non si affitta ai meridionali: erano gli anni Sessanta, migliaia di uomini arrivavano al Nord dalle regioni del Sud inseguendo il boom economico-industriale. Trovavano subito lavoro, gli immigrati, ma spesso sbattevano contro
 

ivobernardini

Utente
20 Agosto 2006
2,222
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STILISTA (GAY?) NON PUO' PRENDERE IN AFFITTO UN APP.TO A MILANO!


Al netto dell'equazione se lei è stilista allora è gay, si è sentito dire: Ci dispiace, la casa non gliela possiamo affittare. Francesco Martini Coveri pensava di essere caduto in un tranello di Scherzi a Parte. Ha guardato stupito con un sorriso d'incredulità. Poi, quando ha capito che il tono dell'agente immobiliare era tutt'altro che ironico, il giovane stilista ha proseguito altrove la ricerca di una casa nel Quadrilatero della moda.

Di argomenti, volendo, ne avrebbe pure avuti, Coveri jr - che ha preso le redini dello zio Enrico (morto nel '90) e guida, assieme alla madre Silvana, la Maison Coveri - visto che, pur essendo stilista, non è omosessuale. Ma per fortuna non è nemmeno omofobo, ed essendo allergico ai pregiudizi ha pensato bene di girare i tacchi e andarsene.

Una roba pazzesca, ha subito commentato con la fidanzata Michela, ma siamo nel 2008 o nel medioevo...?, è sbottato. Quell'appartamento in via del Gesù, una delle strade più eleganti del centro di Milano, se lo erano già immaginato arredato. Lo stilista non aveva battuto ciglio nemmeno di fronte al canone d'affitto, ma comunque congruo, vista la zona, per un pentavani di oltre 200 metri quadrati dalle finiture eleganti. Ma tant'è. Nell'annuncio dell'agenzia - una delle più referenziate di Milano e che tratta, manco a dirlo, immobili di fascia alta - non figurava nessuna richiesta sull'orientamento sessuale del cliente (ce n'è una on line, gettonatissima, www. affitto. it che in una scheda facoltativa chiede ai privati di precisare scegliendo tra tre opzioni: eterosessuale, gay, bisessuale).

L'affare sembrava dunque avviato sulla buona strada. Sarebbe anche andato in porto - racconta Martini Coveri - ma quando ho sentito quella frase assurda non ne ho più voluto sapere. Non è importante il fatto che io non sia gay, il punto è un altro: è inspiegabile che, nel terzo millennio, nella Milano della moda, ci sia qualcuno che pone come discriminante per l'affitto di una casa i gusti sessuali di chi vuole andarci a abitare. Non è dato sapere se il veto sia stato posto dall'agenzia o, più probabilmente, dal proprietario dell'abitazione.

C'erano una volta i cartelli con su scritto non si affitta ai meridionali: erano gli anni Sessanta, migliaia di uomini arrivavano al Nord dalle regioni del Sud inseguendo il boom economico-industriale. Trovavano subito lavoro, gli immigrati, ma spesso sbattevano contro
 

ivobernardini

Utente
20 Agosto 2006
2,222
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STILISTA (GAY?) NON PUO' PRENDERE IN AFFITTO UN APP.TO A MILANO!


Al netto dell'equazione se lei è stilista allora è gay, si è sentito dire: Ci dispiace, la casa non gliela possiamo affittare. Francesco Martini Coveri pensava di essere caduto in un tranello di Scherzi a Parte. Ha guardato stupito con un sorriso d'incredulità. Poi, quando ha capito che il tono dell'agente immobiliare era tutt'altro che ironico, il giovane stilista ha proseguito altrove la ricerca di una casa nel Quadrilatero della moda.

Di argomenti, volendo, ne avrebbe pure avuti, Coveri jr - che ha preso le redini dello zio Enrico (morto nel '90) e guida, assieme alla madre Silvana, la Maison Coveri - visto che, pur essendo stilista, non è omosessuale. Ma per fortuna non è nemmeno omofobo, ed essendo allergico ai pregiudizi ha pensato bene di girare i tacchi e andarsene.

Una roba pazzesca, ha subito commentato con la fidanzata Michela, ma siamo nel 2008 o nel medioevo...?, è sbottato. Quell'appartamento in via del Gesù, una delle strade più eleganti del centro di Milano, se lo erano già immaginato arredato. Lo stilista non aveva battuto ciglio nemmeno di fronte al canone d'affitto, ma comunque congruo, vista la zona, per un pentavani di oltre 200 metri quadrati dalle finiture eleganti. Ma tant'è. Nell'annuncio dell'agenzia - una delle più referenziate di Milano e che tratta, manco a dirlo, immobili di fascia alta - non figurava nessuna richiesta sull'orientamento sessuale del cliente (ce n'è una on line, gettonatissima, www. affitto. it che in una scheda facoltativa chiede ai privati di precisare scegliendo tra tre opzioni: eterosessuale, gay, bisessuale).

L'affare sembrava dunque avviato sulla buona strada. Sarebbe anche andato in porto - racconta Martini Coveri - ma quando ho sentito quella frase assurda non ne ho più voluto sapere. Non è importante il fatto che io non sia gay, il punto è un altro: è inspiegabile che, nel terzo millennio, nella Milano della moda, ci sia qualcuno che pone come discriminante per l'affitto di una casa i gusti sessuali di chi vuole andarci a abitare. Non è dato sapere se il veto sia stato posto dall'agenzia o, più probabilmente, dal proprietario dell'abitazione.

C'erano una volta i cartelli con su scritto non si affitta ai meridionali: erano gli anni Sessanta, migliaia di uomini arrivavano al Nord dalle regioni del Sud inseguendo il boom economico-industriale. Trovavano subito lavoro, gli immigrati, ma spesso sbattevano contro
 

samo

Utente
31 Maggio 2003
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Che tristezza!
Quell'agenzia dovrebbe mettere un cartello fuori...non si accettano mandati da proprietari cretini!, visto che sicuramente come dici tu il veto arriva dal padrone di casa.
 

ivobernardini

Utente
20 Agosto 2006
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Fra l'altro non si capisce il motivo: i gay essendo perlopiù single e non avendo famiglia sono molto spendaccioni! Probabilmente non era ritenuto affidabile, ovvero il padrone credeva che il tipo trasformasse la casa in una specie di bordello per incontri? Non si capisce davvero. Oltretutto Milano - per chi la conosce un minimo - è davvero piena zeppa di gay...
 

evolux

Utente
7 Maggio 2004
2,013
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L'importante è farsi capire.
Adesso il gay può cercare un altro appartamento.
Peccato però che l'hanno tirata un pò per le lunghe, potevano dirglielo subito che non accettavano gli omosessuali.
 

ivobernardini

Utente
20 Agosto 2006
2,222
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Certamente un proprietario di case e/o appartamenti può affittare a CHI CREDE meglio, secondo le sue preferenze. Siamo in democrazia.
Solo che rimango perplesso da questa motivazione: palesata e verbalizzata. Ci sono molti gay benestanti, affidabili, serissimi e persone perbene e anche che fanno parte della classe dirigente del paese.
Non sono tutti promiscui... non tutti si portano a casa marchettari... non tutti fanno festini o gang-bang.
Insomma... se devo dire la mia è stato proprio un esempio di provincialismo che da una città europea come Milano non me l'aspettavo davvero.
 

brasileiro

Utente
28 Novembre 2003
941
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Ci sono proprietari che non affittano a studenti perchè fanno rumore, o a stranieri di certe nazionalità perchè ne percepiscono una potenziale inaffidabilità, o fumatori perchè gli rovinano i muri, o a gente che ha animali perchè si contorcono dentro di loro all'ìdea che il gattino possa fare i bisogni dentro casa.

Queste cose sono all'ordine del giorno, non le condivido ma non mi scandalizzerei, non si può avere tutti belli e buoni in una società
 

ivobernardini

Utente
20 Agosto 2006
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Citazione:Messaggio inserito da Fabricius
Medioevo Rulez.


Ad esempio io sono SICURO (non ho problemi di dovermi affittare case) che se andassi da Fabricius mi affitterebbe una stanza subito, pur essendo io gay.
E anzi, mi farebbe pure dormire nella sua stanza?
[:p]
Vero Fabri?
Mo non mi sconfermare.... e che caspita.
[:D]
 

qwerty__

Utente
8 Settembre 2007
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Pensa che ancora oggi al Nord diversi proprietari liquidano con palesi motivazioni degli affitti a meridionale in giustificazione della loro provenienza.
 

smith

Utente
8 Settembre 2007
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Nessuno di voi ovviamente ha messo in dubbio la veridicità dell'articolo. Le notizie vanno vendute e i giornalisti tengono famiglia.
 

samo

Utente
31 Maggio 2003
1,781
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Hai ragione...non ci avevo pensato...e mi sa che non sia facile possa esser così
 

ivobernardini

Utente
20 Agosto 2006
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Citazione:Messaggio inserito da smith
Nessuno di voi ovviamente ha messo in dubbio la veridicità dell'articolo. Le notizie vanno vendute e i giornalisti tengono famiglia.


Caro Smith... forse hai proprio ragione. Ho due amici a Milano e ho telefonato loro. Pare che sia una cosa montata per fare reclame pubblicitaria, del resto Milano è PIENA di gay (letteralmente) e quindi la cosa in se non aveva alcun senso.
Oltretutto quella via è proprio adiacente in pratica al c.d. quadrilatero della moda, per cui probabilmente è davvero una manovra pubblicitaria.
Come noto in quel quartiere i proprietari sono quasi sempre delle grosse agenzie immobiliari, delle piccole holding... figuriamoci se negano la casa a un gay. A loro frega solo di incamerare i 5-6.000 euro al mese caldi caldi.
 

alexio80

Utente
14 Marzo 2008
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che sia stato pubblicità o no, oggi giorno ci sono ancora delle discriminazioni notevoli da parte della gente... Mi è capitato di sentire con le mie orecchie e non sto assolutamente scherzando una frase detta da un mio collega di lavoro: Meglio un figlio tossicodipendente che un figlio gay! Quando ho sentito la frase mi si è gelato il sangue!!!!!!