L’ NGF (Nerve Grovvth Factor) il fattore di crescita del sistema nervoso, é il primo fattore di crescita ad essere stato studiato e sicuramente il più noto. Scoperto nel 1951 da Rita Levi Montalcini, che per questo ha ricevuto il premio Nobel per la medicina nel 1986, é una proteina, che insieme ad altre neuroproteine che stimolano lo sviluppo delle cellule nervose, potrebbe essere attiva anche sulla perdita dei capelli. Recenti studi hanno infatti individuato che anche sui follicoli capillari sono presenti ricettori simili a quelli neuronali, con cui le neuroproteine regolerebbero il ciclo vitale e di crescita dei capelli.
Diverse esperimenti hanno dimostrato che l'NGF possa essere usato, oltre che, per prevenire i danni neuronali di origine chirurgica, chimica, meccanica o ischemica (cioé conseguente all'interruzione di irrorazione sanguigna che comporta una mancanza di ossigenazione indispensabile per la vita delle cellule), anche per la cura di patologie del sistema nervoso centrale e periferico, nonché per alcune patologie che coinvolgono il sistema immunitario, nel quale è stato identificato un ruolo importante di questa molecola.
Le malattie, perciò, in cui si pensa di poterlo impiegare per ottenere una guarigione o un miglioramento delle condizioni del paziente sono: il morbo di Alzheimer e di Parkinson, caratterizzati dalla degenerazione neuronale, le malattie che colpiscono la sensibilità periferica come la lebbra, il diabete, l'AIDS, i traumi chirurgici, in una malattia che colpisce l'occhio, l'ulcera corneale neurotrofica e da oggi, anche per un problema molto meno importante ma molto sentito e diffuso come quello della cura delle calvizie.
L'NGF potrebbe, quindi, rivoluzionare, i rimedi contro la perdita dei capelli, che colpisce l'80% dei maschi; infatti, controllando questa stimolazione sarà forse possibile aprire nuove prospettive nella terapia di un problema che provoca, talvolta, anche gravi disagi psicologici, poiché molto spesso chi perde capelli, perde anche autostima, perché teme di apparire più vecchio e quindi più insicuro
Diverse esperimenti hanno dimostrato che l'NGF possa essere usato, oltre che, per prevenire i danni neuronali di origine chirurgica, chimica, meccanica o ischemica (cioé conseguente all'interruzione di irrorazione sanguigna che comporta una mancanza di ossigenazione indispensabile per la vita delle cellule), anche per la cura di patologie del sistema nervoso centrale e periferico, nonché per alcune patologie che coinvolgono il sistema immunitario, nel quale è stato identificato un ruolo importante di questa molecola.
Le malattie, perciò, in cui si pensa di poterlo impiegare per ottenere una guarigione o un miglioramento delle condizioni del paziente sono: il morbo di Alzheimer e di Parkinson, caratterizzati dalla degenerazione neuronale, le malattie che colpiscono la sensibilità periferica come la lebbra, il diabete, l'AIDS, i traumi chirurgici, in una malattia che colpisce l'occhio, l'ulcera corneale neurotrofica e da oggi, anche per un problema molto meno importante ma molto sentito e diffuso come quello della cura delle calvizie.
L'NGF potrebbe, quindi, rivoluzionare, i rimedi contro la perdita dei capelli, che colpisce l'80% dei maschi; infatti, controllando questa stimolazione sarà forse possibile aprire nuove prospettive nella terapia di un problema che provoca, talvolta, anche gravi disagi psicologici, poiché molto spesso chi perde capelli, perde anche autostima, perché teme di apparire più vecchio e quindi più insicuro