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Citazione:
Dopo 16 anni Ettore Viola denuncia: «Così l'Inter ci rubò la Coppa Uefa» (Il Romanista)
Il figlio dell'amatissimo presidente Dino Viola rivela: «Il direttore di gara voleva 150mila dollari per essere buono con noi. Dissi di no e lui si offrì ai nerazzurri».
zoom - galleria L'8 maggio 1991 migliaia di tifosi giallorossi seguono la squadra a Milano: sotto le luci di San Siro, si gioca la finale d'andata di Coppa Uefa. Finisce 2-0 per i nerazzurri, con un contestatissimo rigore concesso dal sovietico Spirin agli uomini di Trapattoni per presunto fallo su Berti. Dal dischetto, Matthaeus non sbaglia. E, pochi minuti più tardi, ecco il raddoppio. Negli spogliatoi, a fine gara, Ottavio Bianchi e alcuni giocatori, Giannini in testa, sono furiosi. Il 22 maggio, all'Olimpico, la rimonta giallorossa resta incompiuta: segna Rizzitelli, all'80', e finisce 1-0 per la Roma. La ribalta è dell'Inter, il retroscena tutto dell'arbitro Spirin, protagonista della gara d'andata e della storia che racconta Ettore Viola. «Mio padre era morto pochi mesi prima, a gennaio - ricorda il figlio del presidente Dino - Formalmente la guida del club era nelle mani di mia madre Flora, con l'avvocato Giovanni Guidi, scomparso recentemente, nelle vesti di amministratore delegato. Ma ero io, in realtà, a portare avanti le cose: ero una sorta di presidente ombra. E poi c'era Ciarrapico, arrembante, pronto a subentrare. Una decina di giorni prima della finale di Coppa Uefa, fui contattato da una signora russa che avevo conosciuto tempo addietro. E arrivò la proposta».
Chi era questa signora russa? «Era un'imprenditrice ben inserita nel mercato sovietico, che si occupava di molte cose e anche di calcio. L'avevo conosciuta in occasione dell'arrivo di Mikhailichenko alla Roma. All'epoca il centrocampista venne operato dal professor Perugia, ma poi decidemmo di non tesserarlo e lui finì alla Sampdoria. Si rifece viva alla vigilia della partita con l'Inter».
Per dirle cosa? «Che l'arbitro Spirin, in cambio di 150mila dollari, sarebbe stato benevolo nei nostri confronti nella partita d'andata».
E quale fu la sua reazione? «Beh, feci alcune considerazioni. In primo luogo, pensai che nel dna della famiglia Viola non c'è mai stata la consuetudine di manipolare i risultati del campo. Poi, ero con
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Dopo 16 anni Ettore Viola denuncia: «Così l'Inter ci rubò la Coppa Uefa» (Il Romanista)
Il figlio dell'amatissimo presidente Dino Viola rivela: «Il direttore di gara voleva 150mila dollari per essere buono con noi. Dissi di no e lui si offrì ai nerazzurri».
zoom - galleria L'8 maggio 1991 migliaia di tifosi giallorossi seguono la squadra a Milano: sotto le luci di San Siro, si gioca la finale d'andata di Coppa Uefa. Finisce 2-0 per i nerazzurri, con un contestatissimo rigore concesso dal sovietico Spirin agli uomini di Trapattoni per presunto fallo su Berti. Dal dischetto, Matthaeus non sbaglia. E, pochi minuti più tardi, ecco il raddoppio. Negli spogliatoi, a fine gara, Ottavio Bianchi e alcuni giocatori, Giannini in testa, sono furiosi. Il 22 maggio, all'Olimpico, la rimonta giallorossa resta incompiuta: segna Rizzitelli, all'80', e finisce 1-0 per la Roma. La ribalta è dell'Inter, il retroscena tutto dell'arbitro Spirin, protagonista della gara d'andata e della storia che racconta Ettore Viola. «Mio padre era morto pochi mesi prima, a gennaio - ricorda il figlio del presidente Dino - Formalmente la guida del club era nelle mani di mia madre Flora, con l'avvocato Giovanni Guidi, scomparso recentemente, nelle vesti di amministratore delegato. Ma ero io, in realtà, a portare avanti le cose: ero una sorta di presidente ombra. E poi c'era Ciarrapico, arrembante, pronto a subentrare. Una decina di giorni prima della finale di Coppa Uefa, fui contattato da una signora russa che avevo conosciuto tempo addietro. E arrivò la proposta».
Chi era questa signora russa? «Era un'imprenditrice ben inserita nel mercato sovietico, che si occupava di molte cose e anche di calcio. L'avevo conosciuta in occasione dell'arrivo di Mikhailichenko alla Roma. All'epoca il centrocampista venne operato dal professor Perugia, ma poi decidemmo di non tesserarlo e lui finì alla Sampdoria. Si rifece viva alla vigilia della partita con l'Inter».
Per dirle cosa? «Che l'arbitro Spirin, in cambio di 150mila dollari, sarebbe stato benevolo nei nostri confronti nella partita d'andata».
E quale fu la sua reazione? «Beh, feci alcune considerazioni. In primo luogo, pensai che nel dna della famiglia Viola non c'è mai stata la consuetudine di manipolare i risultati del campo. Poi, ero con