RETTORI NEPOTISTI? LEGGETE QUA.............................
La Facoltà di Medicina e Chirurgia dell' Università di Modena si è riunita giovedì per nominare il professore ordinario di’’Scienze tecniche mediche applicate’’.
E’ prassi consolidata della Facoltà approvare all’unanimità i risultati di un concorso nazionale, soprattutto quando questo concorso prevede un unico vincitore e quando questo vincitore appartenga già al suo corpo accademico. Ma questa volta non e’ stato così.
Su 69 professori aventi diritto al voto, 51 hanno votato a favore del professor xy, unico vincitore del concorso nazionale, 3 sono stati contrari e 15 non hanno partecipato alla votazione.
[?]
Pur con questa sostanziale approvazione e’ emerso tuttavia evidente, nel corso del consiglio, il disagio del collegio dei professori per questa nomina.
Anche all’opinione pubblica è noto che uno dei mali del sistema universitario italiano consiste nella difficoltà per i giovani di entrare a far parte del corpo accademico, difficoltà che li costringe ad infoltire la schiera dei«cervelli» in fuga dal nostro paese.
[ov][ov][ov]
Tale difficoltà si riflette anche nella età media dei ricercatori e professori universitari italiani che e’ tra le più alte al mondo. Sotto questo aspetto la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Modena non si differenzia dalle altre facoltà italiane. E’ infatti leit-motive di ogni suo consiglio relativo all’entrata di nuovi ricercatori o professori, che per questa entrata non ci sono fondi o, quando ci sono, sono di entità estremamente ridotta.
[sm]
Ci si chiede allora come sia potuto avvenire il miracolo di un giovane che, a Modena, in poco tempo abbia superato i numerosi ricercatori precari che sperano in una stabilizzazione dopo anni di impegno o i ricercatori ed i professori associati che da anni si attendono un meritato avanzamento di carriera.
[sp]
In tutta evidenza il curriculum del giovane non giustifica una così fulminea carriera, né per quanto riguarda i suoi risultati scientifici, né per le sue capacità cliniche.
L’ascesa si spiega invece per la frenetica attività del «papà» Rettore che, a suo dire, è riuscito a trovare presso il Ministero della Università «fondi dedicati» per far diventare il figlio: - nel novembre 2001-’’Ricercatore di Malattie cutanee e veneree’’, poi - nel dicembre 2004 - professore associato sempre di’’Malattie cutanee e veneree’’; ed ora, maggio 2007, professore ordinario di’’Scienze tecniche mediche applicate’’.
I f
La Facoltà di Medicina e Chirurgia dell' Università di Modena si è riunita giovedì per nominare il professore ordinario di’’Scienze tecniche mediche applicate’’.
E’ prassi consolidata della Facoltà approvare all’unanimità i risultati di un concorso nazionale, soprattutto quando questo concorso prevede un unico vincitore e quando questo vincitore appartenga già al suo corpo accademico. Ma questa volta non e’ stato così.
Su 69 professori aventi diritto al voto, 51 hanno votato a favore del professor xy, unico vincitore del concorso nazionale, 3 sono stati contrari e 15 non hanno partecipato alla votazione.
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Pur con questa sostanziale approvazione e’ emerso tuttavia evidente, nel corso del consiglio, il disagio del collegio dei professori per questa nomina.
Anche all’opinione pubblica è noto che uno dei mali del sistema universitario italiano consiste nella difficoltà per i giovani di entrare a far parte del corpo accademico, difficoltà che li costringe ad infoltire la schiera dei«cervelli» in fuga dal nostro paese.
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Tale difficoltà si riflette anche nella età media dei ricercatori e professori universitari italiani che e’ tra le più alte al mondo. Sotto questo aspetto la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Modena non si differenzia dalle altre facoltà italiane. E’ infatti leit-motive di ogni suo consiglio relativo all’entrata di nuovi ricercatori o professori, che per questa entrata non ci sono fondi o, quando ci sono, sono di entità estremamente ridotta.
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Ci si chiede allora come sia potuto avvenire il miracolo di un giovane che, a Modena, in poco tempo abbia superato i numerosi ricercatori precari che sperano in una stabilizzazione dopo anni di impegno o i ricercatori ed i professori associati che da anni si attendono un meritato avanzamento di carriera.
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In tutta evidenza il curriculum del giovane non giustifica una così fulminea carriera, né per quanto riguarda i suoi risultati scientifici, né per le sue capacità cliniche.
L’ascesa si spiega invece per la frenetica attività del «papà» Rettore che, a suo dire, è riuscito a trovare presso il Ministero della Università «fondi dedicati» per far diventare il figlio: - nel novembre 2001-’’Ricercatore di Malattie cutanee e veneree’’, poi - nel dicembre 2004 - professore associato sempre di’’Malattie cutanee e veneree’’; ed ora, maggio 2007, professore ordinario di’’Scienze tecniche mediche applicate’’.
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