Novembre 2007, ritorna il grande Dario Argento
Si chiude la trilogia iniziata con «Suspiria» e «Inferno»: una forza oscura si impadronisce di Roma e scatena stupri e omicidi
Se è vero, come dice la Bibbia, che le colpe dei padri ricadranno sui figli fino alla settima generazione, nel mondo del cinema horror anche con le colpe delle madri è meglio non scherzare. Per lo meno non lo può fare Sarah Mandy (Asia Argento) che da specializzanda in restauro e archeologia al Museo di arte antica di Roma si trova catapultata in un incubo fatto di gole sgozzate e corpi devastati proprio «per colpa» della madre Elisa (Daria Nicolodi, anche nella realtà madre di Asia), morta apparentemente in un incidente anni prima ma in realtà uccisa da una strega malefica.
Era, quello della lotta degli umani contro le streghe, lo spunto intorno a cui girava Suspiria (1977), che poi proseguiva in Inferno (1980) e che adesso arriva a compimento con La terza madre, presentato in edizione integrale al Festival di Toronto e in versione «V.M. 14» alla festa di Roma e ora nei cinema italiani. La notazione non sembrerebbe ininfluente perché il director's cut, almeno a sentire Giulia D'Agnolo Vallan su Ciak, è «più urgentemente brutale», capace di condensarsi in «una febbre di follia che spazza il mondo» e in «un delirio collettivo di distruzione che fa pensare a Howard Philips Lovecraft». Peccato, perché non potendo fare il confronto ci dobbiamo attenere alla versione «purgata» per il mercato nazionale, dove però le invenzioni del regista sembrano molto meno ficcanti e convincenti. O per lo meno così appaiono a chi scrive, soprattutto dopo la «svolta» che ha portato Argento dal thriller all'horror.
La terza madre inizia con il ritrovamento, all'esterno del cimitero di Viterbo, di una misteriosa cassetta ottocentesca: dentro c'è qualcosa di talmente terribile che lo scopritore decide di mandarla al Museo di arte antica di Roma dove il suo direttore, Michael Pierce (Adam James), dovrebbe essere in grado di decifrarne importanza e pericolosità. Sfortunatamente la sua vice dissigilla la cassetta senza aspettare il ritorno di Pierce e in questo modo libera una serie di forze maligne che cominciano a «impossessarsi» della volontà degli abitanti di Roma per trasformarli in assassini, stupratori e criminali di vario tipo. Sarah Mandy, fuggita per caso alla stessa sorte della sua vicedirettrice e sospettata dalla polizia di essere un mitomane visionaria per via di una ricostruzione dei f
Si chiude la trilogia iniziata con «Suspiria» e «Inferno»: una forza oscura si impadronisce di Roma e scatena stupri e omicidi
Se è vero, come dice la Bibbia, che le colpe dei padri ricadranno sui figli fino alla settima generazione, nel mondo del cinema horror anche con le colpe delle madri è meglio non scherzare. Per lo meno non lo può fare Sarah Mandy (Asia Argento) che da specializzanda in restauro e archeologia al Museo di arte antica di Roma si trova catapultata in un incubo fatto di gole sgozzate e corpi devastati proprio «per colpa» della madre Elisa (Daria Nicolodi, anche nella realtà madre di Asia), morta apparentemente in un incidente anni prima ma in realtà uccisa da una strega malefica.
Era, quello della lotta degli umani contro le streghe, lo spunto intorno a cui girava Suspiria (1977), che poi proseguiva in Inferno (1980) e che adesso arriva a compimento con La terza madre, presentato in edizione integrale al Festival di Toronto e in versione «V.M. 14» alla festa di Roma e ora nei cinema italiani. La notazione non sembrerebbe ininfluente perché il director's cut, almeno a sentire Giulia D'Agnolo Vallan su Ciak, è «più urgentemente brutale», capace di condensarsi in «una febbre di follia che spazza il mondo» e in «un delirio collettivo di distruzione che fa pensare a Howard Philips Lovecraft». Peccato, perché non potendo fare il confronto ci dobbiamo attenere alla versione «purgata» per il mercato nazionale, dove però le invenzioni del regista sembrano molto meno ficcanti e convincenti. O per lo meno così appaiono a chi scrive, soprattutto dopo la «svolta» che ha portato Argento dal thriller all'horror.
La terza madre inizia con il ritrovamento, all'esterno del cimitero di Viterbo, di una misteriosa cassetta ottocentesca: dentro c'è qualcosa di talmente terribile che lo scopritore decide di mandarla al Museo di arte antica di Roma dove il suo direttore, Michael Pierce (Adam James), dovrebbe essere in grado di decifrarne importanza e pericolosità. Sfortunatamente la sua vice dissigilla la cassetta senza aspettare il ritorno di Pierce e in questo modo libera una serie di forze maligne che cominciano a «impossessarsi» della volontà degli abitanti di Roma per trasformarli in assassini, stupratori e criminali di vario tipo. Sarah Mandy, fuggita per caso alla stessa sorte della sua vicedirettrice e sospettata dalla polizia di essere un mitomane visionaria per via di una ricostruzione dei f