la ragazza di benin city........

de rossi

Utente
9 Agosto 2007
5,220
3
1,415
mi ha colpito moltissimo il romanzo di claudio magnabosco akara-ogun e la ragazza di benin city che narra la storia d'amore tra un italiano ed una giovanissima nigeriana che vive clandestinamente in italia di cui vi allego alcuni passaggi.

Amo una giovane africana, ma - in realtà - amo tutte le africane che vivono in Italia; credo che tutti dovrebbero amarne una, come padri, fratelli, amici, compagni, mariti o, più semplicemente, come esseri umani: queste ragazze hanno lasciato l'Africa dove si muore di fame e di malattie; dove le loro famiglie sopravvivono negli stenti. Non lapidiamo questa ragazze e liberiamole dalla loro schiavitù.

Ci siamo conosciuti in una situazione molto particolare e questa ragazza, quasi analfabeta, clandestina, fiera ma schiava di una situazione per uscire dalla quale deve trovare il denaro per il proprio riscatto e qualcuno che le dia un rifugio sicuro, è entrata nel mio cuore, come se tutto il resto - compresi i miei due figli - l'avessi vissuto sì, mi appartenesse sì, ma riguardasse un'altra vita. Nel darmi la sua mano per camminare insieme, la stringe forte con una sorta di vergogna quando i passanti ci guardano e commentano la mia non più verde età ed il colore della sua pelle, o quando bevendo qualcosa in un locale pubblico, una lacrima appare nei suoi occhi che guardano in che modo vivono gli altri giovani come lei, bianchi però, liberi però, felici però. Così mi sento suo padre, suo fratello, il suo fidanzato, il suo amico, un suo compagno di scuola e molte altre cose, tutte le altre cose che lei non ha avuto e non ha conosciuto, perché la sua vita non è stata quella di una giovane donna, ma quella di una dea predestinata al sacrificio del proprio corpo per sopravvivere e far sopravvivere la propria famiglia.

Vorrei che chi ascolta questo mio appello provasse ad aiutare le tante sue connazionali che vivono una quotidianità nella quale il pane è incerto (i loro guadagni sono considerevoli, ma finiscono in mano a protettori e maman senza scrupoli) e il resto è attesa; e vorrei che, avvicinandosi a queste ragazze di colore che si vendono ai bordi delle strade, i clienti s'interrogassero sulle loro responsabilità in queste storie di fame e sfruttamento, di povertà e disperazione nascoste dietro ai gesti di tutte loro, perfino di quelle apparentemente più spudorate, perfino di quelle che non conoscono più il confine tra la bugia e la verità, ma conoscono solo la paura che impedisce loro di rivolgersi a quelle aut
 

de rossi

Utente
9 Agosto 2007
5,220
3
1,415
mi ha colpito moltissimo il romanzo di claudio magnabosco akara-ogun e la ragazza di benin city che narra la storia d'amore tra un italiano ed una giovanissima nigeriana che vive clandestinamente in italia di cui vi allego alcuni passaggi.

Amo una giovane africana, ma - in realtà - amo tutte le africane che vivono in Italia; credo che tutti dovrebbero amarne una, come padri, fratelli, amici, compagni, mariti o, più semplicemente, come esseri umani: queste ragazze hanno lasciato l'Africa dove si muore di fame e di malattie; dove le loro famiglie sopravvivono negli stenti. Non lapidiamo questa ragazze e liberiamole dalla loro schiavitù.

Ci siamo conosciuti in una situazione molto particolare e questa ragazza, quasi analfabeta, clandestina, fiera ma schiava di una situazione per uscire dalla quale deve trovare il denaro per il proprio riscatto e qualcuno che le dia un rifugio sicuro, è entrata nel mio cuore, come se tutto il resto - compresi i miei due figli - l'avessi vissuto sì, mi appartenesse sì, ma riguardasse un'altra vita. Nel darmi la sua mano per camminare insieme, la stringe forte con una sorta di vergogna quando i passanti ci guardano e commentano la mia non più verde età ed il colore della sua pelle, o quando bevendo qualcosa in un locale pubblico, una lacrima appare nei suoi occhi che guardano in che modo vivono gli altri giovani come lei, bianchi però, liberi però, felici però. Così mi sento suo padre, suo fratello, il suo fidanzato, il suo amico, un suo compagno di scuola e molte altre cose, tutte le altre cose che lei non ha avuto e non ha conosciuto, perché la sua vita non è stata quella di una giovane donna, ma quella di una dea predestinata al sacrificio del proprio corpo per sopravvivere e far sopravvivere la propria famiglia.

Vorrei che chi ascolta questo mio appello provasse ad aiutare le tante sue connazionali che vivono una quotidianità nella quale il pane è incerto (i loro guadagni sono considerevoli, ma finiscono in mano a protettori e maman senza scrupoli) e il resto è attesa; e vorrei che, avvicinandosi a queste ragazze di colore che si vendono ai bordi delle strade, i clienti s'interrogassero sulle loro responsabilità in queste storie di fame e sfruttamento, di povertà e disperazione nascoste dietro ai gesti di tutte loro, perfino di quelle apparentemente più spudorate, perfino di quelle che non conoscono più il confine tra la bugia e la verità, ma conoscono solo la paura che impedisce loro di rivolgersi a quelle aut
 

de rossi

Utente
9 Agosto 2007
5,220
3
1,415
mi ha colpito moltissimo il romanzo di claudio magnabosco akara-ogun e la ragazza di benin city che narra la storia d'amore tra un italiano ed una giovanissima nigeriana che vive clandestinamente in italia di cui vi allego alcuni passaggi.

Amo una giovane africana, ma - in realtà - amo tutte le africane che vivono in Italia; credo che tutti dovrebbero amarne una, come padri, fratelli, amici, compagni, mariti o, più semplicemente, come esseri umani: queste ragazze hanno lasciato l'Africa dove si muore di fame e di malattie; dove le loro famiglie sopravvivono negli stenti. Non lapidiamo questa ragazze e liberiamole dalla loro schiavitù.

Ci siamo conosciuti in una situazione molto particolare e questa ragazza, quasi analfabeta, clandestina, fiera ma schiava di una situazione per uscire dalla quale deve trovare il denaro per il proprio riscatto e qualcuno che le dia un rifugio sicuro, è entrata nel mio cuore, come se tutto il resto - compresi i miei due figli - l'avessi vissuto sì, mi appartenesse sì, ma riguardasse un'altra vita. Nel darmi la sua mano per camminare insieme, la stringe forte con una sorta di vergogna quando i passanti ci guardano e commentano la mia non più verde età ed il colore della sua pelle, o quando bevendo qualcosa in un locale pubblico, una lacrima appare nei suoi occhi che guardano in che modo vivono gli altri giovani come lei, bianchi però, liberi però, felici però. Così mi sento suo padre, suo fratello, il suo fidanzato, il suo amico, un suo compagno di scuola e molte altre cose, tutte le altre cose che lei non ha avuto e non ha conosciuto, perché la sua vita non è stata quella di una giovane donna, ma quella di una dea predestinata al sacrificio del proprio corpo per sopravvivere e far sopravvivere la propria famiglia.

Vorrei che chi ascolta questo mio appello provasse ad aiutare le tante sue connazionali che vivono una quotidianità nella quale il pane è incerto (i loro guadagni sono considerevoli, ma finiscono in mano a protettori e maman senza scrupoli) e il resto è attesa; e vorrei che, avvicinandosi a queste ragazze di colore che si vendono ai bordi delle strade, i clienti s'interrogassero sulle loro responsabilità in queste storie di fame e sfruttamento, di povertà e disperazione nascoste dietro ai gesti di tutte loro, perfino di quelle apparentemente più spudorate, perfino di quelle che non conoscono più il confine tra la bugia e la verità, ma conoscono solo la paura che impedisce loro di rivolgersi a quelle aut
 

batgirl

Utente
28 Giugno 2003
12,792
2
2,015
La situazione di miseria della maggioranza del popolo africano è una cosa che ci fa pensare come mai si spenda tanto con tecnologia spaziale, mentre nella TERRA si muore ancora di fame. Mi è piaciuta la poesia!!!