Milano, 21 giu. (Adnkronos Salute) - Italiane troppo pigre: passano in media 34 ore a settimana davanti alla tv, quattro in piu' rispetto agli uomini. E troppo spesso disertano scale e passeggiate a vantaggio di ascensore, auto o motorino. Parola di Dario Giugliano, della Divisione Malattie del metabolismo della II universita' di Napoli, intervenuto oggi a Milano all'incontro internazionale su 'Attivita' fisica, obesita' e salute'. ''Forse a tenere 'incollate' le donne alla televisione sono anche programmi femminili come soap e telenovelas - dicono gli esperti - che rubano tempo al movimento e si rivelano alleati dei chili di troppo''. ''Basterebbe ridurre le ore di sedentarieta' davanti al piccolo schermo o al pc, usare le scale, tenere l'auto in garage o scendere una fermata prima dall'autobus per assicurarsi una vita piu' attiva, alleata della salute'', spiega Giugliano. Da uno studio napoletano durato due anni, infatti, emerge che una dieta sana abbinata a un movimento costante e quotidiano (almeno mezz'ora di camminata a passo svelto) permette a donne obese di mezza eta' di perdere in due anni il 10% del proprio peso. ''Un risultato importante - sottolinea il ricercatore - perche' in questo modo non solo si tengono lontane le malattie legate all'obesita', ma migliorano valori come la proteina C-reattiva, legati al rischio cardiovascolare''. E se i figli delle coppie 'fitness' sono piu' protetti dal pericolo di diventare extralarge, la situazione non e' rosea neanche per i bambini italiani. ''Sono sempre piu' sedentari, e non e' facile capire quanto tempo passano davvero tra pc e tv - dice Claudio Maffeis della Clinica Pediatrica dell'Universita' di Verona - Ma ogni ora davanti allo schermo aumenta del 6% il rischio di diventare obesi. E solo il fatto di tenere una televisione in camera da letto lo fa impennare del 30%''. Insomma, secondo gli esperti, non bastano le diete per tenere lontani i chili di troppo. Un'epidemia che porta a bruciare milioni di euro in cure. Secondo uno studio dell'Universita' di Milano, i costi diretti delle patologie legate all'obesita' (fra cui diabete, ipertensione e alterazioni dei lipidi nel sangue) arrivano a quasi 22 miliardi di euro l'anno. (Mal/Adnkronos Salute)