Per preparare un buon cacciucco (da disprezzare chi dice “caciucco”, forse per fare lo “sciograto”) si prepara un soffritto di aglio e peperoncino (che a Viareggio è chiamato zenzero, ma non ha nulla a che fare con la spezia orientale omonima), quindi si fanno imbiondire nel soffritto polpi e seppie. Si aggiunge poi il concentrato di pomodoro con un bicchiere di vino rosso e si amalgama il tutto. Quando polpi e seppie sono inteneriti si aggiunge il brodo di pesce preparato a parte e poi a seguire si aggiunge il pesce e le cicale (in italiano pannocchie) lasciano cuocere il tutto per altri 15 minuti. Quando tutto è pronto si serve in tavola su fette di pane toscano precedentemente abbrustolito e agliato a piacere secondo il proprio gusto.
Le differenze tra il cacciucco viareggino e quello livornese è che nel secondo la base è un soffritto di cipolla e si utilizzano pomodori fatti a pezzetti invece del concentrato di pomodoro.
A livello di gusto il cacciucco alla livornese è più pesante di quello viareggino, forse anche perché quando è nato a Livorno, doveva sfamare, riempire la pancia mentre quando si sviluppato a Viareggio, non era più tempo di carestie e quindi non era necessario che riempisse la pancia ma doveva essere accattivante.
er quanto riguarda il pesce da impiegare non vi sono prescrizioni assolute. In linea generale va bene qualsiasi pesce ma tradizionalmente a Viareggio si predilige gallinella, scorfano e palombo.
Il valore del cacciucco, piatto completo che fa da primo e da secondo, non è soltanto culinario ma anche sociale giacché, dato che richiede tempo per essere mangiato, favorisce la convivialità. Per agevolare questa funzione sociale dovrebbe essere servito in una zuppiera di terracotta posta al centro della tavola, dove ognuno possa prendersi la porzione che desidera, dosando i vari componenti in piena libertà (c’è chi preferisce avere più pesce e chi invece abbonda con polpi e seppie).