Non ne parlo affatto
Ai primi cenni di alopecia, da giovanissimo, ero solito farlo notare saltuariamente a mia madre chiedendole qualche consiglio sul da farsi. Ella però interveniva sempre stizzita sentenziando che i problemi nella vita sono altri e che avrei dovuto farmene una benedetta ragione. Ok, non aveva tutti i torti. La goccia che fece traboccare il vaso della mia sensibilità cadde però durante un pomeriggio di liti quando, per ferirmi brutalmente, mi disse in maniera molto schietta: Spero che ti cadano tutti i capelli!.
Da quel momento capii che il nostro problema, agli occhi di chi la chioma la ha tutta, sarebbe stato visto sempre come una piccolezza di poco conto. Inutile cercare conforti, inutile chiedere soldi per curarsi sperando che nulla ti venisse rinfacciato, inutile sperare che quel disagio così profondo venisse compreso perlomeno da chi ti ha messo al mondo.
Questo è quanto, almeno secondo la mia personalissima esperienza. Ho costruito mura molto alte attorno ai miei vari problemi, a nessuno è dato scrutarvi dentro e con nessuno condividerò i contenuti maligni della mia quotidianità, familiari compresi. Combatterò da solo, vincendo o perdendo ma sempre e comunque a spada tratta e con estrema fiducia.