FACCIAMO IL PUNTO...

saverio23

Utente
9 Giugno 2005
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Un team di ricercatori dell'Università della Pennsylvania ha selezionato una serie di staminali molto attive che, opportunamente stimolate, potrebbero indurre i bulbi addormentati a risvegliarsi per poter produrre ancora tricoderivati. George Cotsarelis insieme al suo team ha messo a punto un marcatore a doppio effetto che da un lato isola solamente le cellule ancora in grado di generare capelli e dall'altro le raggruppa in un cluster differenziato molto più governabile farmacologicamente. In sostanza viene accelerato il processo naturale che è alla base della crescita pilifera ‘ricordandogli' di non spegnersi almeno fino a che lo stimolo non venga a mancare, esattamente come comunemente succede.

Fonte: http://assobiotec.federchimica.it/

All’università La Sapienza di Roma Marco Toscani servendosi di stereomicroscopi e pinze da microchirurgia, hanno tagliato in due il capello trasversalmente in corrispondenza della zona del bulbo pilifero chiamata area del bulge, nella quale il muscolo erettore del pelo si inserisce sul bulbo pilifero. Una volta spaccato il capello, il moncone superiore ne riproduce la parte inferiore e il moncone inferiore quella superiore. Il capello così tagliato può essere impiantato direttamente. Questa tecnica offre il vantaggio di raddoppiare la massa di capelli da trapiantare, riducendo notevolmente la cicatrice della zona donatrice posteriore oppure, a parità di cicatrice, riempire una zona maggiore di area calva. I risultati finora ottenuti sono stati soddisfacenti: i capelli spaccati in due crescono nella stessa percentuale del trapianto tradizionale a capello intero (85-90% di crescita). L’unico svantaggio è che i capelli “spaccati” crescono un po’ più lentamente rispetto agli altri: 5-6 mesi, contro i 3-4 del trapianto eseguito con il metodo tradizionale.

Fonte: TGcom
 

saverio23

Utente
9 Giugno 2005
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Un team di ricercatori dell'Università della Pennsylvania ha selezionato una serie di staminali molto attive che, opportunamente stimolate, potrebbero indurre i bulbi addormentati a risvegliarsi per poter produrre ancora tricoderivati. George Cotsarelis insieme al suo team ha messo a punto un marcatore a doppio effetto che da un lato isola solamente le cellule ancora in grado di generare capelli e dall'altro le raggruppa in un cluster differenziato molto più governabile farmacologicamente. In sostanza viene accelerato il processo naturale che è alla base della crescita pilifera ‘ricordandogli' di non spegnersi almeno fino a che lo stimolo non venga a mancare, esattamente come comunemente succede.

Fonte: http://assobiotec.federchimica.it/

All’università La Sapienza di Roma Marco Toscani servendosi di stereomicroscopi e pinze da microchirurgia, hanno tagliato in due il capello trasversalmente in corrispondenza della zona del bulbo pilifero chiamata area del bulge, nella quale il muscolo erettore del pelo si inserisce sul bulbo pilifero. Una volta spaccato il capello, il moncone superiore ne riproduce la parte inferiore e il moncone inferiore quella superiore. Il capello così tagliato può essere impiantato direttamente. Questa tecnica offre il vantaggio di raddoppiare la massa di capelli da trapiantare, riducendo notevolmente la cicatrice della zona donatrice posteriore oppure, a parità di cicatrice, riempire una zona maggiore di area calva. I risultati finora ottenuti sono stati soddisfacenti: i capelli spaccati in due crescono nella stessa percentuale del trapianto tradizionale a capello intero (85-90% di crescita). L’unico svantaggio è che i capelli “spaccati” crescono un po’ più lentamente rispetto agli altri: 5-6 mesi, contro i 3-4 del trapianto eseguito con il metodo tradizionale.

Fonte: TGcom
 

saverio23

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9 Giugno 2005
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Un team di ricercatori dell'Università della Pennsylvania ha selezionato una serie di staminali molto attive che, opportunamente stimolate, potrebbero indurre i bulbi addormentati a risvegliarsi per poter produrre ancora tricoderivati. George Cotsarelis insieme al suo team ha messo a punto un marcatore a doppio effetto che da un lato isola solamente le cellule ancora in grado di generare capelli e dall'altro le raggruppa in un cluster differenziato molto più governabile farmacologicamente. In sostanza viene accelerato il processo naturale che è alla base della crescita pilifera ‘ricordandogli' di non spegnersi almeno fino a che lo stimolo non venga a mancare, esattamente come comunemente succede.

Fonte: http://assobiotec.federchimica.it/

All’università La Sapienza di Roma Marco Toscani servendosi di stereomicroscopi e pinze da microchirurgia, hanno tagliato in due il capello trasversalmente in corrispondenza della zona del bulbo pilifero chiamata area del bulge, nella quale il muscolo erettore del pelo si inserisce sul bulbo pilifero. Una volta spaccato il capello, il moncone superiore ne riproduce la parte inferiore e il moncone inferiore quella superiore. Il capello così tagliato può essere impiantato direttamente. Questa tecnica offre il vantaggio di raddoppiare la massa di capelli da trapiantare, riducendo notevolmente la cicatrice della zona donatrice posteriore oppure, a parità di cicatrice, riempire una zona maggiore di area calva. I risultati finora ottenuti sono stati soddisfacenti: i capelli spaccati in due crescono nella stessa percentuale del trapianto tradizionale a capello intero (85-90% di crescita). L’unico svantaggio è che i capelli “spaccati” crescono un po’ più lentamente rispetto agli altri: 5-6 mesi, contro i 3-4 del trapianto eseguito con il metodo tradizionale.

Fonte: TGcom
 

ricerca

Utente
4 Settembre 2004
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Cavolo ! leggendo queste cose mi fa una rabbia .... noi se dassimo soli il 3 % ( l'Iva è al 20 % ) di quello che spendiamo per combattere la calvize a un ente di ricerca indipedente ( cioè che non mira a lucrarci e a ottenere + brevetti possibili ) allora una soluzione contro la calvizie con molto probabilità sarebbe trovata molto presto,


Dopo le vacanze estive credo di creare un nuovo sito spedendo + risorse e di raccogliare dei soldi per i centri di calvizie italiani e stranieri con il motto : investiamo il 3 % di quello che noi spendiamo per combattere la calvizie.

Non si può fare niente e sperare che arrivi la soluzione ..... a furia di aspettare si diventa s---i.

I peli potevano crescere come i capelli.

se qualcuno abbia una mia idea simile spero che si aggreghi a me.....

ciao a tutti.








 

notorius

Utente
23 Agosto 2004
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E' la prima volta che leggo questa sezione specifica del sito, quasi per caso, ma trovo che l'idea di ricerca sul sovvenzionemento a qualche società o centro sia eccellente(visto che non ho ancora avuto le palle di studiare tricologia , chimica e risolvere il problema da solo).L'unica cosa importante sarebbbe un super controllo sulla raccolta e l'uso dei fondi che si raccoglierebbero. Credo che tutti sappiate come non sia racccomandabile fregare una persona che ha perso i capelli e al quale non piace che ciò sia successo.

Ciao
 

ricerca

Utente
4 Settembre 2004
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Secondo me notorius hai centrato il problema .... per reccogliere fondi per la ricerca contro la calvizie non mancano i donatori ma garanzie che i soldi raccolti vengono ben spesi....


ciao