Dal 2006 squadre per metà italiane
Il flop azzurro agli Europei portoghesi ha convinto il Coni a dare il via ad una vera e propria rivoluzione negli sport di squadra. La giunta del comitato olimpico sta per approvare una norma che a partire dal 2006 obbligherà ogni squadra ad avere almeno il 50% di giocatori italiani. La decisione, che dovrà essere ratificata dal consiglio nazionale del Coni, si basa sul riconoscimento dello sport sancito dal nuovo trattato dell'Unione Europea.
Una vera e propria rivoluzione. Dal 2006 il Coni obbligherà calcio e basket, i due sport che ancora non si sono autoregolamentati, a darsi dei limiti per il tesseramento degli stranieri, senza fare differenza tra comunitari e extra-comunitari. In ogni squadra di calcio, anzi in ogni lista (composta da 18 uomini e consegnata all'arbitro prima di ogni gara), almeno nove giocatori dovranno essere di nazionalità italiana. L'obiettivo è chiaro: evitare che l'abbondanza di stranieri danneggi i vivai, un problema messo tristemente in luce dal flop azzurro in Portogallo.
La base normativa della rivoluzione è l'inserimento nella nuova Costituzione Europea di una sorta di tutela per lo sport, nell'ambito della quale la riduzione degli stranieri si inserirebbe perfettamente. Ciò dovrebbe proteggere da eventuali ricorsi all'Alta Corte Ue (quella della sentenza Bosman). Ma il condizionale è d'obbligo, perchè non è del tutto escluso che qualcuno tenti comunque la strada del ricorso e trovi la strada legale per annullare il tutto.
Ma prima di tutto la nuova normativa Coni, per essere valida, dovrà completare il suo iter legale. Dopo l'approvazione della Giunta del Coni, che si dovrebbe avere in mattinata, entro metà luglio ci dovrà essere la ratifica del Consiglio Nazionale del Coni. Infine, i consigli federali dovranno, entro il 2006, inserire la norma all'interno dei loro statuti. Ma qualche federazione potrebbe decidere di dare il buon esempio e farlo in anticipo. Dando il via alla rivoluzione.
fonte: tgcom.it
Il flop azzurro agli Europei portoghesi ha convinto il Coni a dare il via ad una vera e propria rivoluzione negli sport di squadra. La giunta del comitato olimpico sta per approvare una norma che a partire dal 2006 obbligherà ogni squadra ad avere almeno il 50% di giocatori italiani. La decisione, che dovrà essere ratificata dal consiglio nazionale del Coni, si basa sul riconoscimento dello sport sancito dal nuovo trattato dell'Unione Europea.
Una vera e propria rivoluzione. Dal 2006 il Coni obbligherà calcio e basket, i due sport che ancora non si sono autoregolamentati, a darsi dei limiti per il tesseramento degli stranieri, senza fare differenza tra comunitari e extra-comunitari. In ogni squadra di calcio, anzi in ogni lista (composta da 18 uomini e consegnata all'arbitro prima di ogni gara), almeno nove giocatori dovranno essere di nazionalità italiana. L'obiettivo è chiaro: evitare che l'abbondanza di stranieri danneggi i vivai, un problema messo tristemente in luce dal flop azzurro in Portogallo.
La base normativa della rivoluzione è l'inserimento nella nuova Costituzione Europea di una sorta di tutela per lo sport, nell'ambito della quale la riduzione degli stranieri si inserirebbe perfettamente. Ciò dovrebbe proteggere da eventuali ricorsi all'Alta Corte Ue (quella della sentenza Bosman). Ma il condizionale è d'obbligo, perchè non è del tutto escluso che qualcuno tenti comunque la strada del ricorso e trovi la strada legale per annullare il tutto.
Ma prima di tutto la nuova normativa Coni, per essere valida, dovrà completare il suo iter legale. Dopo l'approvazione della Giunta del Coni, che si dovrebbe avere in mattinata, entro metà luglio ci dovrà essere la ratifica del Consiglio Nazionale del Coni. Infine, i consigli federali dovranno, entro il 2006, inserire la norma all'interno dei loro statuti. Ma qualche federazione potrebbe decidere di dare il buon esempio e farlo in anticipo. Dando il via alla rivoluzione.
fonte: tgcom.it