Non è un momento facile per me. Mi capita sempre più spesso di vivere picchi altissimi con giorni stupendi e poi cocenti delusioni. Non è tuttavia questa volta la vita a darmi altri bocconi amari da inghiottire ...ma sono io stesso che oggi mangio e mi sazio di ciò che sembra non gradisca.
Da diverso tempo mi sono messo sotto accusa, in un processo alla mia vita che mi vede giudice e inquisito nello stesso tempo.
Ho tratto le mie conclusioni e mi sono sentito colpevole di una colpa pesante...quello di non aver costruito ancora niente di veramente solido e consistente nella mia vita. Rapporti precari con i genitori, un atteggiamento da presuntuoso con gli amici, un passato da militare dove ho deciso di congedarmi dopo i 12 mesi..e non ultimi gli scarsi risultati all'università con esami che si contano sulla punta della dita. E' quest'ultima ..l'università ad avere acceso in me quella piccola fiamma che dentro di me ha oggi la presenza di un incendio che non vuole spegnersi.
Ho in mente di lasciare, ho dato tutto...dedico sistematicamente 5 ore allo studio al giorno ma ciò non basta..non è mai sufficiente e cosi i risultati quelli importanti tardano ad arrivare.
Ho cercato dentro di me la soluzione a questa situazione, ho provato a capire e capirmi ma non ho trovato nessuna spiegazione logica, nessun indizio seppur lontano che sintetizzi e mi regali una pace che credo di meritare.
So' solo che da quando sono tornato dall'esercito io sono cambiato, ho raggiunto una personalità , una sicurezza tale da diventare presuntuoso. Quell'esperienza mi ha formato tantissimo ma mi ha distrutto dentro, la decisione di predermi il congedo e tornare a casa è stata per me la scelta più sofferta della mia vita. L'ho pagata, e ho pagato il fatto che da ragazzo orgoglioso sono tornato sui miei passi, non l'ho vissuta bene.
A giorni avrò altri esami all'università ma non so' cosa farò se ci andrò o meno, ho voglia di lasciare..per l'ennesima volta.
Sembrerò fragile..ma è solo ciò che sento.
Da diverso tempo mi sono messo sotto accusa, in un processo alla mia vita che mi vede giudice e inquisito nello stesso tempo.
Ho tratto le mie conclusioni e mi sono sentito colpevole di una colpa pesante...quello di non aver costruito ancora niente di veramente solido e consistente nella mia vita. Rapporti precari con i genitori, un atteggiamento da presuntuoso con gli amici, un passato da militare dove ho deciso di congedarmi dopo i 12 mesi..e non ultimi gli scarsi risultati all'università con esami che si contano sulla punta della dita. E' quest'ultima ..l'università ad avere acceso in me quella piccola fiamma che dentro di me ha oggi la presenza di un incendio che non vuole spegnersi.
Ho in mente di lasciare, ho dato tutto...dedico sistematicamente 5 ore allo studio al giorno ma ciò non basta..non è mai sufficiente e cosi i risultati quelli importanti tardano ad arrivare.
Ho cercato dentro di me la soluzione a questa situazione, ho provato a capire e capirmi ma non ho trovato nessuna spiegazione logica, nessun indizio seppur lontano che sintetizzi e mi regali una pace che credo di meritare.
So' solo che da quando sono tornato dall'esercito io sono cambiato, ho raggiunto una personalità , una sicurezza tale da diventare presuntuoso. Quell'esperienza mi ha formato tantissimo ma mi ha distrutto dentro, la decisione di predermi il congedo e tornare a casa è stata per me la scelta più sofferta della mia vita. L'ho pagata, e ho pagato il fatto che da ragazzo orgoglioso sono tornato sui miei passi, non l'ho vissuta bene.
A giorni avrò altri esami all'università ma non so' cosa farò se ci andrò o meno, ho voglia di lasciare..per l'ennesima volta.
Sembrerò fragile..ma è solo ciò che sento.