Difendiamo la Malpensa

ivobernardini

Utente
20 Agosto 2006
2,222
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615
Non so cosa ne pensate. Io sono disposto a lottare per evitare la disintegrazione del nuovo aeroporto della Malpensa, un moloch lontano da Milano creato forse senza infrastrutture valide ma comunque scalo importantissimo per il Nord.
Un aeroporto che l'insipienza del governo Prodi non ha difeso dalla svendita: dovuta alla cancellazione di tantissime rotte internazionali. Tutto a favore di Fiumicino.
Perdere la Malpensa oggi significa impoverire il Paese!
[:(]
Vogliamo una moratoria in difesa dell’hub; sostenuta sia dal presidente della Regione Roberto Formigoni che dal sindaco di Milano Letizia Moratti.
«Già in passato ci siamo dovuti mobilitare per difendere il sistema aeroportuale milanese dalle politiche romanocentriche del governo. Allora sotto attacco era l’aeroporto di Linate ora nel mirino c’è Malpensa» commenta Stefano Maullu, consigliere regionale di Forza Italia: «Per questo ho voluto organizzare dei gazebo in Milano per incontrare direttamente i lombardi e invitarli ad aderire all’iniziativa della moratoria lanciata dal governatore e dal sindaco di Milano». Una beffa di Prodi alla Lombardia e ai suoi cittadini, un pesante attacco alle infrastrutture del nord, sulle quali questo governo Prodi in venti-mesi-venti di amministrazione non ha investito nulla».
Difendiamo l’aeroporto di Malpensa, opera infrastrutturale assolutamente necessaria per i cittadini di Piemonte, Veneto e Lombardia, per le imprese, per l’economia del nord» rimarca Carolina Lussana (Lega).
La manifestazione di domenica scorsa è stata accompagnata da «cinquecento gazebo spalmati in tutta la Lombardia perché è inaccettabile subire la politica suicida a livello economico del governo Prodi» che, tra l’altro, «calpesta tutte le piccole e medie imprese lombarde pesantemente danneggiate dal piano Alitalia-Air France». Già, il Nord dell’import e dell’export, che lavora e muove l’economia, per spostarsi ha bisogno di Malpensa.
[:O]
Ancora una volta insomma Roma frega soldi e risorse al Nord che produce.
 

ivobernardini

Utente
20 Agosto 2006
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Non so cosa ne pensate. Io sono disposto a lottare per evitare la disintegrazione del nuovo aeroporto della Malpensa, un moloch lontano da Milano creato forse senza infrastrutture valide ma comunque scalo importantissimo per il Nord.
Un aeroporto che l'insipienza del governo Prodi non ha difeso dalla svendita: dovuta alla cancellazione di tantissime rotte internazionali. Tutto a favore di Fiumicino.
Perdere la Malpensa oggi significa impoverire il Paese!
[:(]
Vogliamo una moratoria in difesa dell’hub; sostenuta sia dal presidente della Regione Roberto Formigoni che dal sindaco di Milano Letizia Moratti.
«Già in passato ci siamo dovuti mobilitare per difendere il sistema aeroportuale milanese dalle politiche romanocentriche del governo. Allora sotto attacco era l’aeroporto di Linate ora nel mirino c’è Malpensa» commenta Stefano Maullu, consigliere regionale di Forza Italia: «Per questo ho voluto organizzare dei gazebo in Milano per incontrare direttamente i lombardi e invitarli ad aderire all’iniziativa della moratoria lanciata dal governatore e dal sindaco di Milano». Una beffa di Prodi alla Lombardia e ai suoi cittadini, un pesante attacco alle infrastrutture del nord, sulle quali questo governo Prodi in venti-mesi-venti di amministrazione non ha investito nulla».
Difendiamo l’aeroporto di Malpensa, opera infrastrutturale assolutamente necessaria per i cittadini di Piemonte, Veneto e Lombardia, per le imprese, per l’economia del nord» rimarca Carolina Lussana (Lega).
La manifestazione di domenica scorsa è stata accompagnata da «cinquecento gazebo spalmati in tutta la Lombardia perché è inaccettabile subire la politica suicida a livello economico del governo Prodi» che, tra l’altro, «calpesta tutte le piccole e medie imprese lombarde pesantemente danneggiate dal piano Alitalia-Air France». Già, il Nord dell’import e dell’export, che lavora e muove l’economia, per spostarsi ha bisogno di Malpensa.
[:O]
Ancora una volta insomma Roma frega soldi e risorse al Nord che produce.
 

ivobernardini

Utente
20 Agosto 2006
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Non so cosa ne pensate. Io sono disposto a lottare per evitare la disintegrazione del nuovo aeroporto della Malpensa, un moloch lontano da Milano creato forse senza infrastrutture valide ma comunque scalo importantissimo per il Nord.
Un aeroporto che l'insipienza del governo Prodi non ha difeso dalla svendita: dovuta alla cancellazione di tantissime rotte internazionali. Tutto a favore di Fiumicino.
Perdere la Malpensa oggi significa impoverire il Paese!
[:(]
Vogliamo una moratoria in difesa dell’hub; sostenuta sia dal presidente della Regione Roberto Formigoni che dal sindaco di Milano Letizia Moratti.
«Già in passato ci siamo dovuti mobilitare per difendere il sistema aeroportuale milanese dalle politiche romanocentriche del governo. Allora sotto attacco era l’aeroporto di Linate ora nel mirino c’è Malpensa» commenta Stefano Maullu, consigliere regionale di Forza Italia: «Per questo ho voluto organizzare dei gazebo in Milano per incontrare direttamente i lombardi e invitarli ad aderire all’iniziativa della moratoria lanciata dal governatore e dal sindaco di Milano». Una beffa di Prodi alla Lombardia e ai suoi cittadini, un pesante attacco alle infrastrutture del nord, sulle quali questo governo Prodi in venti-mesi-venti di amministrazione non ha investito nulla».
Difendiamo l’aeroporto di Malpensa, opera infrastrutturale assolutamente necessaria per i cittadini di Piemonte, Veneto e Lombardia, per le imprese, per l’economia del nord» rimarca Carolina Lussana (Lega).
La manifestazione di domenica scorsa è stata accompagnata da «cinquecento gazebo spalmati in tutta la Lombardia perché è inaccettabile subire la politica suicida a livello economico del governo Prodi» che, tra l’altro, «calpesta tutte le piccole e medie imprese lombarde pesantemente danneggiate dal piano Alitalia-Air France». Già, il Nord dell’import e dell’export, che lavora e muove l’economia, per spostarsi ha bisogno di Malpensa.
[:O]
Ancora una volta insomma Roma frega soldi e risorse al Nord che produce.
 

casa11

Utente
25 Novembre 2005
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ma non è che malpensa morira'.....
se le rotte lasciate da alitalia saranno interessanti,altri vettori entreranno , se sono rotte in perdita, questo non fara' che bene ad alitalia....è il mercato.....

ricordo cmq che le rotte sono molto interessanti...quasi tutte in positivo....a renderle in perdita , non è la rotta in se', ....ma tutti i voli di collegamento che ci stanno dietro..
 

cantigalli

Utente
29 Novembre 2007
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Malpensa è stata costruita all'interno di un parco naturale, non serve al nord italia perchè e lontano dal Veneto, Emilia e Friuli.
Servire solo alla Lombardia ovest, ed al Piemonte.
E' stato un investimento sbagliato.
E' giusto riconoscerlo.
Smettiamola di prendercela con i governi di sinistra e subito dopo sostenere lo statalismo.
 

yankee

Utente
9 Settembre 2007
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Io sono molto d'accordo di difendere Malpensa: perchè Malpensa no e Fiumicino si?
Però a pensarci bene, meglio lasciarli andar via quei pelandroni dell'alitalia..
Tanto la Ryanair ha detto che se va via alitalia potenzierà ancor di più Orio..
Sul fatto dell'investimento sbagliato: bè forse per te si, ma vai a dirlo a uno di Varese o di Lecco o di Como,ecc.., cos'è quelli dell'ovest sono dei pirloni?
 

cantigalli

Utente
29 Novembre 2007
787
1
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No non sono dei pirloni... ma allora non dite che è il più importante nodo aereo del nord Italia... perchè sarebbe ridicolo... piuttosto di una parte del nord ovest...
In Emilia a livello di trasporti aerei sono molto, molto svantaggiati... eppure si lamentano molto , molto meno...
 

casa11

Utente
25 Novembre 2005
204
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lo sbaglio non è stato creare malpensa ma creare due hub....a momenti neanche le piu' grandi compagnie d'europa non possono sopportare due hub in paesi diversi, figurarsi alitalia con due hub nello stesso paese
 

ivobernardini

Utente
20 Agosto 2006
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E' impensabile che una città di riscontro europeo come Milano, centrale economico-industriale, non abbia un grande areoporto internazionale. A Roma che fanno? Riunioni interminabili ai ministeri, non lavora nessuno praticamente.
A che gli serve uno scalo internazionale? Per il turismo e basta?
Non ci sono aziende di alcun rilievo a Roma.
 

cantigalli

Utente
29 Novembre 2007
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Sono d'accordo Ivo... ma Malpensa, purtroppo non è stata la soluzione che si sperava ( tant'è che Malpensa non è nemmeno nella provincia di MIlano).
 

brasileiro

Utente
28 Novembre 2003
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Su Malpensa si sono dette molte cose, spesso sbagliate. Prima cosa: Malpensa come hub intercontinentale non fa gola a nessuno, tanto è vero che coloro che la difendano e coloro che ne sarebbero danneggiati non sono riuscti a trovare lo straccio di un imprenditore del nord serio che si volesse mettere nella impresa. I fattori che contribuiscono a questo sono diversi, Innanzitutto la posizione mette Malpensa in concorrenza con d3 hub molto forti, Parigi, Francoforte e Amsterdam, dove la maggioranza dei passeggeri NON italiani preferisce andare a prendere l'aereo perchè ci sono molte più opzione e condizioni più confortevoli.

Seconda cosa: a parte poche eccezioni, tutte le compagni aeree che portano voli intercontinetali sell'Italia li portano su Roma non su Milano. Non ci scordiamo che Milano attrae in parte la clientela business, ma i viaggi intercontinentali vengono fatti anche per altri motivi, e le statistiche indicano che è Roma il punto più attraente di sbarco per chi vuole recarsi in Italia o nell'Europa del Sud.

Alitalia è stata costretta dai governi passati a mettersi su Malpensa, e adesso sconta questa scelta scellerata, perchè non solo deve pagare il trasferimento dei passaggeri intercontinentali da Roma a Milano e del personale ma per non perdere passaggeri fa pagare meno il volo con due scali (ex. a/r Roma Milano, Milan San Paolo) che quello diretto!. Non lo stesso, ma di meno!

Il punto per il quale al Nord tutti protestano è molto semplice: Alitalia con la sua operatività garantisce il pane ad un vasto indotto aeroportuale, a cominciare dalla SEA che prende (udite udite) 30 euro di commissione su ogni penale che voi pagate per cambiare una data di volo Alitalia che è normalmente 50 euro, Questo indotto aeroportuale è una sacca di voti clientelari, essendo gli aeroporti spesso controllati da enti territoriali (la SEA è controllata dal Comune e dalla Regione) e quindi nessuno vuole perderli, anche se sanno bene che sono posti di lavoro artificiali, perchè mantenuti da una compagnia che anche per questo è in perdita e quindi pagati con i nostri soldi.

Non si può essere per il libero mercato e poi voler costringere una azienda a stare dov'è per ragioni politiche. Se Malpensa è tanto attraente l'acquirente delle rotte si crea da solo. Ma la verità è che le uniche offerte vengono da vettori low cost, che vedono in Malpensa l'aeroporto ideale per quel tipo di clientela. Ma I low cost per definizione non faranno più regali a quell'indotto mantenuto artificialmente in vita da Alitalia e quindi occorrerebbe cominciare a lavorare e non a grattarsi la pancia come adesso.

 

brasileiro

Utente
28 Novembre 2003
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Citazione:Messaggio inserito da ivobernardini
E' impensabile che una città di riscontro europeo come Milano, centrale economico-industriale, non abbia un grande areoporto internazionale. A Roma che fanno? Riunioni interminabili ai ministeri, non lavora nessuno praticamente.
A che gli serve uno scalo internazionale? Per il turismo e basta?
Non ci sono aziende di alcun rilievo a Roma.




Ivo si vola per tanti motivi, non solo per lavoro. E comunque, non si vola solo a lungo raggio, ma a quel punto se un volo LC mi porta a Parigi o a Francoforte, ad un prezzo più contenuto ci vado. A corto raggio il milanese medio prende il volo a Linate. A medio raggio se ne va in uno dei tantissimi aeroporti sparsi per il nord a prendersi un vettore low cost. Per i piccoli imprenditori i soldi e la comodità sono un valore, non un lusso.
 

ivobernardini

Utente
20 Agosto 2006
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Sono d'accordo sul fatto che la Malpensa è a casa di Dio e che per arrivarci da Milano ci vogliono 45 minuti... assurdo.
E' collegata malissimo, a volte ho preso il Malpensa-Express ed è demenziale come vettore.
Tuttavia è un aeroporto GRANDE e MODERNO.
Ci lavorano tante persone (con la SEA). Per il Nord uno scalo internazionale serve: la produzione industriale è qui e non a Roma.
L'Alitalia è fallita per via di politiche clientelari, con buona pace dei biglietti che sono carissimi ed inarrivabili spesso.
Un carrozzone malgestito da supermanager miliardari che via via se ne sono andati col bottino.
L'Alitalia è una partecipata statale e i voli li deve TENERE alla Malpensa, deve esserci una volontà politica per questo.
Cio' che manca. La Malpensa la affondano per il semplice fatto che è diretta da gente della Casa della Libertà, è vicina alla Regione Lombardia e al presidente Formigoni che si sta battendo per salvare l'hub, peraltro da solo, senza che Valtere dica una parola nè che lo metta nel tuttologico e ridicolo programma del PD...
Io dico che la gente deve lottare per quell'aeroporto.


 

brasileiro

Utente
28 Novembre 2003
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Guarda Ivo, è molto semplice, se la produzione industriale come la chiami tu o la classe imprenditoriale, come la chiamo io, avesse un serio interesse a tenere uno scalo intercontinentale a Malpensa, troverebbe sicuramente i soldi e qualche banca a supportarli. Se fosse un affare sicuro, ci si butterebbero a pesce. Invece nessuno si muove, e l'unica alternativa è quella di un impreditore abruzzese che non ha dimostrato di fare così bene con la sua piccola compagnia aerea....Air One e ha avuto così poco fiuto imprenditoriale da non percepire il fenomeno Low cost in tempo e farci una compagnia..con tutti gli aeroporti liberi che c'erano 10 anni fa in Italia si poteva veramente fare un'altra Ryan air.

Come ti ho detto il corto raggio è coperto da Linate, il medio è coperto dalle low cost distribuite sul territorio e un signore di Padova preferisce andare a Verona o a Venezia, non certo a Milano. Stessa cosa per Bologna e Torino, che hanno aeroporti ottimamente collegati con le principali capitali europee.

Per gli intercontinentali ho già detto. Malpensa può aver senso come aeroporto di transito per compagnie straniere (tipo Lufthansa) che vogliono portare passeggeri a Francoforte, oppure per vettori low cost che desiderano coprire maggioramente il territorio italiano con destinazioni a medio raggio.

Un ultimo segmento è quello del viaggio turistico con vettori charter.


Questi sono i soggetti interessati a Malpensa, perchè sono gli unici che possono farci dei profitti, chiedere ad Alitalia di restare a Malpensa e poi lamentarsi che perde i soldi è una contraddizione in termini.

Dissento poi totalmente sul livello dell'aeroporto di Malpensa: io viaggio per il mondo frequentemente e Malpensa è un disastro, comfort e servizi 0.

Una cosa è fare come fa FOrmigoni, delle affermazioni generiche, un'altra è ragionare sui numeri. E chi ci ragiona sui numeri non ha fatto il benchè minimo passo per sostituirsi ad ALitalia.

Ciao
 

brasileiro

Utente
28 Novembre 2003
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Citazione:Messaggio inserito da ivobernardini

L'Alitalia è fallita per via di politiche clientelari, con buona pace dei biglietti che sono carissimi ed inarrivabili spesso.
Un carrozzone malgestito da supermanager miliardari che via via se ne sono andati col bottino.
L'Alitalia è una partecipata statale e i voli li deve TENERE alla Malpensa, deve esserci una volontà politica per questo.


Mettiamoci d'accordo...o Alitalia ragiona come una azienda e fa delle scelte industriali rimettendoci o guadagnandoci di suo, oppure essendo statale la consideriamo un ente no profit e allora interferiamo nelle scelte strategiche, teniamo voli che perdono e paghiamo con le nostre tasse il piacere di avere una compagnia fallita, inefficiente e con un servizio disastroso.

Quelli che vogliono tenere Alitalia a Malpensa, sono solo i politici perchè: 1)Il CDA di Alitalia ha dato una indicazione precisa contro Malpensa 2) Gli Advisors dell'asta (che sono banche e consulenti conosciuti per la loro competenza a livello mondiale) hanno dato indicazione per Air France che Malpensa vuole ridurla


Ripeto: se Formigono e C. sono cosi convinti che Malpensa sia un grande affare, non si capisce coma mai siano attaccati alle sottane di Alitalia e non riescano a trovare 1 vettore 1 serio a livello internazionale che ne prenda il posto. E debbano sperare in un signore abruzzese per tenere i voli nella parte più produttiva del Paese mentre i tanti bravi imprenditori del nord se ne stanno con le mani in mano. Ivo questa è solo una partita politica, solo politica nient'altra che politica.

Parlare è facile ma poi forse quando si mette mano al proprio portafogli le cose cambiano [X]
 

brasileiro

Utente
28 Novembre 2003
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Un Contributo interessante

http://liberalizzazioni.blogspot.com/2008/02/malpensa-airone-e-il-mercato.html

Citazione:

Malpensa, Airone e il mercato


Il convegno organizzato ieri a Palazzo Mezzanotte a Milano dalla Camera di Commercio di Milano ha evidenziato diversi elementi molto importanti nella vicenda Malpensa ed Alitalia.

Il primo è che finalmente le Istituzioni Lombarde hanno individuato l’importanza di Malpensa, dopo anni di gestione SEA non proprio cosi efficiente. Nel “manifesto per la valorizzazione di Malpensa” presentato ieri, è stato messo ben in luce l’importanza del trasporto aereo per lo sviluppo e la competitività dell’economia. Qualche piccola omissione nelle premesse è riscontrabile; ad esempio non si è sottolineato che Malpensa ha circa lo stesso numero di passeggeri annui di Palma de Mallorca od un terzo di quelli di Londra Heathrow, ma nel complesso le preoccupazioni sono comprensibili.

Le soluzioni proposte per “salvare” l’aeroporto milanese scontano limiti non indifferenti; a parte la richiesta più che giusta di richiedere un’apertura delle tratte intercontinentali e quella di sostenere le infrastrutture di accesso all’aeroporto manca uno slancio di coraggio liberista.
La gestione della SEA, che agisce in monopolio naturale, non sembra essere stata delle migliori. La società si è appoggiata per anni ad Alitalia, pur sapendo che la compagnia di bandiera si reggeva su aiuti di Stato, che prima o poi sarebbero finiti. Non è stata in grado di accettare, ad oggi, 6 milioni di passeggeri offerti da Ryanair, anche perché la compagnia low cost chiede prezzi più bassi e maggiore efficienza.

Il bilancio della SEA mette in luce dei margini molto elevati, grazie alla situazione monopolistica, con un dividendo di 30 milioni di Euro per il Comune di Milano e la Provincia. La gestione SEA è però inefficiente in servizio liberalizzato dentro l’aeroporto: l’handling. In questo settore le perdite annuali sono di decine di milioni di Euro, largamente coperte dagli altri servizi che la SEA gestisce in monopolio. Gli errori commessi dal management, scelto con nomine politiche, non possono essere giudicati dal mercato finché la SEA non viene privatizzata.

La SEA deve trovare sul mercato nuove compagnie disposte ad investire sullo scalo e non rifiutarle perché non è in grado di svolgere il servizio aeroportuale in maniera efficiente.

L’affidamento ad AirOne di Alitalia, sulla cui compagnia la Lombardia ha puntato, sembra essere una soluzione debole ancora una volta.
Il piano presentato ieri, come anche il comunicato dell’Istituto Bruno Leoni afferma, non sembra essere sostenibile dal punto finanziario ed industriale.
La compagnia di Carlo Toto è troppo piccola e la situazione di Alitalia troppo grave affinché un piccolo operatore europeo (circa lo 0,8 per cento della quota di mercato dei passeggeri europei) riesca risollevare le sorti del vettore di bandiera italiano.

Il piano di Airone non sembra tanto avere l’obiettivo di salvare gli interessi di Malpensa, quanto a salvaguardare gli interessi politico-sindacali che già hanno fatto danni enormi ad Alitalia.
Malpensa ha tutte le carte in regola per salvarsi da sola. Non conosce una congestione aeroportuale ed è libera di cercare compagnie aeree sul mercato.

Alitalia copriva meno del 20 per cento delle rotte intercontinentali in partenza da Malpensa, cioè 17 voli su 77. La riduzione può benissimo essere compensata da altri operatori, ma è necessaria una liberalizzazione delle rotte intercontinentali.

Possono essere portati due esempi positivi della liberalizzazione; il numero di passeggeri verso gli altri Stati Europei, a dieci anni dalla liberalizzazione è più che raddoppiato e non certo grazie ad Alitalia. L’apertura dei cieli verso gli Stati Uniti ha già provocato i primi effetti: da maggio una compagnia americana e dall’anno prossimo una inglese hanno già programmato dei voli diretti tra Malpensa e New York.

Malpensa sembra avere meno bisogno di AirOne, ma più di mercato...

 

dag

Utente
13 Agosto 2006
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Aeroporto della Malpensa andrebbe chiuso e sotituito con un campo di nomadi e profughi

ciao

[:D]
 

geronimo

Utente
9 Maggio 2003
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Nel 1999 Alitalia e KLM stavano per convolare a nozze.

KLM possedeva (e possiede tutt'oggi) una ampia flotta ma l'aeroporto di Amsterdam cominciava ad andare stretto per le sue esigenze e per le sue innumerevoli rotte. Al contrario Alitalia possedeva (e possiede tutt'oggi) una flotta risicata con pochissime rotte ma poteva offrire in dote quello che allora sembrava essere il promettente progetto di Malpensa 2000.

Il connubio tra le due compagnie appariva perfettamente intersecabile, armonioso e probabilmente lo sarebbe stato.
Restavano però alcuni dettagli da definire : l'Italia, in particolare le amministrazioni locali lombarde e milanesi, dovevano implementare le infrastrutture di accesso a Malpensa e rendere nel complesso l'intera struttura aeroportuale più funzionale, al passo con gli standard che si addicono ad un vero hub intercontinentale.

Ma come al solito, invece di procedere uniti e compatti a passi spediti verso tale obiettivo per il bene comune, la politica di casa nostra si esibì a vari livelli nel consueto teatrino fatto di disaccordi, inerzie, ripicche, tutela degli interessi particolari, manifestazioni di paelese incompetenza.

Alla fine gli olandesi della KLM si accorsero di essersi cacciati in un grosso guaio. Capirono allora che bisognava venirne fuori velocemente, perchè con gli italiani cialtroni ed inconcludenti era solo una perdita di tempo. Accettarono quindi di pagare una pesantissima penale pur di sciogliere l'accordo siglato con la nostra compagnia di bandiera.

Successivamente KLM, reduce dalla disastrosa esperienza italiana, riuscì finalmente a trovare il giusto partner in Air France, con la quale perdura ancora ai nostri giorni un felice e proficuo matrimonio che rende tale binomio il più grande gruppo di aerotrasporto mondiale (la corona di regina indiscussa resta sulla testa di Lufthansa).

A noi invece oggi resta una compagnia di bandiera clinicamente morta che da anni viene tenuta in vita artificialmente, un grande aeroporto-fantasma escluso dal grande giro e tanti sogni infranti.

La storia appena narrata credo sia emblematica e non aggiunge altro alla nostra consapevolezza di vivere in un paese in declino, incapace perfino di dotarsi di un vettore aereo planetario e di un aeroporto intercontinentale degni di tale nome nonostante le opportunità avute.









 

ivobernardini

Utente
20 Agosto 2006
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Ci vuole uno Stato FORTE e con le PALLE per decidere. Ricordo a me stesso che sotto il fascio c'erano in Italia ben 80 aereoporti, praticamente uno funzionante in ogni provincia e parliamo del 1930/1933 o giù di la'. Persino a Modena, Reggio Emilia, Parma c'era il suo aereoporto. Lo Stato credeva nel VOLO come mezzo di trasporto. POTENZIAVA il volo e gli scali. Che fine hanno fatto gli 80 aereoportini? Impolverati, baraccati... una fine tristissima.
Il sistema ferroviario italiano per il 75% è ancora quello del VENTENNIO! Cioè a dire invece di andare avanti siamo andati indietro!
E lo dice uno che non voterà mai a destra. Uno Stato che DECIDE non lascia marcire la Malpensa dopo averci speso i MILA-MILIARDI per costruirla! E che caspita.
 

brasileiro

Utente
28 Novembre 2003
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Citazione:Messaggio inserito da Geronimo
Nel 1999 Alitalia e KLM stavano per convolare a nozze.

KLM possedeva (e possiede tutt'oggi) una ampia flotta ma l'aeroporto di Amsterdam cominciava ad andare stretto per le sue esigenze e per le sue innumerevoli rotte. Al contrario Alitalia possedeva (e possiede tutt'oggi) una flotta risicata con pochissime rotte ma poteva offrire in dote quello che allora sembrava essere il promettente progetto di Malpensa 2000.

Il connubio tra le due compagnie appariva perfettamente intersecabile, armonioso e probabilmente lo sarebbe stato.
Restavano però alcuni dettagli da definire : l'Italia, in particolare le amministrazioni locali lombarde e milanesi, dovevano implementare le infrastrutture di accesso a Malpensa e rendere nel complesso l'intera struttura aeroportuale più funzionale, al passo con gli standard che si addicono ad un vero hub intercontinentale.

Ma come al solito, invece di procedere uniti e compatti a passi spediti verso tale obiettivo per il bene comune, la politica di casa nostra si esibì a vari livelli nel consueto teatrino fatto di disaccordi, inerzie, ripicche, tutela degli interessi particolari, manifestazioni di paelese incompetenza.

Alla fine gli olandesi della KLM si accorsero di essersi cacciati in un grosso guaio. Capirono allora che bisognava venirne fuori velocemente, perchè con gli italiani cialtroni ed inconcludenti era solo una perdita di tempo. Accettarono quindi di pagare una pesantissima penale pur di sciogliere l'accordo siglato con la nostra compagnia di bandiera.

Successivamente KLM, reduce dalla disastrosa esperienza italiana, riuscì finalmente a trovare il giusto partner in Air France, con la quale perdura ancora ai nostri giorni un felice e proficuo matrimonio che rende tale binomio il più grande gruppo di aerotrasporto mondiale (la corona di regina indiscussa resta sulla testa di Lufthansa).

A noi invece oggi resta una compagnia di bandiera clinicamente morta che da anni viene tenuta in vita artificialmente, un grande aeroporto-fantasma escluso dal grande giro e tanti sogni infranti.

La storia appena narrata credo sia emblematica e non aggiunge altro alla nostra consapevolezza di vivere in un paese in declino, incapace perfino di dotarsi di un vettore aereo planetario e di un aeroporto intercontinentale degni di tale nome nonostante le opportunità avute.



Quello che dici è vero, integro solo il fatto che, mentre i lavoratori di Malpensa annunciano scioperi e cortei di protesta, da più di 6 mesi Ryan Air ha messo sul tavolo 80 nuove rotte, 1 miliardo di dollari di investimento e diciotto nuovi aerei B737 (con tutto la manutenzione connessa)se la SEA accetta di far diventare Malpensa il nuovo hub di Ryan Air. Adesso, se i politici non fossero interessati solo ai loro voti clientelari e avessero una coscienza, non esiterebbero un solo istante a prendere una offerta da un vettore solido, con una storia di profitti e che porterebbe a disposizione dei cittadini tantissime opportunità di viaggi.

Amministratori seri e diligenti non ci penserebbero su 2 volte. Certo la clientela low cost sarà meno interessato a comprare il merchandising della Ferrari (dal negozio omonimo) ma sicuramente L'aeroporto diventerebbe un servizio utile ai cittadini.


Questi sono i veri scandali, questi sono i temi che i cittadini dovrebbero discutere e di cui i politici dovrebbero rendere conto.

Invece no, si vuole obbligare una compagnia fallita a stare su un aerporto che nessun'altro vuole.

Ivo, ricollegandomi a quello che dici tu, i modi per non sperperare l'investimento Malpensa ci sono, ma prevale come sempre il magna magna.

Ciao