Come combattere l'ignoranza e la demenzialità?

qwerty__

Utente
8 Settembre 2007
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Già in passato ho parlato di questo aspetto, mi sono soffermato spesso al problema e poco alla cura.
Parlo chiaramente e senza nessun filtro : la mia famiglia è un perfetto connubio fra ignoranza e demenzialità.
Mi spiego, definendo la mia idea di ignoranza e demenzialità.
L'ignoranza non è una mancanza di titoli o qualifiche. L'ignoranza per me è mancanza di buon senso e sopratutto è espressione di poca formazione civica, oltre allo scarso rispetto per gli altri.
La demenzialità è una produzione dell' ignoranza ed è essere di cattivo gusto, essere cafoni e stupidi, violare la persona altrui senza nessuna discrezione, cattiva educazione.
La mia famiglia e in particolare la figura di mio padre concilia ignoranza allo stato puro e esprime logicamente nello stesso tempo una percentuale di idiozia, e demenzialità che è offensiva nei confronti degli altri.
Mio padre è la massima espressione di tutto ciò.
Mio padre nel lavoro si impegna al massimo per risultare credibile, nella dimensione della famiglia è una persona di una rozzezza allo stato brado.
E' invadente, di cattivo gusto, offende le persone e le giudica, cafone, vive per istigare ed e un uomo poco presente (come figura vera e utile) nella vita di mia madre e dei miei fratelli (ormai io non ho più bisogno umanamente di lui).
E' molto difficile rendere l'idea di quanto questo clima mi innervosisca e mi danneggi. Quando studio (sopratutto se richiedo un leggero silenzio) si alternano qualche voce alta e vere e proprie urla. Provo a chiedere con eduazione il silenzio e ricomincia, quasi come se fosse (e a questo punto ci credo) qualcosa di premeditato.
Oltre questo sono innumerevoli e quasi da censire le performance di cafonaggine pure di mio padre all' interno dell' ambito familiare (inteso in senso generale).
Ancora..in famiglia si giudica, si giudicano gli altri e poi si prentende discrezione. Il più alto discorso in casa, sopratutto da parte di mio padre, è la chiacchiera oppure cosa si mangia.
In 20 anni non ho mai sentito discorsi da parte di mio padre sulla scuola, sull' università, sulle mie ambizioni, sulle ambizioni di mia madre, su una vacanza, su un hobby, su niente. O la chiacchiera o cosa si mangia, questo il picco del talk-show nella mia famiglia.
Il problema non è tanto il come sono i miei familiari e il com'è mio padre (in teoria il mio educatore).
Il problema è che il come è mio padre invade la mia vita, la inasprisce e la innervosisce. La altera in negativo.
Pensat
 

qwerty__

Utente
8 Settembre 2007
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Già in passato ho parlato di questo aspetto, mi sono soffermato spesso al problema e poco alla cura.
Parlo chiaramente e senza nessun filtro : la mia famiglia è un perfetto connubio fra ignoranza e demenzialità.
Mi spiego, definendo la mia idea di ignoranza e demenzialità.
L'ignoranza non è una mancanza di titoli o qualifiche. L'ignoranza per me è mancanza di buon senso e sopratutto è espressione di poca formazione civica, oltre allo scarso rispetto per gli altri.
La demenzialità è una produzione dell' ignoranza ed è essere di cattivo gusto, essere cafoni e stupidi, violare la persona altrui senza nessuna discrezione, cattiva educazione.
La mia famiglia e in particolare la figura di mio padre concilia ignoranza allo stato puro e esprime logicamente nello stesso tempo una percentuale di idiozia, e demenzialità che è offensiva nei confronti degli altri.
Mio padre è la massima espressione di tutto ciò.
Mio padre nel lavoro si impegna al massimo per risultare credibile, nella dimensione della famiglia è una persona di una rozzezza allo stato brado.
E' invadente, di cattivo gusto, offende le persone e le giudica, cafone, vive per istigare ed e un uomo poco presente (come figura vera e utile) nella vita di mia madre e dei miei fratelli (ormai io non ho più bisogno umanamente di lui).
E' molto difficile rendere l'idea di quanto questo clima mi innervosisca e mi danneggi. Quando studio (sopratutto se richiedo un leggero silenzio) si alternano qualche voce alta e vere e proprie urla. Provo a chiedere con eduazione il silenzio e ricomincia, quasi come se fosse (e a questo punto ci credo) qualcosa di premeditato.
Oltre questo sono innumerevoli e quasi da censire le performance di cafonaggine pure di mio padre all' interno dell' ambito familiare (inteso in senso generale).
Ancora..in famiglia si giudica, si giudicano gli altri e poi si prentende discrezione. Il più alto discorso in casa, sopratutto da parte di mio padre, è la chiacchiera oppure cosa si mangia.
In 20 anni non ho mai sentito discorsi da parte di mio padre sulla scuola, sull' università, sulle mie ambizioni, sulle ambizioni di mia madre, su una vacanza, su un hobby, su niente. O la chiacchiera o cosa si mangia, questo il picco del talk-show nella mia famiglia.
Il problema non è tanto il come sono i miei familiari e il com'è mio padre (in teoria il mio educatore).
Il problema è che il come è mio padre invade la mia vita, la inasprisce e la innervosisce. La altera in negativo.
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8 Settembre 2007
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Già in passato ho parlato di questo aspetto, mi sono soffermato spesso al problema e poco alla cura.
Parlo chiaramente e senza nessun filtro : la mia famiglia è un perfetto connubio fra ignoranza e demenzialità.
Mi spiego, definendo la mia idea di ignoranza e demenzialità.
L'ignoranza non è una mancanza di titoli o qualifiche. L'ignoranza per me è mancanza di buon senso e sopratutto è espressione di poca formazione civica, oltre allo scarso rispetto per gli altri.
La demenzialità è una produzione dell' ignoranza ed è essere di cattivo gusto, essere cafoni e stupidi, violare la persona altrui senza nessuna discrezione, cattiva educazione.
La mia famiglia e in particolare la figura di mio padre concilia ignoranza allo stato puro e esprime logicamente nello stesso tempo una percentuale di idiozia, e demenzialità che è offensiva nei confronti degli altri.
Mio padre è la massima espressione di tutto ciò.
Mio padre nel lavoro si impegna al massimo per risultare credibile, nella dimensione della famiglia è una persona di una rozzezza allo stato brado.
E' invadente, di cattivo gusto, offende le persone e le giudica, cafone, vive per istigare ed e un uomo poco presente (come figura vera e utile) nella vita di mia madre e dei miei fratelli (ormai io non ho più bisogno umanamente di lui).
E' molto difficile rendere l'idea di quanto questo clima mi innervosisca e mi danneggi. Quando studio (sopratutto se richiedo un leggero silenzio) si alternano qualche voce alta e vere e proprie urla. Provo a chiedere con eduazione il silenzio e ricomincia, quasi come se fosse (e a questo punto ci credo) qualcosa di premeditato.
Oltre questo sono innumerevoli e quasi da censire le performance di cafonaggine pure di mio padre all' interno dell' ambito familiare (inteso in senso generale).
Ancora..in famiglia si giudica, si giudicano gli altri e poi si prentende discrezione. Il più alto discorso in casa, sopratutto da parte di mio padre, è la chiacchiera oppure cosa si mangia.
In 20 anni non ho mai sentito discorsi da parte di mio padre sulla scuola, sull' università, sulle mie ambizioni, sulle ambizioni di mia madre, su una vacanza, su un hobby, su niente. O la chiacchiera o cosa si mangia, questo il picco del talk-show nella mia famiglia.
Il problema non è tanto il come sono i miei familiari e il com'è mio padre (in teoria il mio educatore).
Il problema è che il come è mio padre invade la mia vita, la inasprisce e la innervosisce. La altera in negativo.
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8 Settembre 2007
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trottolina già mi sono posto questa domanda, probabilmente nell' essermi stato un cattivo padre c'è una motivazione storica e di vissuto, ma neanche troppo.
Invece per ciò che attiene l'ignoranza e la demenzialità, non ho nessuna indicazione (forse è una normale degenerazione).
Ti giuro ..con mio padre non ci puoi fare un discorso serio, poi se sei un estraneo (cioè uno al di fuori della famiglia..zii,zie ecc..) diventa una persona diversa e seria.

PS. Abito in una cittadina piena di agricoltori, boscaioli, artigiani.
Più queste persone vengono dal basso più comprendono i sacrifici di chi attorno a loro li fà...sono grandi persone.
Mio padre non riesce a comprendere gli sforzi degli altri, eppure a volte si professa migliore degli altri.
 

qwerty__

Utente
8 Settembre 2007
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Si con mio padre ho provato a parlargli molto...sopratutto dai 15 ai 18.
Domande precise sui suoi pensieri no, ma sul suo lavoro si, su qualche hobby ecc..
 

soukrates

Utente
3 Aprile 2006
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Quoto trottolina. Se te la senti cerca di parlarci, di comunicargli il tuo disagio e la tua ansia. Nn penso sia facile, penso ci voglia un grande coraggio per farlo. Molto probabilmente ti vuole molto più bene di quanto tu non immagini....
 

qwerty__

Utente
8 Settembre 2007
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Citazione:Messaggio inserito da trottolina
Per tanti motivi tuo padre è arrivato ad essere così, ed io credo che la sua non è cattiveria allo stato puro, bensì un non arrivare a capire certe cose, semplicemente perchè a suo tempo nessuno gliele ha insegnate. Forse tuo padre ha dovuto lavorare sin da piccolo, faticare giorno e notte per poter mangiare, per poter aiutare la sua famiglia. Tutte situazioni che forse lo hanno portato a crearsi questa specie di corazza, che può essere tutto ciò che tu hai descritto, ma per difesa.



Mio padre cosi'? UhuHUhUHUHUA..[:)] Scusami ma niente di tutto ciò....anzi...mio padre non sà proprio cos'è il sacrificio (altro che lavorare da piccolo) altrimenti capirebbe il mio che ho voglia di laurearmi e passo ore sui libri per gli esami.
Io non sono sempre del pensiero che sia dovuto giustificare tutti i comportamenti anche se sono il primo a cercare di comprendere le reazioni altrui...ma ai danni che uno fà dei danni agli altri, c'è poco di giustificato.
Poniamo il caso che mio padre avesse fatto il muratore dai 13 anni...che titolo avrebbe di impedire agli altri di vivere? Oppure che titolo avrebbe nei confronti soltanto dei suoi familiari di esaurirli al punto che io per esempio non riesco a stare più di 10 minuti a contatto con lui (parlo di vicinanza).
Possibile che un uomo sulla cinquantina non abbia nulla di interessante per sè e per gli altri che fare il demente tutto il tempo che passa a casa? Ma forse sono soltanto io che non riesco a motivare che mio padre (e lo dico con dolore!) probabilmente è celebroleso.
E poi che senso ha che al lavoro o con chi non lo conosce finge di essere un grande uomo: assumendo serietà e qualcosa che non è? (Peccato che dura massimo 2 ore).
Io non sò come sono cresciuto, dove cavolo prendo anzi dove ho preso la forza di sollevarmi perchè col cuore in mano ti dico che se ci fosse stato qualsiasi altro al mio posto probabilmente sarebbe cresciuto davvero male.
Un padre che in 20 anni non m'ha lasciato niente, se non demenza e maleducazione, odio e rabbia, meriti soltanto disapprovazione e uno sputo in faccia.
Con mia madre ho avuto conflitti, liti, ma è una persona che è sempre stata li' vicino a me e alla famiglia, come ogni madre farebbe quando ama.
Mi dispiace per lei...meritava di meglio, più considerazione, più amore, più possibilità, una figura più forte al suo fianco ...e non a caso ci soffre anche se sà anche lei fingere.
In ultimo : mio fratello si stà perdendo in un modo terribile...è sciatto, và male a scuola, è maleducato...il mio opposto..lui stà assorbendo più di me tutto questo marcio.
Anzichè mille scusanti per gli altri, penso solo che ci sono persone senza cuore.
 

qwerty__

Utente
8 Settembre 2007
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E' giusto che ti risponda.
Beh...per dare una impressione di mio padre dovrei catalogare tutti i torti che mi ha fatto negli ultimi anni o semplicemente da sempre.
Il rapporto con mio padre lo divido in due epoche, nella prima quella dell' infanzia/prima adolescenza è stato un tipo per nulla presente, maledecato e quindi di cattivo esempio. Della serie ma ho un padre?.
Nella seconda epoca mio padre è stato ed è una persona buffa, carnevalesca, sempre poco presente e sempre maleducato attualmente più nei riguardi di mia madre che miei (devo essere sincero).
Come dimenticare quando gentilmente mi svegliava per andare a scuola al ritmo di cattive parole e mazze sbattute sulle gambe, oppure come dimenticare tutte le volte che facevo le partite di calcio solo o quando non sapeva neanche in che sezione stavo...e quante ne potrei dire ancora.
Che pena.
 

ivobernardini

Utente
20 Agosto 2006
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In psicologia clinica il tuo atteggiamento viene chiamato di svincolo, è un classico; è naturale a questa età che tu avverta risentimento verso i genitori, per crearti la TUA strada e la tua indipendenza. E' ovvio anche che tu non condivida quel sistema valoriale che ti viene ogni giorno tramandato, è fisiologico.
Con il tempo - invece - verso i 30/35 anni imparerai proprio ad apprezzare i tuoi genitori, ma avverrà fra una decina d'anni e non prima.
La scelta di andare ad abitare a Napoli mi pare però bizzarra e demenziale sotto ogni punto di vista. E' una città PESSIMA. Vieni al nord che è molto più civile ed ordinato come ambiente. Lavoro ce n'è molto: se hai voglia di fare.
In bocca al lupo.
 

qwerty__

Utente
8 Settembre 2007
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Per ora rimango pendolare sull'asse Avellino-Napoli.
Spero di laurearmi entro 1 anno e mezzo, successivamente ho pensato di continuare gli studi al Nord non per questioni lavorative ma perchè farei un bel salto di qualità per gli studi di economia aziendale.
Riguardo i miei genitori....beh mi ripeto io ho avuto la forza di decidere per me e fare le mie scelte, con ottimi risultati...vedo però mio fratello che và alle superiori, non reagisce come me..e infatti ha diversi problemi con la scuola e qualcuno con sè stesso.
Ad ogni modo Ivo per quanto possa essere benevolo il mio giudizio futuro e presente sui miei genitori...come giustificare un demente che si mette a fare il padre?
 

ivobernardini

Utente
20 Agosto 2006
2,222
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I genitori noi non li scegliamo tesoro. E comunque ci hanno messo al mondo. Altrimenti noi non saremmo qui a scrivere delle cose bellissime su ieson.com. Riflettici.
[:D]
La Facoltà di Economia Marco Biagi che abbiamo qui è la migliore d'Italia - dopo la Bocconi - riflettici, hanno molti master di perfezionamento post-laurea.
Ciao
 

qwerty__

Utente
8 Settembre 2007
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Avevo pensato alla Bocconi (anche ho parenti milanesi)...ma ho ancora un pò per pensarci.
Ho pensato di investirmi dei soldi in banca appunto nella laurea specialistica (dopo aver preso questa si intende!).
Tanto per rimanere in tema ..quando mi iscrissi a Settembre all' università sai cosa mi disse mio padre rivolgendosi a mia madre Quanto ci scommetti che non arriva neanche a Natale?.
Che **strard*!
Alla fine ho provato giustamente rabbia per questa situazione...poi ad un certo punto ho capito che dovevo trasformare la rabbia in forza e ora eccomi qui!
 

batgirl

Utente
28 Giugno 2003
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In risposta al titolo, direi che ogni sorta d'ignoranza viene combattuta colla conoscenza(nonostante sia improbabile che ci sia qualcono onnisciente);qto alla demenzialità, viene combattuta dalla Psichiatria e dalla Psicologia.
 

boro

Utente
5 Maggio 2003
2,237
2
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zitti che questa l'ho capita
image184.gif
 

qwerty__

Utente
8 Settembre 2007
1,111
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Citazione:Messaggio inserito da Ronald
quindi non ha mai lavorato? come ha fatto?


Hai presente i gli islamici che pregano più volte al giorno e con tanta energia da bloccare le loro attività giornaliere?
Mio padre dovrebbe pregare con quella insistenza il suo Dio in modo da ringraziarlo della benevolenza con cui gli ha donato un onesto lavoro da impiegato.
Per il resto, senza offesa per mio padre, con la sua mite intelligenza non sarebbe stato in grado neanche di fare un lavoro del tipo : separare le palline bianche da quelle colorate.