CHE NE PENSATE? SONO RIMASTO MOLTO PERPLESSO
Nel Luglio del 2004 è comparsa una segnalazione sulle pagine degli Archives of Dermatology a firma di W. Reid Pitts, Jr circa un rapporto
tra Finasteride e carcinoma prostatico di grado elevato.
Nella pubblicazione si fa riferimento ad un trial (Prostate Cancer Prevention Trial – PCPT) che ha coinvolto 18882 pazienti di sesso maschile seguiti per un periodo di 7 anni con lo scopo di dimostrare un possibile ruolo della Finasteride alla dose di 5 mg/die nella prevenzione del carcinoma prostatico. (la sperimentazione clinica prevedeva il termine al raggiungimento di un certo numero di biopsie prostatiche (9060) o alla fine dei 7 anni).
È conseguito da questa esperienza, che la Finasteride previene o ritarda la comparsa di un carcinoma prostatico in una percentuale di casi
simile al placebo ma incrementa in modo maggiore rispetto al placebo il rischio di un carcinoma prostatico ad alto grado di malignità.
Nell’editoriale del New England Journal of Medicine che ha pubblicato i risultati completi di questa ricerca si sottolinea il fatto che la terapia con Finasteride non può essere ritenuta un fattore di protezione nei confronti del carcinoma prostatico, ma aggiunge un rischio di sviluppare un carcinoma prostatico ad alto grado di malignità dopo i 50 anni. Studi autoptici su soggetti di sesso maschile deceduti a seguito di incidenti hanno in effetti permesso di accertare che a partire dall’età di 30 anni, possono svilupparsi all’interno della prostata foci tumorali anche se non è matematica conseguenza il fatto che avranno poi un decorso ingravescentee maligno. In questi casi gli accertamenti diagnostici non sono abbastanza sensibili da rilevarne la presenza.
È ipotizzabile, che farmaci ad azione anti-androgena, come gli inibitori della 5 alfa reduttasi, ne possano consentire lo sviluppo in modo che, quando riconosciuti, hanno ormai potuto avanzare nel grado di malignità?
Nel Luglio del 2004 è comparsa una segnalazione sulle pagine degli Archives of Dermatology a firma di W. Reid Pitts, Jr circa un rapporto
tra Finasteride e carcinoma prostatico di grado elevato.
Nella pubblicazione si fa riferimento ad un trial (Prostate Cancer Prevention Trial – PCPT) che ha coinvolto 18882 pazienti di sesso maschile seguiti per un periodo di 7 anni con lo scopo di dimostrare un possibile ruolo della Finasteride alla dose di 5 mg/die nella prevenzione del carcinoma prostatico. (la sperimentazione clinica prevedeva il termine al raggiungimento di un certo numero di biopsie prostatiche (9060) o alla fine dei 7 anni).
È conseguito da questa esperienza, che la Finasteride previene o ritarda la comparsa di un carcinoma prostatico in una percentuale di casi
simile al placebo ma incrementa in modo maggiore rispetto al placebo il rischio di un carcinoma prostatico ad alto grado di malignità.
Nell’editoriale del New England Journal of Medicine che ha pubblicato i risultati completi di questa ricerca si sottolinea il fatto che la terapia con Finasteride non può essere ritenuta un fattore di protezione nei confronti del carcinoma prostatico, ma aggiunge un rischio di sviluppare un carcinoma prostatico ad alto grado di malignità dopo i 50 anni. Studi autoptici su soggetti di sesso maschile deceduti a seguito di incidenti hanno in effetti permesso di accertare che a partire dall’età di 30 anni, possono svilupparsi all’interno della prostata foci tumorali anche se non è matematica conseguenza il fatto che avranno poi un decorso ingravescentee maligno. In questi casi gli accertamenti diagnostici non sono abbastanza sensibili da rilevarne la presenza.
È ipotizzabile, che farmaci ad azione anti-androgena, come gli inibitori della 5 alfa reduttasi, ne possano consentire lo sviluppo in modo che, quando riconosciuti, hanno ormai potuto avanzare nel grado di malignità?