Chopin., leggi questo:
farmaci antinfiammatori non steroidei possono essere suddivisi preliminarmente in due grandi categorie, gli acidi carbossilici e gli acidi enolici.
La prima categoria include a sua volta :
i salicilati , fra cui l’acido acetilsalicilico o ASA che rappresenta il principio attivo dell’Aspirina. L’ASA, acetilderivato dell’acido salicilico, viene prontamente assorbito ed ampiamente distribuito nell’organismo (il picco nel sangue circolante viene raggiunto entro due ore); il pH acido dello stomaco ne favorisce l’assorbimento ma il rapido passaggio attraverso le cellule dell'epitelio gastrico può indurre un effetto irritante sulla mucosa dello stomaco. Il principio attivo viene poi rapidamente eliminato dal rene e quindi escreto nell’urina. L’ASA, oltre ad avere un effetto antinfiammatorio, antipiretico ed analgesico, ha anche un effetto anti-aggregante piastrinico. Per il suo effetto di inibizione sull’aggregazione piastrinica, l'ASA non va associato con farmaci anticoagulanti. L’ingestione di alcolici provoca un aumento della sua tossicità gastrica.
gli acidi acetici, fra cui l’indometacina, il tolmetin e il sulindac che vengono metabolizzati a livello epatico ed escreti in parte con le urine ed in parte con le feci. Anche per questa classe di farmaci è opportuno usare la massima cautela in caso di associazione con anticoagulanti. A questa classe appartiene anche il diclofenac che viene assorbito rapidamente sia se assunto per via orale che per via rettale. Anche questo farmaco viene metabolizzato a livello epatico per poi essere eliminato per la maggior parte con le urine ed in piccola parte per via biliare.
gli acidi fenamici quali l’acido flufenamico e l’acido mefenamico che sono bene assorbiti dal tratto gastrointestinale, vengono metabolizzati a livello epatico ed eliminati per lo più con le urine ed in parte anche con la bile e le feci. Anche questi composti aumentano l’attività degli anticoagulanti.
gli acidi proprionici, fra cui l’ibuprofene, il ketoprofene ed il naprossene, sostanze di provata efficacia e in genere meglio tollerate dei salicilici a livello gastrointestinale. Assorbiti rapidamente se assunti per via orale, questi composti sono metabolizzati dal fegato per essere infine escreti per via renale.
La categoria degli acidi enolici include:
i pirazolonici, quali il fenilbutazone, l’aminofenazone, il feprazone, l’ossifenilbutazone e la noramidopirina, potenti antinfiammatori che vengono metabolizzati a livello epatico, escreti soprattutto per via biliare e solo in minima parte per via renale. E’ da evitare l’associazione dei pirazolici con insulina, antidiabetici orali, anticoagulanti ed aggreganti piastrinici perchè la loro tendenza a potenziare l’attività di tutti questi farmaci potrebbe generare interazioni farmacologiche negative. Essi inoltre antagonizzano l’azione di vari farmaci antipertensivi, quali ad esempio i diuretici.
gli ossicamici come il piroxicam, sostanza caratterizzata da una lunga emivita (tempo necessario perché il 50% della quantità somministrata venga eliminata) tale da consentire una sola somministrazione giornaliera. Anche il piroxicam richiede prudenza in caso di associazione con farmaci anticoagulanti.
Altri FANS, che non rientrano nelle classi sopracitate, sono la nimesulide ed il nabumetone.
Recentemente ho preso nimesulide per la rinofaringite.