Correte!Correte!Correte!
Le Stelle.
Così gridavano i miei cugini, correndo, cercando di arrivare per primi al posto migliore per vedere le stelle.
Come se quelle, fossero state le uniche sere in cui poter guardare quei puntini luminosi, appesi nella notte.
Così,
Muti e sdraiati, con gli occhi persi nel buio, rimanevamo immobili a fissare il cielo.
C’era, chi si divertiva a guardare divertito, il modo in cui quei fili invisibili le legavano l’un l’altra,
Formando, mostri, cuori, fiamme.
C’era chi diceva,
di aver visto degli omini, scender da lassù qualche giorno prima,
che l’aveva detto anche la televisione, nel caso in cui nessuno c’avesse creduto.
C’era poi chi cercava di contarle una per una, e diceva che quando avrebbe finito di contarle, avrebbe dato un nome ciascuna,annotando il tutto su un quaderno.
Successivamente venimmo a sapere che erano un miliardo,
stella più, stella meno,
ma che, non aveva più voglia di perder tempo a cercare nomi,
ora aveva la playstation che era molto meglio.
Una di quelle sere, mia cugina ci disse che dovevamo fissare due, tre stelle,forte, senza mai batter ciglio, che poi quando saremmo andati a dormire, prima di sognare le avremmo riviste tutte,
una per una.
Ci provammo tutti,
ma io la sera sotto le coperte non vidi niente, e cominciai a piangere.
Da quel giorno, odiai a morte mia cugina, e tutte le volte in cui correvano per andare a veder le stelle, io mi nascondevo con cura, e fissavo gli angoli bui di quel cielo rotondo ed ancora così infinito.
Così sotto le coperte, quando il nero mi invadeva i pensieri e m’intorpidiva i sensi,mi sentivo più tranquillo, perché il buio avevo imparato a conoscerlo fuori.
Mentre tutti sognavano guardando le stelle, io mi accontentavo degli angoli bui.
Da quei giorni, s’aggiunse oltre la paura dei mostri invisibili, anche la paura di esser diverso.
Crescendo poi,
i miei cugini non hanno più avuto il tempo di chiamarmi, ed io di rispondere.
Ma io ogni tanto a quelle sere così strane ci penso ancora:
i mostri son rimasti invisibili, e la paura s’è trasformata in consapevolezza,
Le Stelle.
Così gridavano i miei cugini, correndo, cercando di arrivare per primi al posto migliore per vedere le stelle.
Come se quelle, fossero state le uniche sere in cui poter guardare quei puntini luminosi, appesi nella notte.
Così,
Muti e sdraiati, con gli occhi persi nel buio, rimanevamo immobili a fissare il cielo.
C’era, chi si divertiva a guardare divertito, il modo in cui quei fili invisibili le legavano l’un l’altra,
Formando, mostri, cuori, fiamme.
C’era chi diceva,
di aver visto degli omini, scender da lassù qualche giorno prima,
che l’aveva detto anche la televisione, nel caso in cui nessuno c’avesse creduto.
C’era poi chi cercava di contarle una per una, e diceva che quando avrebbe finito di contarle, avrebbe dato un nome ciascuna,annotando il tutto su un quaderno.
Successivamente venimmo a sapere che erano un miliardo,
stella più, stella meno,
ma che, non aveva più voglia di perder tempo a cercare nomi,
ora aveva la playstation che era molto meglio.
Una di quelle sere, mia cugina ci disse che dovevamo fissare due, tre stelle,forte, senza mai batter ciglio, che poi quando saremmo andati a dormire, prima di sognare le avremmo riviste tutte,
una per una.
Ci provammo tutti,
ma io la sera sotto le coperte non vidi niente, e cominciai a piangere.
Da quel giorno, odiai a morte mia cugina, e tutte le volte in cui correvano per andare a veder le stelle, io mi nascondevo con cura, e fissavo gli angoli bui di quel cielo rotondo ed ancora così infinito.
Così sotto le coperte, quando il nero mi invadeva i pensieri e m’intorpidiva i sensi,mi sentivo più tranquillo, perché il buio avevo imparato a conoscerlo fuori.
Mentre tutti sognavano guardando le stelle, io mi accontentavo degli angoli bui.
Da quei giorni, s’aggiunse oltre la paura dei mostri invisibili, anche la paura di esser diverso.
Crescendo poi,
i miei cugini non hanno più avuto il tempo di chiamarmi, ed io di rispondere.
Ma io ogni tanto a quelle sere così strane ci penso ancora:
i mostri son rimasti invisibili, e la paura s’è trasformata in consapevolezza,