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Prova a leggere questo articolo della Dott.ssa Alessandra Grassi per capire la differenza della alopecia areata propriamente detta da quella cosiddetta incognita:
L'alopecia areata e' la forma piu' comune di alopecia non cicatriziale e infatti circa il 2% dei consulti dermatologici avvengono per questo problema, e pur non compromettendo la salute fisica dell'individuo puo' interferire notevolmente sul suo equilibrio psichico. e' stata descritta per la prima volta da Cornelio Celso nel 30 d.C., anche se il termine e' stato usato originariamente da Sauvage nel 1760. L'alopecia areata ha un'incidenza complessiva di circa 17 casi per 100.000 abitanti. e' rara prima dei due anni, presenta un picco tra 4 e 5 anni, e nel 60% delle volte insorge prima dei 20 anni. Si manifesta improvvisamente con la caduta dei capelli o dei peli a livello di un'area, con formazione di una o piu' chiazze rotondeggianti che tendono a estendersi e che possono associarsi nel 30% dei pazienti a onicopatia. Nel 3% dei soggetti la caduta dei capelli interessa la zona occipitale caratterizzando la forma ofiasica che e' particolarmente resistente alla terapia. A causa dell'estendersi delle chiazze, l'alopecia puo' diventare totale se interessa tutto il cuoio capelluto, e in rari casi se si associa a caduta anche dei peli di tutto il corpo e' definita universale. L'alopecia areata puo' associarsi ad atopia, e in questi casi la prognosi e' peggiore. Clinicamente la chiazza di alopecia presenta cute di colore bianco, con superficie liscia, ed alla periferia dell'area di alopecia sono presenti i caratteristici peli a punto esclamativo, patognomonici della malattia. Si tratta di peli tronchi a circa 3 mm dall'ostio follicolare che cadono in 1-2 settimane e dipendono da un'alterazione transitoria del processo di cheratinizzazione del follicolo. Un altro segno caratteristico delle forme gravi di alopecia areata e' il pelo cadaverizzato che appare come un punto nero sulla cute alopecica e non supera generalmente l'ostio follicolare, esso e' grosso e iperpigmentato.
La progressione del processo patologico segue caratteristicamente una direzione centrifuga, come anche la ricrescita segue lo stesso andamento. Inoltre spesso quando i capelli ricrescono sono inizialmente bianchi o piu' chiari del colore normale. Le alterazioni delle unghie sono molto frequenti e possono anche precedere l'esordio dell'alopecia, si riscontrano piu' spesso nei bambini, e consistono in un pitting diffuso caratterizzato da depressioni puntiformi delle unghie, talvolta le unghie sono ruvide, o presentano un'accentuazione della striatura longitudinale. Il meccanismo patogenetico dell'alopecia areata consiste in un danno dei cheratinociti della matrice del pelo che dovrebbero differenziarsi verso il fusto. La causa di questa patologia non e' completamente chiara anche se si ipotizza un'eziologia multifattoriale che prevede una predisposizione genetica e l'intervento di meccanismi autoimmunitari. Questa ipotesi e' confortata dalla frequente associazione dell'alopecia areata con altre malattie autoimmunitarie, e il riscontro della positivita', in alcuni casi, degli anticorpi anti-tiroide e anti-cellule parietali gastriche.
Inoltre, mentre il capello normale presenta antigeni di istocompatibilita' di classe Ia solo a livello della porzione superficiale della guaina epiteliale esterna, e molto raramente nella zona infrainfundibolare compresa la matrice, nell'alopecia areata le cellule della matrice esprimono sia antigeni di Ia sia di classe IIa. Questa anomala espressione da parte della matrice di antigeni di prima classe e' il requisito per una specifica interazione con i linfociti citotossici. Alcuni studi sostengono l'ipotesi di un ruolo favorente svolto anche da fattori psicologici o da infezioni focali. L'evoluzione della cosiddetta area Celsi e' imprevedibile e varia da un individuo all'altro, infatti, puo' regredire spontaneamente o si puo' verificare la comparsa di nuove chiazze in altre sedi, o la confluenza e l'allargamento delle chiazze preesistenti e talvolta anche la recidiva delle lesioni. La prognosi e' condizionata dall'eta' d'insorgenza, dalla familiarita', dalla durata, dall'estensione, dalla risposta a precedenti trattamenti e dall'associazione con atopia o malattie autoimmuni. Sono considerati fattori prognostici negativi l'eta' infantile, la rapida progressione della malattia verso un'alopecia totale o universale, l'interessamento della zona occipitale (forma ofiasica), la durata superiore a un anno, la presenza di familiarita', l'associazione con atopia, con alterazioni ungueali, o la sindrome di Down. L'alopecia areata che insorge nel periodo neonatale va differenziata dalle forme congenite, come l'alopecia congenita triangolare che si presenta con una chiazza di alopecia di forma triangolare o lanceolata in sede fronto-temporale. Le forme che compaiono piu' tardivamente vanno distinte dalle alopecie non cicatriziali circoscritte come la tricotillomania che si caratterizza per la presenza di peli spezzati a distanza variabile dall'ostio follicolare. Inoltre l'alopecia areata puo' esordire con una perdita diffusa dei capelli simulando un telogen effluvium, e in questo caso si parla di alopecia areata incognita. L'esame istologico dopo biopsia cutanea evidenzia un infiltrato linfocitario che circonda i capillari e le venule intorno ai bulbi piliferi, con capelli sia in fase anagen sia catagen.
Studi immunoistochimici permettono di verificare che l'infiltrato e' costituito soprattutto da linfociti T e da cellule della serie macrofagica. Nei pazienti affetti bisogna considerare attentamente l'impatto psicologico causato dall'improvvisa caduta dei capelli e che impone l'immediato intervento terapeutico e la valutazione della necessita' di una consulenza psicologica. Esistono varie possibilita' terapeutiche e la strategia di intervento va condotta nella consapevolezza che nessuna terapia e' risolutiva nel 100% dei casi e soprattutto capace di escludere la possibilita' di recidiva. In ogni caso va comunque protratta per alcuni mesi prima di escluderne l'efficacia. La scelta del trattamento dipende sostanzialmente dall'eta' del paziente e dalla gravita' del quadro clinico. Si possono utilizzare i corticosteroidi per uso topico, oppure, se l'area da trattare non e' troppo vasta, si possono eseguire delle infiltrazioni di triamcinolone acetonide che presenta un minor rischio di atrofia. Un'altra scelta e' il minoxidil per uso topico al 5% da solo o in associazione al corticosteroide. Risultano molto efficaci anche le terapie immunostimolanti o sensibilizzanti in cui si utilizzano sostanze come il dibutilestere dell'acido squarico (SADBE), che applicate sul cuoio capelluto provocano la comparsa di una dermatite allergica da contatto.
Anche se il reale meccanismo d'azione e' oggetto di studio, sono riportati risultati incoraggianti con questa terapia che puo' comportare effetti collaterali come l'eczema, la vescicolazione e la linfoadenomegalia regionale. In letteratura sono descritti effetti positivi ottenuti con la terapia steroidea sistemica pulsata indicata nelle forme molto estese di alopecia areata. Va comunque ricordato che l'efficacia della terapia dell'alopecia areata e' difficile da valutare per l'evoluzione imprevedibile della malattia, per la presenza di casi di risoluzione spontanea e per la necessita' di proseguire la terapia per un certo periodo prima di escludere la sua validita' nel singolo caso. In generale, pero', i risultati terapeutici sono migliori se l'alopecia e' poco estesa e di recente insorgenza. Maggiori difficolta' terapeutiche comportano le forme totali o universali con interessamento delle sopracciglia o della regione occipitale, di durata superiore a un anno e in pazienti con disturbi di natura psicologica. Inoltre, occorre valutare, soprattutto per le forme estese, l'influenza ch