sono articoli un po' datati (1998 e 2002), quelli che ho linkato io sono molto più recenti e indicano come la conversione non sia fissa e sia stata in passato sottostimata.
Comunuqe l'emivita di una molecola di DHA è molto lunga (credo oltre 1 anno solare) e anche un una conversione bassa è più che accettabile per il turnover,
D'altra parte gli acidi grassi omega 3 del pesce (EPA, C20:5, DHA C22:6) debbono essere trasportati mediante le lipoproteine plasmatiche (come tutti i grassi a catena lunga) e per via delle numerose insaturazioni sono giocoforza esposte a maggiore stress ossidativo.
In questo senso ci sono studi che collegano, specie nell'anziano, la somministrazione di olio di pesce ad aumento dei marker della perossidazione lipidica, il che non è certo un bene.
L'ALA è un C18:3, ha la metà delle insaturazioni del DHA ed una resistenza ai ROS molto maggiore, comunque può essere convertito in EPA e DHA solo a livello cellulare, in un ambiente protetto dagli enzimi ossidoriduttivi (CAR, SOD, tioredoxina, glutatione peroxidasi, ecc..).
E' l'unico acido grasso veramente essenziale (assieme all'acido linoleico) mentre il DHA e l'EPA in termini biochimici non lo sono.