riflettere sul dolore provato in passato per l'aga

ten tigers

Utente
6 Novembre 2016
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Ciao a tutti, è da un po’ che mi sono dato alla macchia, a febbraio ho dovuto affrontare una difficile situazione personale, per fortuna poi risolta… e anche una volta uscito ho preferito tenermi in ombra sul forum, leggendo ma evitando di postare

questo autunno stavo finalmente entrando in un periodo pieno di speranza per tante cose della mia vita, insomma uno di quei momenti in cui ti sembra di essere riuscito a mettere a posto un sacco di casini, e di essere sulla via per riuscire a mettere a posto anche quello che non va ancora… quando oggi ho ricevuto una notizia che è una mazzata e mi ha fatto ripensare a moltissime cose. Alcune di queste riguardano anche il mio tormentato rapporto con l’alopecia.
ho iniziato a scrivere qui due anni fa mi pare, quando avevo da poco iniziato a prendere di petto la questione, curandomi (prima non ero riuscito anche per motivi economici) e quindi non sono mai stato su questi lidi nella mia fase più pessimistica, ma vi assicuro che dal 2012 al 2016 mi sono letteralmente distrutto psicologicamente: il pensiero di perdere i capelli era un chiodo fisso che mi accompagnava sempre, e ha condizionato molti momenti della mia vita, con picchi durissimi in cui mi sembrava fosse impossibile essere felice. Cercavo di non parlarne con nessuno, perché mi vergognavo sia del mio aspetto, sia di come lo vivevo, ma mi sfogavo con le persone a me più vicine, i miei genitori e la ragazza con cui stavo all’epoca. Ci sono stati dei momenti in cui li ho letteralmente tormentati.
Ho passato giornate in cui ero intrattabile, nottate in cui piangevo come un pazzo, ho chiesto a queste persone aiuti che non potevano darmi, senza riuscire a lavorare minimamente sull’accettazione della cosa. Ricordo, ad esempio, una vacanze in un posto splendido in toscana, con io che mi rifiutavo di uscire dalla tenda perché troppo depresso, perché “non ne valeva la pena”. Ma soprattutto ricordo tanti momenti passati con mio padre, nel mio letto mentre piangevo con lui che mi ascoltava, oppure tante passeggiate con me completamente giù di morale mentre lo inondavo di infelicità, mentre gli dicevo che non vedevo speranza, che la vita faceva schifo perché ero diventato brutto, e cose del genere.
Credo che un po’ tutti voi sappiate bene come la valutazione oggettiva dell’aga conti fino a un certo punto: ogni diradamento è soggettivamente vissuto come grave. Oggi guardo le foto del 2013 ed è assurdo, perché quando furono scattate mi vergognavo, mentre ora è come se fossero altre foto, e come se mi vedessi diverso da com’ero allora, è come se quelle foto fossero mutate nel mentre. Mi chiedo come potessi stare così male, in fondo vedendomi in paragone ad adesso avevo più capelli, però allora era un dramma.
Mio padre fu con me anche quando nel febbraio del 2017 feci la mia prima visita da Gigli: mi accompagno in treno fino a Torino, mangiammo dei panini nel parchetto lì di fianco a porta Susa, poi dopo che uscì di lì ero felice come una pasqua, camminavo a 30 cm da terra… perché il dottore mi aveva detto che non ero messo male, mi aveva ascoltato, suggerito una cura più attenta, quindi non mi sentivo più passivamente incamminato verso un triste destino.. insomma mi aveva fatto entrare in una nuova modalità mentale, quella in cui perlomeno si pensa che si può provare a lottare, e si prova a difendere un po’ il buono che è rimasto, accettandolo. Ricordo che quella fu una grande giornata soprattutto per mio padre, che finalmente dopo anni mi vedeva con un atteggiamento completamente diverso. Da allora ci sono stati momenti in cui pensavo di non aver neanche più il problema, tipo il natale dell’anno scorso, ad altri in cui mi sono visto incredibilmente peggiorato (questo Giugno stavo riprendendo a sentirmi a terra, poi sempre Gigli mi ha tirato un po’ su dicendomi che secondo lui ero invece migliorato…)

Oggi è stato diagnosticato a mio papà un tumore alla pleura, ancora non ho capito in che stadio, di che gravità, quale sarà la cura, ma insomma si tratta pur sempre di una delle forme più terribili di tumore e le prospettive paiono veramente nefaste.
E quindi ripenso a tante cose del nostro rapporto, che non starò qui a raccontare, ma vi assicuro che c’è veramente una lunga storia complessa di situazioni in cui mi sono letteralmente aggrappato a lui. Ho trent’anni e credo siano 20 che mio padre non mi vede più veramente felice, gli ho addossato tutto, tutto il mio dolore e spesso anche le responsabilità… E una parte di queste cose riguardano appunto la mia fobia per l’alopecia. Lui è una persona forte, ma ha un amore sconfinato verso i figli e so che darebbe qualsiasi cosa pur di vederli felici.
Ovviamente ripenso a quelle lunghe passeggiate, le rivedo in modo completamente diverso, mi chiedo se avrò più la possibilità di passeggiare con lui e stavolta sfruttare questa opportunità senza affossarlo con tutta quella negatività, senza torturarmi e torturarlo. Fino a ieri pensavo a quei momenti come dei brutti ricordi che volevo solo rimuovere, adesso non so cosa darei per tornare lì. Non sto a giudicarmi per aver sofferto, però per aver trasmesso questa sofferenza a qualcuno a cui volevo bene, beh sì, stasera mi sento molto in colpa per averlo fatto.

Con questo messaggio non voglio dirvi che il vostro (nostro anzi) problema non è grave e siete dei piagnoni, oppure prima di disperarvi di pensare a questa storia, o cose del genere. Io capisco ancora bene come ci si sente. Mi dicevano ca**o piangi per i capelli, pensa se tu fossi malato, o uno dei tuoi genitori fosse malato... no, non serve veramente a nulla sentirselo dire...
Ho sempre preso il forum non come un luogo di istruzione ma di condivisione, (perlomeno da parte mia, che da insegnare non credo di avere nulla... da alcune persone qui però ho imparato molto), stasera dopo tanti anni rivedo tutta questa faccenda in modo completamente diverso e volevo raccontarvela. Magari mi fa stare un po' meglio, magari torna in qualche modo utile a qualcuno
 

tex999

Utente
27 Luglio 2018
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Grazie per la testimonianza, premesso che ognuno di noi ha una sua storia non paragonabile a quella di nessun altro,pertanto impossibile giudicare nel bene e nel male.Ritengo si attraversano come ovvio che sia delle fasi ,tutto e' ciclico nella vita,in questo caso anche nei confronti del nostro problema e a volte si passano periodi di una sofferenza atroce e di un angoscia interiore difficile da spiegare a chi non ne soffre lo sminuisce o lo etichetta come semplice problema estetico ( assolutamente falso soprattutto se si presenta in giovane eta').Facendoti questa premessa voglio dirti che nella sfortuna hai avuto l' enorme fortuna di avere qualcuno al tuo fianco che ti ha supportato ascoltato voluto bene, sbattuto in prima persona ( cosa obbligatoria a mio avviso che un genitore dovrebbe fare) per darti tutto il supporto fisico e psicologico di cui un ragazzo/a necessita in queste fasi.Personalmente per motivi familiari ne per questo ne per altri problemi nella mia vita ho mai avuto un supporto di questo tipo,pertanto ritieniti davvero fortunato.Tornando al discorso capelli anche questo rivalutare (guardando vecchie foto o ripensando a vecchi eventi) la propria situazione e' totalmente normale, quando siamo dentro ad un evento non riusciamo a valutarlo col giusto distacco,solo col tempo purtroppo acquisiamo una certa consapevolezza che ci portera' a prendere decisioni piu oculate.Credo arriva sempre il momento( un punto di rottura) in cui si prende una decisione nei confronti del proprio problema( legata alla situazione ovviamente in cui uno si trova) puo essere smettere di assumere schifezze che rovinano la salute o lozioni o altro,optare per un trapianto o una trico o insomma trovare cio che riteniamo piu' consono alla nostra situazione,questo credo sia un punto in cui tutti si ritroveranno anche perche' e' impossibile farne una ragione di vita e vivere appunto sempre angosciati precludendosi la vita stessa, non sto dicendo che e' facile ma opinione personale credo sia cosi'.
Posso suggerirti pertanto di vivere il piu possibile nel qui e ora come dicevano i greci focalizzati solo sull' attimo,non addossarti colpe che non hai e stai il piu' vicino possibile a tuo padre,ricambiandogli quel supporto,comprensione e affetto che ti ha sempre dato.Ti suggerisco per quello che conta la visione di questo video

https://m.youtube.com/watch?v=gqQPOYZo6Fs

mi ha sempre fatto riflettere e quando mi sento un po sperduto lo riguardo
 
21 Novembre 2016
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Purtoppo in una società malata come la nostra, cresciamo pensando che ci siamo sempre noi al centro dell'universo. Il dolore, la malattia, la perdita degli affetti ci fanno riscoprire traumaticamente dei sentimenti che erano sepolti. Però sempre e solo quando è tardi. Questo è il prezzo che si paga. Manca in noi una cultura consapevole del legame interpersonale da vivere quotidianamente. Non sappiamo nè goderceli gli affetti, né rispettarli, perchè al centro ci siamo sempre e solo noi. Poi battiamo i piedi quando è tardi, perdendo quel senso di protezione che ci ha accompagnato e probabilmente non impararemo nulla di nuovo anche da questo. Siamo pervasi da edonismo, vediamo poco oltre il nostro naso. Non si scappa da questo impianto, perché deriva dagli input di cui ci ha impregnato la società dei consumi e delle illusioni facili. Il mio consiglio è stai vicino a tuo padre con sobrietà e con sincero legame affettivo, riscoprendo quello che ti è mancato fino ad ora. Mostrati sereno, non lo gravare di altro. Purtoppo tutti noi un giorno ci risveglieremo da questo coma dei sentimenti, a cui siamo stati condannati e avremo facce meno sorridenti di quelle di oggi. I problemi dei capelli vanno trattati per quello che sono, non possono assorbire tutto. In certi momenti è pesante, oltre che ridicolo, pensare che hai lottato con tutte le forze per avere un feticcio in testa, un parrucchino, un trapianto, quando ti ritoverai vicino a qualcuno a cui volevi bene e che sta male e che probabilmente ha saputo accettare con molta più dignità di te certi problemi.
 

ludovico57

Utente
4 Agosto 2017
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A tuo padre, qualsiasi cura decida di intraprendere, affianca i succhi verdi. In particolar modo il succo di carota e barbabietola.
C'è anche il medico Rege Gianas che segue questa cura: https://www.francescomonaldi.com/intervista-al-dott-rege-gianas-succhi-contro-il-tumore-sua-esperienza-e-metodo/
Per il resto, credo che quello che ci accade nella vita ed è contrario ai nostri desideri possa essere usato come opportunità per scoprire altre fonti ed evolverci. La società ci spinge a guardare sempre l'esterno senza mai indirizzarci dentro. E' il movimento orizzontale che alimenta la coscienza ... l'altro è il movimento verticale dentro di noi che alimenta invece la consapevolezza. Il primo porta solo felicità passeggera... il secondo libera da ogni legame e sofferenza.

 

marco9272

Utente
19 Dicembre 2016
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Quanta morale inutile ;estetica, frivolezze:fa male perdere i capelli, sopratutto a 25 anni checche' se ne dica, la società c'entra fino ad un certo punto!

Non sentirti in colpa, perché di colpe non ne hai, stai vicino a tuo padre in ogni caso ; in questa circostanza si può solo lottare ed essere forti (anche se è difficile), cercate di vivere giorno per giorno.
Un abbraccio.
 
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tex999

Utente
27 Luglio 2018
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Marco9272 ha scritto:
Quanta morale inutile ;estetica, frivolezze:fa male perdere i capelli, sopratutto a 25 anni checche' se ne dica, la società c'entra fino ad un certo punto!

Non sentirti in colpa, perché di colpe non ne hai, stai vicino a tuo padre in ogni caso ; in questa circostanza si può solo lottare ed essere forti (anche se è difficile), cercate di vivere giorno per giorno.
Un abbraccio.


Da parte mia non c'e' nessun moralismo e si vede bene leggendo il mio messaggio.
Suggerisco l'utilizzo di cannabis terapeutica, ovviamente non fumata
 

Utente1988

Utente
12 Febbraio 2019
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Dipende
Si, ogni dolore ha la sua dignità, quindi non si possono fare paragoni su quale malattia sia peggiore. Se l’obiettivo della vita è raggiungere la felicità, certe condizioni rischiano di compromettere seriamente questo fine, così anche una malattia estetica può provocare brusche ricadute psicologiche che non si possono banalizzare discutendole sul piano morale.
Nella tua storia mi sono rivisto perfettamente, e penso il 90% delle persone suquesto forum. Anche io a piangere coi parenti dicendo che sarei diventato brutto e che le donne mi avrebbero visto d’ora in poi come un uomo di serie b, e loro a rispondermi chiaramente con cose del tipo “sono altre le cose che contano, tu hai il dono della simpatia, sono tutti pelati, ecc.” non c’è consolazione purtroppo.
Noi siamo esseri bio-culturali che vivono in sistemi segnici, quindi se l’uomo non raggiunge certe condizioni che una società ha codificato come valori essenziali del proprio esistere, la conseguenza è l’emarginazione. Tutto il vivere sociale è regolato da meccanismi di integrazione ed espulsione, il motivo per cui una donna separata 100 anni fa veniva considerata una prostituta e oggi non fa ne caldo ne freddo; o come molti giovani si tolgono oggi la vita perché non riescono ad avere un lavoro stabile, mentre in una società di cacciatori o raccoglitori non frega a nessuno se lavora o meno.
Così nella società di oggi, in cui l’estetica conta praticamente tutto, e siè fissati sul range anagrafico 18-24 anni, non essere più giovani e cominciare a trasformarsi fisicamente mettendo rughe e perdendo capelli può diventare un’esperienza terribile, proprio perché crea quei meccanismi di rifiuto.
Io non posso ignorare tutte le volte che parlo con una e le vedo le pupille puntate sul mio vertice, e pensano di non essere notate quando lo fanno... ci soffro tantissimo anche io...
L’unica cosa che mi salva è la mia professionalità. Dedico tutto al mio lavoro pensando che se almeno io non ho valore, almeno creo valore, e questo è l’unico pensiero che per ora mi aiuta. Però ogni tanto la tristezza prende