io sognavo una società migliore....

de rossi

Utente
9 Agosto 2007
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quando ero ragazzino alla fine degli anni 70 mia zia era di sinistra e partecipava a manifestazioni e cortei. erano gli ultimi anni di piombo dove gli ideali erano al primo posto e tutti cercavano di cambiare la società (in meglio) ma in tanti a giudicare dai risultati della società di oggi quegli obiettivi non li hanno raggiunti.

ricordo che veniva a casa e parlava coi miei di ideali, dei diritti dei lavoratori ecc. e io ci capivo poco e niente.

oggi da adulto credo come molti di voi mi ritrovo in una società fatta di ingiustizie, di differenze enormi fra ricchi e poveri, di leggi che non funzionano, di diritti non rispettati, di odio, di razzismo, di gente che viene sfruttata come schiavi da altri che vivono nel lusso.

una società dove non esiste la meritocrazia, una società dove come ai tempi del dopoguerra fra nord e sud c'è un divario abissale, una frattura incolmabile, una società dove è sempre più difficile realizzarsi e dove se perdi il lavoro spesso non hai un'altra possibilità, una società fatta di sprechi incredibili e di drammi sociali immensi e soprattutto una società dove se sei giovane è difficile sognare e sperare se sogni che quei sogni si realizzino.

tutto ciò mi fa chiedere se questa società italiana riuscirà mai a migliorare, se riuscirà mai anche un domani lontano a diventare una società dove la qualità della vita raggiungerà per tutti un livello accettabile.

 

de rossi

Utente
9 Agosto 2007
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quando ero ragazzino alla fine degli anni 70 mia zia era di sinistra e partecipava a manifestazioni e cortei. erano gli ultimi anni di piombo dove gli ideali erano al primo posto e tutti cercavano di cambiare la società (in meglio) ma in tanti a giudicare dai risultati della società di oggi quegli obiettivi non li hanno raggiunti.

ricordo che veniva a casa e parlava coi miei di ideali, dei diritti dei lavoratori ecc. e io ci capivo poco e niente.

oggi da adulto credo come molti di voi mi ritrovo in una società fatta di ingiustizie, di differenze enormi fra ricchi e poveri, di leggi che non funzionano, di diritti non rispettati, di odio, di razzismo, di gente che viene sfruttata come schiavi da altri che vivono nel lusso.

una società dove non esiste la meritocrazia, una società dove come ai tempi del dopoguerra fra nord e sud c'è un divario abissale, una frattura incolmabile, una società dove è sempre più difficile realizzarsi e dove se perdi il lavoro spesso non hai un'altra possibilità, una società fatta di sprechi incredibili e di drammi sociali immensi e soprattutto una società dove se sei giovane è difficile sognare e sperare se sogni che quei sogni si realizzino.

tutto ciò mi fa chiedere se questa società italiana riuscirà mai a migliorare, se riuscirà mai anche un domani lontano a diventare una società dove la qualità della vita raggiungerà per tutti un livello accettabile.

 

de rossi

Utente
9 Agosto 2007
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quando ero ragazzino alla fine degli anni 70 mia zia era di sinistra e partecipava a manifestazioni e cortei. erano gli ultimi anni di piombo dove gli ideali erano al primo posto e tutti cercavano di cambiare la società (in meglio) ma in tanti a giudicare dai risultati della società di oggi quegli obiettivi non li hanno raggiunti.

ricordo che veniva a casa e parlava coi miei di ideali, dei diritti dei lavoratori ecc. e io ci capivo poco e niente.

oggi da adulto credo come molti di voi mi ritrovo in una società fatta di ingiustizie, di differenze enormi fra ricchi e poveri, di leggi che non funzionano, di diritti non rispettati, di odio, di razzismo, di gente che viene sfruttata come schiavi da altri che vivono nel lusso.

una società dove non esiste la meritocrazia, una società dove come ai tempi del dopoguerra fra nord e sud c'è un divario abissale, una frattura incolmabile, una società dove è sempre più difficile realizzarsi e dove se perdi il lavoro spesso non hai un'altra possibilità, una società fatta di sprechi incredibili e di drammi sociali immensi e soprattutto una società dove se sei giovane è difficile sognare e sperare se sogni che quei sogni si realizzino.

tutto ciò mi fa chiedere se questa società italiana riuscirà mai a migliorare, se riuscirà mai anche un domani lontano a diventare una società dove la qualità della vita raggiungerà per tutti un livello accettabile.

 

kenji

Utente
30 Agosto 2008
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Fino a poco tempo fa', uno che mi fa' un discorso come il tuo, l'avrei bollato automaticamente come 'pessimista' (veramente usavo altri modi di dipingere chi faceva discorsi simili, ma non lo dirò qui per evitare 'dibattiti politici'). Ma il futuro lo vedo veramente grigio. Io continuo a combattere e andare avanti senza timore, continuo a coltivare i miei sogni come fossero il mio bene più prezioso, e a ridere e amare senza remore, ma oggi il cielo s'è fatto davvero cupo...
 

fedestyle86

Utente
12 Febbraio 2008
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quoto tutto e penso che questa canzone rinchiuda un pò il significato di questa discussione :




Guardami in faccia fratello, vorrei finisse quest’Inverno
Vorrei non fosse ghiaccio eterno sull’asfalto che pesto
Ogni volta con lo stesso gelo che portiamo appresso
Rinchiusi nel nostro universo…
Facciamo i nostri conti, ci inc***iamo per i torti e poi ci crediamo forti come pochi
Viviamo di stereotipi, e di giudizi comodi, e nei rapporti preferiamo al cuore il portafogli
Nei nostri volti, espressioni monocordi e sempre uguali
che sempre schiavi di condizionali
Immerso nei complessi esistenziali di chi invidia i bravi
A poco a poco diventiamo sempre meno umani
Cosa mancherà a noi occidentali?
Abbiamo tutto e lo mettiamo bene in vista
Slogan di una società rivista al nostro sei individualista
Non serve l’amore, non c’è ragione ch’esso esista

RIT:

ho bisogno d’amore, ti prego dammelo se ancora ce n’è
In questo mondo sento troppi perchè
Alza gli occhi e guarda chi hai di fronte
E poi dammi calore, in questo freddo delle strade finché
Ne avrò abbastanza ancora dentro di me, per scaldare tutte
Le parole…

Questa sera, non so com’è..
mi sento in pugno ad un sistema senza amore, mi sento come
modello quinto e tavolo… per andar giù a riflettere
e sai che ce (che c’è)… che divise e poi fucili non li voglio con me
magari guardare il cielo e piangere,
inevitabile che, per ogni uomo che sta bene dieci soffrono
per ogni lacrima buttata c’è un ricordo
ho bisogno d’amore, vigliacco il mondo
questo mondo, dove chi odia è avanti e chi ama è sullo sfondo
sempre se, uno sfondo c’è, o si ferma tutto con la superficie che
a volte è troppo fredda da riuscire a sopportare
la realtà è che la realtà fa male, troppi..
per potersi accomodare tutti..
poco calore, poco amore e com’è poca la passione
troppa presunzione per amare altre persone

dai, colpiscimi più in fretta
dammi solo un’altra zolletta, questa zolla di terra è sempre più fredda
ci fingiamo brillanti come Fonzie, ma siamo dei poveri str***i come Fantozzi
di questi tempi,stringere una mano qui a Milano è come quando sono a messa, un gesto profano.. perchè infondo non ci credo, e quando mi presento mi proteggo dietro a un vetro
siamo tutti uguali, concludiamo affari, protestiamo nelle strade perchè siamo pari
vuoi la verità ragazzo? di questo mondo pazzo a noi, non cene frega un ca**o
la guerra, la fame, ca**ate,
facce preoccupate se va male con le nostre fidanzate
ci sfugge qualcosa,ci manca l’essenza,datemi l’amore altrimenti vivo senza

http://www.youtube.com/watch?v=nwFLorCUofo
 

de rossi

Utente
9 Agosto 2007
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il problema è che vedo che la maggioranza ragiona così cioè è realista/pessimista eppure noi italiani (dico in generale) pare ci adattiamo e subiamo tutto ciò.

tempo fa un inglese mi disse in modo critico ma non razzista: voi italiani siete come il romanzo dei malavoglia (celebre romanzo) dove i malavoglia famiglia siciliana vivevano passivamente tutte le disgrazie che gli capitano senza mai ribellarsi.

ecco voi italiani siete così e aggiunse, se solo da noi un politico facesse la metà di ciò che fanno i vostri quì succederebbe la rivoluzione invece da voi accade tutto e di tutto e voi lo tollerate e continuò dicendomi ma si può tollerare chi fa le leggi quando esso è il primo a violarle?

sono rimasto ammutolito e mi sono sentito piccolo così.
 

jacob

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22 Dicembre 2009
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Ogni popolo ha il governo che si merita...E noi a quanto pare ci meritiamo questo.

Non dico altro perchè finisce che mi scaldo, ma mi saltano i nervi ogni volta che vedo un politico in televisione, sopratutto certe persone che per la società non hanno un senso, se non quello di avvelenarla con le loro ambizioni di potere, senza davvero tener conto di ciò di cui i cittadini hanno bisogno.

Un solo invito, la prossima volta che sentita qualche cosa in tv, prima di lasciarvi ingannare, informatevi. La tv è una bella cosa, ma in mani sbagliate diventa un mostro.
 

de rossi

Utente
9 Agosto 2007
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la cosa che fa rabbia è che in italia le cose non vanno male da pochi anni ma da generazioni e mi fa ancor più rabbia andare all'estero e vedere persone uguali a noi perchè non è che son certo più intelligenti, averci ammortizzatori sociali, più occupazione, meno sprechi, srade e servizi migliori, pensioni dignitose, una sanità decente, case che non cadono alla prima scossa, meno criminalità, una burocrazia più veloce, un costo della vita e delle case più basso e una politica che fa più gli interessi dei cittadini.

ho amici e parenti tra spagna, francia e inghilterra e nessuno dico nessuno mi ha mai riferito scandali o situazioni come quelle che accadono da noi in italia.

cladia dalla germania potrebbe umiliarci ancor di più.



 

kenji

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30 Agosto 2008
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Non ricordo se questo l'avevo già visto qui con voi o altrove. Nel dubbio, pubblico: http://www.youtube.com/watch?v=iJuZPvaYMew

[:(]
 

highlinder

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30 Dicembre 2009
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la cosa brutta di questa situazione in cui ci troviamo in italia è che tra i giovani permane un senso di incapacità nel riuscire a cambiare le cose.ben giustificata dal fatto che oltre ad andare in piazza e far sentire la prorpia voce nn c'è niente da fare.purtroppo questo nn basta perchè chi ha il potere può fare quello che vuole,il fatto che questo potere sia concentrato tutto su una persona fa si che questa persona possa fare quello che vuole infischiandosene di tutto e di tutti.io credo che sia difficile andare piu' in basso di cosi,anche se lo dico a malincuore oggi come oggi mi vergogno di essere italiano.
 

brasileiro

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28 Novembre 2003
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forse l´errore é vedere il mondo solo dentro il proprio paese.

Se io vedo l´Italia forse do ragione agli amici che hanno scritto, ma il mondo é cosí interessante da scoprire e da vivere che non credo sia giustificato il pessimismo. E oggi internet consente di arrivare dovunque.

Per la cronaca, io sono in questi giorni a Rio de Janeiro, e vedo che la cittá é nettamente migliorata dall´ultima volta, e non c´é paragone con quello che vedevo 10 anni fa.

Le cose non vanno sempre e solo in peggio dappertutto, e comunque sta ad ognuno di noi costruire la propria strada, le possibilitá che ci sono oggi non erano neanche immaginabili venti anni fa.

Ciao
 

de rossi

Utente
9 Agosto 2007
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sono d'accordo sul brasile, ho un amico che ci vive a rio dove ha aperto un'attività e mi racconta che la realtà è molto diversa da come era negli anni 90 quando si è trasferito. parlai tempo fa con un imprenditore che aveva affari con la romania e che poi si è trasferito li dove ora produce vino e mi ha detto cose analoghe cioè paesi che sono davvero cambiati (in meglio) da come molti di noi li ricordano (televisivamente nella maggioranza dei casi).

domanda
ma è una mia impressione o rispetto a brasile e romania l'italia non ha avuto questa magnifica evoluzione nel corsi degli ultimi anni? e non ne voglio fare un discorso politico perchè a mio avviso che ci sia stata la destra o la sinistra quì da noi i salari son sempre bassini, idem le pensioni, la criminalità è sempre dilagante e mancano gli ammortizzatori sociali.

logico che in un paese che prima era in una situazione drammatica (vedi il brasile che ora sta vivendo un boom economico ma anche una trasformazione sociale, vedi la romania che solo pochi anni fa era sotto la dittatura), sono paesi nei quali si può fare un tracciato positivo rispetto ai pochi anni passati.

in italia se faccio un paragone con la prima repubblica non vedo questo abisso in termini di qualità generale della vita ma forse io sono pessimista o forse sono un perfezionista.

ad ogni modo se faccio paragoni con la qualità della vita e su come vanno le cose in altri paesi dove sono stato (spagna, francia e inghilterra, per non parlare della germania) direi che siamo indietro anni luce.

perchè? perchè se tutti si sono ripresi dal dopoguerra ad oggi noi siamo rimasti il fananino di coda? non avevamo la stessa intelligenza e capacità?
 

brasileiro

Utente
28 Novembre 2003
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beh, fanalino di coda l´Italia proprio no, un paese con diversi problemi sicuramente.

Per Brasile e Romania, le condizioni da cui partivano erano tali che non ci possono essere molte discussioni sulle cose da fare. Mettere le autostrade in Romania non é una scelta di destra o di sinistra, si deve fare e basta.

Ridurre la violenza e la povertá intollerabile in Brasile come garanzia di un solido sviluppo futuro, anche.

Quando tutti si lavora per allargare la torta da dividere perché la torta attuale é troppo misera, non ci sono problemi, si é d´accordo. Quando la torta é diventata troppo grande, si litiga per dividersela e alcuni per stanchezza, rassegnazione e pigrizia si accontentano delle briciole.

Romania e Brasile - con tutti i problemi e i limiti che ci sono lavorano per allargare la torta, noi per dividercela.

Con molta approssimazione questo é la differenza.
 

geronimo

Utente
9 Maggio 2003
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Diciamo che l'Italia ha sfruttato molto bene un periodo propizio, quando il vento soffiava in poppa alla grande. Era il periodo del boom economico (anni '50 e '60)durante il quale l'intero paese uscito distrutto dalla guerra doveva essere interamente ricostruito, molta produzione industriale si faceva in Italia, il costo del lavoro si manteneva basso attirando gli investimenti stranieri e quando il valore della lira saliva troppo ricorravamo al giochino della svalutazione. Grazie all'aelevata domanda di lavoro i sindacati hanno avuto gioco facile nel rivendicare maggiori diritti per i lavoratori.

Gli italiani erano i cinesi d'Europa.


Durante quel periodo della dolce vita abbiamo costruito il benessere e la ricchezza del nostro paese.

Oggi la musica è cambiata e la spinta di quegli anni sembra essersi esaurita.

Non dobbiamo paragonarci a realtà come quelle della Romania o del Brasile perchè lì, come ha giustamente osservato Brasileiro, le esigenze sono ben altre e la situazione di partenza sociale ed economica era ben arretrata rispetto alla nostra.

Ormai è uno stillicidio quotidiano, i giornali parlano di aziende che chiudono qui le proprie unità produttive per riaprirle altrove e questa tendenza non è giustificata soltanto dalla crisi economica.

Quando sento di aziende che chiudono al Nord (al Sud le aziende sono sempre stata merce rara) per delocalizzare in Cina o India provo inquietudine ma riesco a trovare una ragione logica secondo le regole di convenienza dettare dal mercato.

L'inquietudine però diventa panico quando sento che aziende nostrane delocalizzano per andare a riaprire in paesi come la Spagna.

O quando leggo che il solo porto di Rotterdam movimenta in un anno un numero di container maggiore rispetto a quello di tutti i porti italiani sommati assieme, e che il porto di Valencia ha superato nel giro di breve tempo quello di Genova facendogli mangiare il fango, mentre a Genova e Trieste e La Spezia da anni discutono di progetti da realizzare per lo sviluppo futuro dei loro porti e nel frattempo non hanno iniziato ancora a fare nulla in concreto.

O quando sento che in Italia (paese dotato di una lunga e gloriosa tradizione in campo automobilistico) si producono meno auto rispetto alla Spagna o addirittura alla Germania....e quindi mi chiedo perchè la nostra FIAT porta il lavoro ai polacchi o ai serbi raccontandoci che gli operai italiani costano troppo.

O quando, durante una puntata di Report su Rai3, vedo che al tribunale di Milano (non dico quello di Agrigento o di Reggio calabria) gli impiegati addetti al disbrigo delle pratiche non hanno nemmeno i computer per poter lavorare e addirittura uno di loro si è portato il suo da casa.

Per non parlare poi della catastrofe del Meridione, una sciagura totale, uno sperpero di miliardi di lire (prima) e milioni di euro (dopo) serviti a niente, buttati nel cesso di una causa ormai persa sulla quale non vale la pena perdere altro tempo e denaro, dalla quale bisogna tagliare all'istante la corda che ci lega poichè il rischio che la zavorra meridionale (in particolare Sicilia, Calabria e Campania) trascini a fondo anche tutti gli altri a mio giudizio è qualcosa di veramente concreto. L'unica nazione europea industrialmente progredita ad avere ancora irrisolta una questione legata ad aree depresse è la nostra.

Ci mettiamo dentro il terzo debito pubblico più alto al mondo, ma su questo ci rassicurano gli economisti dicendoci che, si, siamo messi molto male col debito pubblico ma stiamo meglio con quello privato (aziende e famiglie). Bene, ma se continua il trend di deterioramento del sistema aziende-famiglie (cala il potere di acquisto, cala il lavoro, calano gli stipendi, cala la competitività delle aziende) allora anche il debito pubblico privato sarà forse destinato ad aumentare ? E quindi faremo una bella miscela esplosiva debito pubblico + debito privato ?



 

brasileiro

Utente
28 Novembre 2003
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Gedeone hai fatto degli esempi calzanti, ma da qui a dire che l´Italia é un paese che offre opportunitá accettabili a tutti ce ne corre...questo ovviamente non serve a minimizzare la pessima mentalitá di chi non é disposto a fare sacrifici...

ma c´é chi i sacrifici li ha fatti ed é stato bloccato dalla solita logica della relazioni, delle amicizie e delle raccomandazioni e non sono eccezioni, purtroppo.
 

stizza

Utente
20 Agosto 2008
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Appunto nel 1400 l'America non era stata scoperta dagli europei,quindi dubito che esista letteratura americana di quel periodo.

Ignoro la letteratura americana[:D]