Alimenti che ostacolano l'assorbimento di altri al

andreact95

Utente
15 Ottobre 2013
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Da qualche settimana sto facendo varie ricerche sulle interazioni tra i vari alimenti ( o più precisamente tra le varie vitamine e minerali)

Ho scoperto diverse cose, ad esempio:
Il Thè verde e il caffè sembrerebbero ridurre l'assorbimento del ferro;
Il calcio riduce l'assorbimento dello zinco;
Il thè verde e il latte non vanno presi insieme, in quanto quest'ultimo sembrerebbe inibire l'assorbimento delle catechine.

Ed altri.


Adesso ho qualche dubbio e perplessità, che spero mi possiate aiutare a chiarirle:
1) Se il calcio riduce l'assorbimento dello zinco, perchè spesso sono in accoppiata negl'integratori? Non raramente vedo integratori con calcio, magnesio e zinco.
2)Il thè verde riduce l'assorbimento del calcio, ma se bevessi il thè verde con del succo di limone? (ricco di vitamina C?) potrei contrastare efficacemente la riduzione dell'assorbimento da parte del thè verde?
3)Conoscete altre interazioni tra alimenti piuttosto comuni?
4)Esiste un database con la lista delle interazioni tra vitamine / minerali?
 

marlin

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9 Maggio 2004
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L'abbinamento negli integratori può appunto servire a compensare il minore assorbimento delle dosi introitate con l'alimentazione.

Non pensiamo sempre che un'azione in un senso o nell'altro siano assolute, ossia azzerino le sostanze non assorbite, questo non accade mai.

Il the (non per forza) è il latte non andrebbero presi assieme se si punta agli attivi del the, questo è notorio, però li si prende spesso assieme se deve prevalere il gusto (di quelli a cui piace così).

Per me comunque basta prendere le cose distanziate e questi rischi dovrebbero scendere.

L'interazione più clamorosa di cui abbiamo parlato qui è quella del succo di pompelmo, ma questa più che altro rende più o meno disponibili alcuni farmaci, tra cui, pare finasteride.

Ciao

MA - r l i n
 

comeon

Utente
3 Agosto 2008
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Marlin, circa l'aspetto dell'assorbimento, pensi che gli integratori di serenoa, vadano presi a stomaco vuoto o pieno ?
 

saisontor

Utente
28 Agosto 2014
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Ho trovato questo articolo anche se non dice molto:

La biodisponibilità può variare in relazione a numerosissimi fattori, dipendenti in parte dalla natura dell'alimento ed in parte dalle caratteristiche dell'organismo che lo assume. Come tali, questi fattori si distinguono in:
intrinseci, legati cioè all'individuo: età, sesso, stato fisiologico, nutrizionale e di salute, microflora intestinale, genotipo, eventuali intolleranze ecc.
ed estrinseci, legati cioè alla fonte nutrizionale: forma chimica del minerale, interazione con altri nutrienti, cottura, pH, trattamenti tecnologici, presenza di fattori antinutrizionali che ne limitano l'assorbimento o, viceversa, di altri che lo esaltano.

I dati riportati nelle comuni tabelle nutrizionali ci dicono quanti nutrienti sono contenuti in un determinato alimento, ma non ci forniscono alcuna informazione sulla biodisponibilità di queste sostanze. Così, ad esempio, 100 grammi di spinaci contengono quantitativi di ferro circa due volte superiori rispetto a quelli presenti in un'analoga quantità di carne bovina. La biodisponibilità, tuttavia, è notevolmente superiore per il ferro di origine animale (20-25%) rispetto a quello ricavato da fonti vegetali (3-5%).

In generale, mentre la biodisponibilità dei macronutrienti e delle vitamine è tendenzialmente molto buona, non si può dire altrettanto per la maggior parte dei minerali.

Per quanto riguarda la cottura, questa ha un'azione generalmente positiva sulla biodisponibilità dei macronutrienti, in quanto aumenta la digeribilità degli amidi e delle proteine. I grassi, invece, specie quando vengono esposti ad alte temperature subiscono un processo di degradazione che ne limita la biodisponibilità. Per le vitamine ed altri micronutrienti, in genere si hanno perdite notevoli nell'acqua di cottura e degradazioni legate al calore. I minerali, a differenza delle vitamine, non vengono alterati dalla cottura o dalla luce, ma vengono facilmente eliminati con le urine, con il sudore e con le feci. La biodisponibilità subisce le maggiori oscillazioni per i cationi bivalenti e per qurlli trivalenti, come Ca2+, Zn2+, Mg2+ ed Fe3+.
La raffinazione delle farine priva gli alimenti derivati di buona parte del contenuto vitaminico e minerale. Un altro problema tipico dei minerali è che alcuni condividono gli stessi meccanismi di assorbimento, per cui un elevato apporto di uno riduce la biodisponibilità di altri. Un elevato apporto di zinco, ad esempio, può ridurre l'assorbimento di rame e così via; l'eccesso di ferro, invece, può limitare l'assorbimento di zinco. Queste evidenze contribuiscono a rendere ancor più ingiustificato e condannabile il ricorso spontaneo a megadosi di un singolo micronutriente.
Il legame tra biodisponibilità ed associazioni alimentari è particolarmente complicato e fitto di esempi. Vediamone alcuni. La presenza di fibre in un pasto, tende a diminuire la biodisponibilità dei vari nutrienti, sia per lo stimolo sulla peristalsi, sia per la capacità di formare una poltiglia soffice in cui vengono trattenute numerose sostanze. La vitamina C e l'acido citrico aumentano l'assorbimento intestinale di ferro, mentre l'acido ossalico (contenuto soprattutto negli spinaci, nel cacao, nelle barbabietole e nei cavoli), l'acido fitico (cereali integrali, legumi, frutta secca) ed i tannini (tè) lo riducono. Il lattosio presente nel latte favorisce l'assorbimento di calcio, mentre l'acido fitico, gli ossalati ed i tannini lo riducono. La vitamina D esalta l'assorbimento di calcio, fosforo e magnesio.

http://www.my-personaltrainer.it/nutrizione/biodisponibilita.html

Qua c'è qualcos'altro:

I minerali e altri nutrienti esistono in diverse forme chimiche nell’alimento e questo può influenzare la loro biodisponibilità. Un classico esempio è il ferro. In generale, parliamo di circa due tipi di ferro alimentare; ferro eme e non eme. Il primo si trova solo nella carne, nel pesce e nel pollame, mentre il secondo si trova negli alimenti di origine animale e vegetale. Il ferro eme deriva dalle molecole di emoglobina e mioglobina responsabili del trasporto di ossigeno e della conservazione nel sangue e nei muscoli, rispettivamente. Una volta rilasciata dalla matrice alimentare, la molecola eme agisce come un anello protettivo attorno all’atomo centrale di ferro. In tal modo, protegge il ferro dall’interazione con altri componenti alimentari, lo mantiene solubile nell’intestino ed è assorbito intatto attraverso un sistema di trasporto specifico sulla superficie delle cellule intestinali. Al contrario, il ferro non eme è scarsamente solubile a livello intestinale e facilmente influenzato da altri componenti della dieta.2 Perciò solo una piccola parte viene assorbita dalle cellule.

A volte le vitamine e i minerali vengono aggiunti agli alimenti per aumentare il loro valore nutrizionale – un processo chiamato fortificazione. Nel caso della vitamina B o acido folico, che viene spesso aggiunto ai cereali della colazione, alla farina e a certe varietà, questo acido folico aggiunto è di solito più biodisponibile di quello naturalmente presente nell’alimento, comunemente denominato folato alimentare. Gli studi riportano una minor biodisponibilità del 20-70% del folato alimentare (da frutta, verdure o fegato) rispetto all’acido folico sintetico.7 Questo non significa tuttavia che si debba consumare solo alimenti fortificati con acido folico, ma piuttosto che le fonti alimentari naturali come le verdure a foglie verdi possano essere arricchite con alimenti fortificati con questa vitamina per assicurare che le richieste individuali vengano soddisfatte.

Promotori della biodiponibilità dei nutrienti

I nutrienti possono interagire tra loro o con altri componenti della dieta al sito di assorbimento, provocando sia un cambiamento nella biodisponibilità sia – se i promotori e gli inibitori si eliminano a vicenda – un effetto nullo. I promotori possono agire in modi differenti come mantenere un nutriente solubile o proteggerlo dall’interazione con gli inibitori. Per esempio, dato che i carotenoidi sono liposolubili, aggiungere piccole quantità di grasso o olio al pasto (3-5 g per pasto) migliora la loro biodisponibilità.9 In modo simile la carne, il pesce e il pollame, mentre contengono essi stessi ferro altamente biodisponibile, sono anche noti per aumentare l’assorbimento di ferro da tutti gli alimenti. Sebbene questo ‘fattore carne’ deve ancora essere identificato, è stata suggerita un’influenza della proteina muscolare.10

Anche la vitamina C è un potente ‘aiutante’, essendo in grado di aumentare l’assorbimento di ferro di due o tre volte.11 Questo significa, per esempio, che bere un bicchiere di succo d’arancia con una tazza di cereali aiuta l’organismo ad utilizzare una maggiore quantità del ferro contenuto nei cereali.

Impatto degli inibitori sulla biodisponibilità dei nutrienti

Gli inibitori possono ridurre la biodisponibilità dei nutrienti: i)legando il nutriente in questione in una forma non riconosciuta dai sistemi di assorbimento sulla superficie delle cellule intestinali, ii) rendendo il nutriente insolubile e quindi indisponibile per l’assorbimento, iii) competendo per lo stesso sistema di assorbimento. L’acido fitico è molto abbondante in certi alimenti vegetali (ad es. legumi, cereali integrali, semi, nocciole) e si lega fortemente a minerali come il calcio, il ferro e lo zinco in complessi solubili e insolubili che risultano non disponibili per l’assorbimento.12 I modi per ridurre il contenuto di acido fitico degli alimenti comprendono la fermentazione (ad es. una lievitazione estesa del pane integrale) o l’imbibizione e la germinazione dei legumi.13

Un esempio di competizione per lo stesso sistema di assorbimento è l’interazione tra il calcio e il ferro non eme. Entrambi i minerali si legano a un trasportatore sulla superficie delle cellule intestinali assorbenti, ma mentre il ferro non eme entra nelle cellule in questo modo, il calcio si ferma all’ingresso e blocca l’ulteriore passaggio di ferro. Questo effetto è più rilevante quando gli integratori di calcio o di ferro vengono utilizzati esternamente alla preparazione del pasto.14 Pertanto, il consiglio migliore è di usare quegli integratori in tempi diversi della giornata in modo da evitare questa interferenza.

L’effetto inibitorio dei costituenti alimentari può essere anche utilizzato in modo vantaggioso, come avviene per i fitosteroli. Questi composti naturali sono estratti da certe piante e aggiunti in dosi più elevate (circa 2 g per porzione) a vari altri cibi (per es. bevande a base di latte fermentato) allo scopo di abbassare l’assorbimento di colesterolo, che sia di origine alimentare o prodotto dall’organismo umano.15

http://www.eufic.org/article/it/artid/Nutrient-bioavailability-food-italian/

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L'acido ossalico è un fattore antinutrizionale presente in numerosi alimenti, fra cui spinaci, rabarbaro, cereali integrali e cavoli. Una volta ingerito si combina con diversi minerali (ferro, magnesio e soprattutto il calcio) formando dei sali, detti ossalati, che ne impediscono l'assorbimento. Per questa loro capacità di ridurre i minerali a disposizione dell'organismo, gli ossalati favoriscono l'instaurarsi di stati da carenza (osteoporosi, anemie ecc.).

Oltre alla presenza di acido ossalico in un determinato alimento, occorre valutare anche la biodisponibilità del calcio in esso contenuto. Questo parametro si ottiene dal rapporto tra i quantitativi di acido ossalico e quelli di calcio (g/kg). Gli alimenti in cui tale rapporto è superiore a 2,25 possono essere considerati decalcificanti, oltre che cattiva fonte di calcio. Questo rapporto è inferiore ad uno nella lattuga, nel cavolo, nel pisello e nella cipolla; è intorno all'unità nella patata e nel ribes, mentre raggiunge valori di 7 nella bietola, nello spinacio e nel cacao.

http://www.my-personaltrainer.it/nutrizione/ossalati.html

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L'acido fitico è tradizionalmente considerato un fattore antinutrizionale, cioè una sostanza in grado di limitare l'assorbimento o l'utilizzo dei nutrienti. Nel caso specifico, legandosi ad essi a formare sali insolubili (fitati e fitina), l'acido fitico ostacola l'assorbimento di alcuni minerali (calcio, ferro, magnesio e zinco).
acido fitico e fitati nel paneI fitati sono diffusi soprattutto nei cereali e nei legumi, dove si concentrano nei semi e nelle parti fibrose; per questo motivo sono abbondanti nei prodotti integrali e praticamente assenti in quelli raffinati.

I fitati vengono inattivati dal calore e dalla fermentazione. Anche l'ammollo prolungato, classico metodo per migliorare la digeribilità dei legumi, contribuisce a ridurre fortemente le concentrazioni di acido fitico nell'alimento. Per quanto riguarda il pane, la lievitazione lenta a pasta acida è in grado di abbattere il contenuto di questi fattori antinutrizionali, mentre lievito di birra e lieviti industriali non sono altrettanto efficaci, perché promuovono una lievitazione eccessivamente rapida. Anche una buona cottura del pane contribuisce ad eliminare l'acido fitico presente nell'alimento.

http://www.my-personaltrainer.it/nutrizione/acido-fitico.html

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Gli alimenti che contengono più acido ossalico sono spinaci, bietola, barbabietola rossa, cacao in polvere, cioccolato amaro e cavolfiore.

Di acido fitico sono ricchi i semi dei cereali compresa la crusca di frumento, e i semi di sesamo, ma la cottura ne diminuisce le concentrazioni.

In sintesi: calcio e zinco e calcio e ferro competono per l'assorbimento. Un eccesso di un minerale su un altro può diminuire l'assorbimento di quest'ultimo, ad esempio un eccesso di zinco può limitare l'assorbimento di rame e un eccesso di ferro può limitare lo zinco. La vitamina D aumenta l'assorbibilità del calcio, del magnesio e del fosforo così come il lattosio aumenta quella del calcio. Olio e grasso aggiunti a un pasto aumentano la biodisponibilità dei carotenoidi contenuti ad esempio nelle carote o spinaci. A parità di quantità il ferro contenuto nella carne è molto più biodisponibile di quello contenuto nei vegetali. L'acido folico sintetico contenuto negli integratori è più biodisponibile del folato alimentare che si trova nei vegetali o nel fegato. La vitamina C e l'acido citrico aiutano l'assorbimento di ferro. L'acido fitico abbondante in alcuni vegetali come legumi, cereali integrali, semi, nocciole, rende meno disponibili molto minerali, così come acido ossalico e tannini del tè rendono meno assorbibile il ferro e il calcio. La vecchiaia riduce l'assorbimento di vitamina B12 e altre sostanze funzionali. La cottura fa perdere buona parte delle vitamine contenute negli alimenti, ma non dei minerali.
 

marlin

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Sono tutte cose risapute, ma da non prendere come integrali.

Non fa differenza serenoa a stomaco vuoto o pieno.

Ciao

MA - r l i n
 

juliensorel

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21 Marzo 2005
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2)Il thè verde riduce l'assorbimento del calcio, ma se bevessi il thè verde con del succo di limone? (ricco di vitamina C?) potrei contrastare efficacemente la riduzione dell'assorbimento da parte del thè verde?

Il succo di limone o di agrumi in generale aumenta la stabilità e l'assorbimento delle catechine, almeno secondo uno studio condotto da Ferruzzi et al alla Purdue university di qualche anno fa. Devo dire che da allora sono solito bere il tè accompagnato da frutta acida e ricca di vit. c (kiwi o arance).
 

saisontor

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28 Agosto 2014
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JulienSorel ha scritto:
2)Il thè verde riduce l'assorbimento del calcio, ma se bevessi il thè verde con del succo di limone? (ricco di vitamina C?) potrei contrastare efficacemente la riduzione dell'assorbimento da parte del thè verde?

Il succo di limone o di agrumi in generale aumenta la stabilità e l'assorbimento delle catechine, almeno secondo uno studio condotto da Ferruzzi et al alla Purdue university di qualche anno fa. Devo dire che da allora sono solito bere il tè accompagnato da frutta acida e ricca di vit. c (kiwi o arance).


Dev'essere stato un refuso il tuo perché la vitamina C migliora l'assorbimento del ferro, non del calcio.
 

juliensorel

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21 Marzo 2005
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anche qui l'effetto anemizzante se non si abusa e si consuma una buona quantità di vitamina C è una possibilità remota. Comuqnue si può sempre dosare la sideremia e la ferritina se si hanno scrupoli. Sono esami economici e di routine.
 

juliensorel

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http://nutritiondata.self.com/facts/legumes-and-legume-products/4409/2

Un minimo effetto chetante dato dall'acido fitico (che però ha un effetto antitumorale nei riguardi del tumore del colon.
Inoltre è irrilevante dato che la soia è anche ricca di ferro (125g di tofu, una quantità assai modesta, provvedono 20% della RDA di ferro).
 

marlin

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Ma siamo sicuri che questi ostacoli all'assorbimento durino 24h ? Per me durano giusto il tempo della digestione per cui se uno prende la soia con un pasto e il ferro o quant'altro con un altro il problema non si pone proprio.

Ciao

MA - r l i n
 

saisontor

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28 Agosto 2014
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Marlin ha scritto:
Ma siamo sicuri che questi ostacoli all'assorbimento durino 24h ? Per me durano giusto il tempo della digestione per cui se uno prende la soia con un pasto e il ferro o quant'altro con un altro il problema non si pone proprio.

Ciao

MA - r l i n


Non lo so quanto dura l'ostacolo per l'assimilazione, potrebbe essere come dici tu che l'ostacolano solo se due alimenti condividono la digestione durante lo stesso periodo di tempo... ma non ne sono sicuro.

Per quanto riguarda gli ossalati...

Su un sito abbastanza attendibile scrivono:

Oltre alla presenza di acido ossalico in un determinato alimento, occorre valutare anche la biodisponibilità del calcio in esso contenuto. Questo parametro si ottiene dal rapporto tra i quantitativi di acido ossalico e quelli di calcio (g/kg). Gli alimenti in cui tale rapporto è superiore a 2,25 possono essere considerati decalcificanti, oltre che cattiva fonte di calcio. Questo rapporto è inferiore ad uno nella lattuga, nel cavolo, nel pisello e nella cipolla; è intorno all'unità nella patata e nel ribes, mentre raggiunge valori di 7 nella bietola, nello spinacio e nel cacao.

http://www.my-personaltrainer.it/nutrizione/ossalati.html

Che cosa vuol dire? Che quando il rapporto è molto a favore degli ossalati, come nel caso del cacao e del cioccolato extrafondente allora sì questi cibi impediscono anche l'assimilazione dei minerali presenti negli altri alimenti... mentre dove il rapporto è in parità gli ossalati bloccano l'assorbimento solo dei minerali presenti nell'ortaggio stesso e laddove il rapporto è più sbilanciato a favore dei minerali, allora non è un problema...

Per quanto riguarda l'acido fitico penso che semplicemente non si debba esagerare con cereali integrali o semi crudi per evitare di assumerne troppo... non bisogna assumerne troppo, non eliminarlo del tutto...

Secondo una ricerca che avevo letto, i membri di una popolazione africana che vive di caccia e raccolta nella savana, nell'intestino avevano più alti livelli di alcuni batteri che aiutano nella digestione di fibre... quindi può essere che la flora batterica si adatta al tipo di dieta che una persona ha, aiutando così anche nella digestione...
 

marlin

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Sì, beh, teniamo sempre conto che gli uomini allo stato primitivo sono considerati anziani quando arrivano ai 35 anni...

Ciao

MA - r l i n
 

orion

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3 Novembre 2014
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http://www.lastampa.it/2013/12/23/scienza/benessere/salute/t-verde-e-latte-connubio-vincente-contro-il-cancro-1PmZgPJ6A56d2lwqZklhAN/pagina.html

Qui smentiscono la storia del latte col tè.. pareri?
 

saisontor

Utente
28 Agosto 2014
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Marlin ha scritto:
Sì, beh, teniamo sempre conto che gli uomini allo stato primitivo sono considerati anziani quando arrivano ai 35 anni...

Ciao

MA - r l i n


La loro speranza di vita è condizionata anche dalla mancanza di medicine contro le infezioni microbiche, da incidenti durante la caccia, morsi di serpenti e altri animali selvatici ecc...
 

marlin

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Quindi se avessero avuto le medicine e la vita comoda di oggi sarebbero ancora vivi ?[:)]

Quello di una volta si mangiava più sano è un po' un mito, i nostri nonni mangiavano cose igienicamente poco accettabili e spesso parecchio contraffatte avendo pochi controlli e garanzie, inoltre sapevano poco o niente di scienza dell'alimentazione, anche per questo si moriva prima (si pensi solo ai problemi che dava il monocibo tipo la sola polenta tutti i giorni che faceva venire la pellagra o la mancanza di iodio senza integrazione che portava al gozzo...).

L'uomo è un onnivoro e quindi un po' una fogna, tipo il maiale[:)], non è che se prendi un animale, magari onnivoro e lo nutri al meglio questo ti raddoppia la vita (magari !).

Ciao

MA - r l i n

 

saisontor

Utente
28 Agosto 2014
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Marlin ha scritto:
Quindi se avessero avuto le medicine e la vita comoda di oggi sarebbero ancora vivi ?[:)]

Quello di una volta si mangiava più sano è un po' un mito, i nostri nonni mangiavano cose igienicamente poco accettabili e spesso parecchio contraffatte avendo pochi controlli e garanzie, inoltre sapevano poco o niente di scienza dell'alimentazione, anche per questo si moriva prima (si pensi solo ai problemi che dava il monocibo tipo la sola polenta tutti i giorni che faceva venire la pellagra o la mancanza di iodio senza integrazione che portava al gozzo...).

L'uomo è un onnivoro e quindi un po' una fogna, tipo il maiale[:)], non è che se prendi un animale, magari onnivoro e lo nutri al meglio questo ti raddoppia la vita (magari !).

Ciao

MA - r l i n




Considera che a metà ottocento in media 1 bambino su 3 moriva prima di compiere i 3 anni (lo dicono le statistiche ufficiali) mentre è ipotizzabile che solo 1 bambino su 2 superava i 18 anni... questo soprattutto per le malattie come morbillo, varicella, difterite ecc... all'epoca di gran lunga la principale causa di mortalità infantile sotto i 3 anni (lo dicono pure le statistiche), ma sicuramente anche per la scarsa alimentazione che rendeva le persone più fragili, anche se pure i personaggi famosi vedevano morire buona parte dei loro figli, che spesso non arrivavano all'età adulta, vedi Manzoni, o Lincoln, o Leopardi. Leopardi era figlio di un nobile locale, eppure di 10 figli solo 4 raggiunsero l'età adulta, compreso Giacomo Leopardi. Manzoni, che era una persona molto benestante per l'epoca, ebbe 10 figli, solo 3 di questi superarono i 30 anni, e si presuppone che non mangiassero solo polenta, siccome potevano permettersi cibi più vari. Abraham Lincoln, terzo presidente americano, ebbe 4 figli ufficiali, di questi solo 1 superò i 20 anni, ed arrivò pure alla vecchiaia. Non doveva essere molto diverso nella savana... non è solo una questione di alimentazione quindi, ma anche che un'infezione ora facilmente curabile, allora poteva dire morte sicura, o che una frattura che ora verrebbe sistemata o ricomposta, allora poteva significare che la persona, se non moriva per un'infezione opportunista, rimaneva zoppa e un peso per la tribù. Per cui non è realista fare un paragone tra speranze di vita e alimentazione, nelle popolazioni che non conoscevano la medicina moderna, così come non lo è ad esempio per quegli Inuit che vivono ancora in modo preistorico e tradizionale. Per quanto riguarda l'esempio del maiale, io ho detto l'esatto contrario: una persona può avere anche la migliore alimentazione possibile, ma se poi quando ha un'infezione batterica invasiva non dispone di antibiotici, non può farci nulla. L'alimentazione dell'uomo che vive allo stato preistorico, di caccia e raccolta, era sicuramente più varia di quella del contadino dell'800. Forse avevano pure meno epidemie, visto che gli scambi erano molto minori, come la densità di popolazione, però gli infortuni erano molto maggiori, viste le condizioni di vita.
 

marlin

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Gaurda una mia vecchia passione è l'antropologia (fisica, per la precisione) quindi tutte queste cose mi sono note, mi è anche noto che i paleoantropologi non è che trovino tanti scheletri di neonati o bambini, ma di adulti e questi nella mitica età preistorica difficilmente superavano i 30 anni.
Gli animali di tipo selvatico wild, allevati in laboratorio e quindi nutriti a dovere e protetti da ogni pericolo non hanno mai fatto registrare aumenti significativi di longevità, tanto che ancora oggi si sta cercando qualcosa di particolare per elvarla (tipo il fullerene o altre diavolerie poco paleolitiche...), non ci sono motivi per credere che con l'uomo possa essere diverso, infatti tutti i dati a disposizione delle varie situazioni di vita presenti al mondo d'oggi non vanno in questa direzione, sinora la genetica resta quella che ha il ruolo principale nell'aspettativa di vita anche se può venire favorita da stili di vita non nocivi (per nocivi intendo fumare, sedentarietà, alcolismo etc...).

Ciao

MA - r l i n